La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
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ad un alpinista. Ero intirizzito, nonostante la giacca a vento il cappello e guanti, il mio abbigliamento era pur sempre estivo e oramai la temperatura percepita, anche a causa del vento, era di diversi gradi sottozero. Decisi di scendere, pur non riconoscendo il luogo in cui mi trovo. Sapevo che la montagna, lasciata la via normale, era piena di strapiombi ma speravo che il canalino nel quale mi trovavo comunque mi riportasse verso il rifugio. Improvvisamente mi bloccai, restai immobile ben incollato agli spuntoni di un grosso masso. Avevo le orecchie tese, cercavo di captare il rumore sordo che sembrava avvicinarsi sempre di più al punto in cui mi trovavo. Rimasi paralizzato nell’istante in cui capii cosa stava succedendo sopra la mia testa: una frana! Cercai di ripararmi, per quanto possibile, sotto quel grosso masso a cui ero attaccato con tutte le mie forze, quand’ecco piovere come tanti rasoi, a poca distanza da me, prima una, poi due tre e ancora tante altre rocce 56
frantumate alcune delle quali, inevitabilmente, mi colpirono. Svenni. Quando mi risvegliai mi ritrovai, privo di forze e intontito, su un cumulo di sassi, alla base della ripida scarpata da cui probabilmente ero scivolato. Con gran fatica riuscii a prendere il segnalatore acustico e lanciare l’allarme, poi provai ad alzarmi ma un rivolo di sangue mi annebbiò la vista e un dolore lancinante mi fece ricadere pesantemente. Ero stato colpito alla fronte e in altre parti del corpo da quei sassi che mi erano piovuti addosso poco prima. Stanco, infreddolito e impaurito, con un dolore sordo che aumentava sempre più, inutilmente tentai di resistere, di rialzarmi, alla fine svenni per la seconda volta. 57
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frantumate alcune delle quali, inevitabilmente,<br />
mi colpirono. Svenni.<br />
Quando mi risvegliai mi ritrovai, privo <strong>di</strong><br />
forze e intontito, su un cumulo <strong>di</strong> sassi, alla<br />
base della ripida scarpata da cui<br />
probabilmente ero scivolato.<br />
Con gran fatica riuscii a prendere il<br />
segnalatore acustico e lanciare l’allarme, poi<br />
provai ad alzarmi ma un rivolo <strong>di</strong> sangue mi<br />
annebbiò la vista e un dolore lancinante mi<br />
fece ricadere pesantemente.<br />
Ero stato colpito alla fronte e in altre parti<br />
del corpo da quei sassi che mi erano piovuti<br />
addosso poco prima.<br />
Stanco, infreddolito e impaurito, con un<br />
dolore sordo che aumentava sempre più,<br />
inutilmente tentai <strong>di</strong> resistere, <strong>di</strong> rialzarmi,<br />
alla fine svenni per la seconda volta.<br />
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