La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci

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28.05.2013 Views

Un panorama bellissimo reso tenebroso dalle nuvole, dal vento e dalla pioggia battente. Purtroppo a questo punto eravamo a meno della metà della salita che portava al rifugio e procedendo tra i grossi sassi del Masarè, che spesso nascondevano la visuale verso l’alto, speravo sempre che dietro la curva si vedesse il rifugio che infine apparve dopo oltre due ore di salita. Ero veramente stanco e mi riposai quasi mezz’ora all’asciutto bevendo due the caldi e mangiando avidamente una Sacher con panna che mi avrebbe dato quel tanto di energia da farmi desiderare di proseguire per la vetta, nonostante il tempo continuasse a peggiorare, con forti raffiche di vento e la neve ben visibile avviluppare le cime delle montagne circostanti. Rimasi affascinato dal discorso di un concorrente che vicino a me discuteva con alcuni compagni se proseguire verso la vetta oppure scendere a valle.

iempirà di torrenti verticali che scaricheranno tonnellate e tonnellate d’ acqua ad una velocità incredibile. Questi canali verticali che solcano tutte le pareti della Tofana, sono cascate normalmente in secca, ma in pochi minuti diventeranno dei veri e propri killer. Alla base della parete poi queste cascate si trasformeranno in torrenti impetuosi che, scendendo lungo i ghiaioni, attraverseranno il sentiero che dobbiamo percorrere e ci impediranno di proseguire>>. risposi io interrompendo il racconto . I presenti furono d’accordo con me che almeno quel pericolo non sussisteva e continuai la discussione con loro per diversi minuti. Nel gruppetto ben preso si formarono due schieramenti; chi desiderava proseguire, tra cui io, e chi più prudentemente fermarsi. La salita, dopo un primo lungo tratto in diagonale ed in leggera pendenza, era ancora 53

Un panorama bellissimo reso tenebroso<br />

dalle nuvole, dal vento e dalla pioggia<br />

battente.<br />

Purtroppo a questo punto eravamo a meno<br />

della metà della salita che portava al rifugio e<br />

procedendo tra i grossi sassi del Masarè, che<br />

spesso nascondevano la visuale verso l’alto,<br />

speravo sempre che <strong>di</strong>etro la curva si vedesse<br />

il rifugio che infine apparve dopo oltre due ore<br />

<strong>di</strong> salita.<br />

Ero veramente stanco e mi riposai quasi<br />

mezz’ora all’asciutto bevendo due the cal<strong>di</strong> e<br />

mangiando avidamente una Sacher con panna<br />

che mi avrebbe dato quel tanto <strong>di</strong> energia da<br />

farmi desiderare <strong>di</strong> proseguire per la vetta,<br />

nonostante il tempo continuasse a peggiorare,<br />

con forti raffiche <strong>di</strong> vento e la neve ben visibile<br />

avviluppare le cime delle montagne<br />

circostanti.<br />

Rimasi affascinato dal <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> un<br />

concorrente che vicino a me <strong>di</strong>scuteva con<br />

alcuni compagni se proseguire verso la vetta<br />

oppure scendere a valle.<br />

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