La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
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500 metri e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> farne saltare la sommità.<br />
Dopo sei mesi <strong>di</strong> lavoro, piazzando ben 350 quintali<br />
<strong>di</strong> gelatina (oltre un quinto <strong>di</strong> tutta la produzione<br />
italiana annuale <strong>di</strong> esplosivo), l’11 luglio 1916 alle<br />
ore 3.40 avvenne l’esplosione alla presenza del Re:<br />
si udì un “suono metallico, incre<strong>di</strong>bilmente<br />
violento e, passati alcuni istanti silenziosi, l’intera<br />
conca tuonò e ruggì con tale veemenza da spiazzare<br />
gli stessi soldati italiani pronti all’assalto delle<br />
postazioni nemiche.<br />
<strong>La</strong> montagna scaricò sassi <strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>mensioni,<br />
anche <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> chili, per un giorno intero e la<br />
galleria fu impercorribile a causa dei gas tossici<br />
dell’esplosione che rendevano l’aria al suo interno<br />
irrespirabile.<br />
In breve tempo gli austriaci riuscirono a<br />
riorganizzarsi e mantenere le postazioni della Val<br />
Travenanzes, che mai furono conquistate dagli<br />
italiani. L’unico beneficio fu la conquista del<br />
Castelletto che permise il transito dei rifornimenti<br />
sulla strada per Falzarego anche durante il giorno.<br />
Per il periodo <strong>di</strong> preparazione allo scoppio, i<br />
soldati austriaci in vetta sentirono le trivelle e le<br />
piccole esplosioni <strong>di</strong> preparazione al botto finale<br />
senza poter far nulla per <strong>di</strong>fendersi giorno dopo<br />
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