La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci

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28.05.2013 Views

mentre io preso da una profonda tristezza iniziavo un pianto dirotto, uno sfogo necessario dopo la tensione accumulata negli ultimi giorni. In quei momenti mi pareva che Lucia fosse stata la mia donna e che quanto avvenuto a San Vito nel 1916 fosse realmente accaduto a me e non a Pauletti. Provammo anche a leggere le due lettere presenti nella piccola scatola ma riuscimmo a leggere solo “Mia adoratissima Lucia….” e “….qualunque cosa accada staremo assieme per l’eternità’ ….”, tanto la carta oramai era rovinata ed ammuffita. Passammo ad analizzare la medaglietta che presentava evidenti segni di corrosione ma con una attenta e delicata pulizia riuscimmo a leggere RE957.. 27. Io avevo il numero di matricola del tenete Pauletti, trovato nelle mie ricerche su internet e finalmente avemmo la prova che tanto cercavamo, la matricola era Regio Esercito 9570927. Scattammo entrambi in piedi abbracciandoci e urlando di felicità. 166

Avevamo la prova che potevamo raccontare al mondo senza svelare i nostri segreti, e infatti così fu. La settimana successiva la squadra di recupero guidata da Alvise individuò immediatamente il luogo del ritrovamento e i poveri resti furono messi in una piccola teca nell’attesa della sepoltura. Io chiesi, alla luce delle prove mostrate, di voler seppellire Pauletti nel cimitero di Carate Brianza dove si trovava la cappella della famiglia Brambi e dove riposava Lucia. Fu una cerimonia semplice ma toccante insieme a Lucilla e Alvise che come me avevano voluto onorare uno sfortunato soldato mandato allo sbaraglio in una guerra stupida ed insensata combattuta in luoghi che il buon senso avrebbe dovuto consigliare di svolgere, se davvero necessaria per l’onore e gli interessi della patria, in altri luoghi più ospitali. La promessa di Alberto finalmente si era avverata: “vivremo assieme per l’eternità” e forse quell’ultimo pensiero prima di morire così forte e voluto aveva trapassato il tempo 167

Avevamo la prova che potevamo raccontare<br />

al mondo senza svelare i nostri segreti, e<br />

infatti così fu.<br />

<strong>La</strong> settimana successiva la squadra <strong>di</strong><br />

recupero guidata da Alvise in<strong>di</strong>viduò<br />

imme<strong>di</strong>atamente il luogo del ritrovamento e i<br />

poveri resti furono messi in una piccola teca<br />

nell’attesa della sepoltura.<br />

Io chiesi, alla luce delle prove mostrate, <strong>di</strong><br />

voler seppellire Pauletti nel cimitero <strong>di</strong> Carate<br />

Brianza dove si trovava la cappella della<br />

famiglia Brambi e dove riposava Lucia.<br />

Fu una cerimonia semplice ma toccante<br />

insieme a Lucilla e Alvise che come me<br />

avevano voluto onorare uno sfortunato<br />

soldato mandato allo sbaraglio in una guerra<br />

stupida ed insensata combattuta in luoghi che<br />

il buon senso avrebbe dovuto consigliare <strong>di</strong><br />

svolgere, se davvero necessaria per l’onore e<br />

gli interessi della patria, in altri luoghi più<br />

ospitali.<br />

<strong>La</strong> promessa <strong>di</strong> Alberto finalmente si era<br />

avverata: “vivremo assieme per l’eternità” e<br />

forse quell’ultimo pensiero prima <strong>di</strong> morire<br />

così forte e voluto aveva trapassato il tempo<br />

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