La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
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<strong>La</strong> racchetta era incurvata e saldamente<br />
conficcata nel terreno, sembrava impossibile<br />
estrarla, anche perchè la rondella, in<br />
prossimità della punta, era <strong>di</strong> ostacolo per<br />
l’estrazione.<br />
Con qualche robusto strattone infine Alvise<br />
riuscì a tirar via il bastone e un piccolo sasso<br />
caduto nel foro produsse il classico rumore <strong>di</strong><br />
un oggetto che cade nell’acqua.<br />
Dunque sotto <strong>di</strong> noi si trovava una cavità<br />
nascosta dalle macerie sovrastanti, che dopo<br />
novanta anni si erano compattate rendendo il<br />
terreno uniforme, in apparenza solido, simile a<br />
quanto si trovava tutto attorno.<br />
Con l’aiuto <strong>di</strong> una piccola pala e <strong>di</strong> una<br />
piccozza, che ci eravamo portati negli zaini,<br />
iniziammo a scavare delicatamente.<br />
Circa 20 centimetri sotto il terreno ed i sassi,<br />
sentimmo il rumore <strong>di</strong> tavole <strong>di</strong> legno con<br />
sotto il vuoto e procedemmo con la massima<br />
cura a rimuoverle una per una con la paura<br />
che tutto potesse franare all’interno.<br />
Quando il buco fu sufficientemente largo lo<br />
illuminammo con una potente torcia e<br />
vedemmo il fondo a circa due metri e un<br />
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