La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
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consentire all’avversario <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la<br />
postazione e quin<strong>di</strong>, con il binocolo, attendere<br />
il momento propizio per sparare il colpo<br />
mortale.>><br />
Continuammo la ricerca mentre Alvise mi<br />
raccontava moltissimi aneddoti interessanti<br />
riguardanti la Grande Guerra e il posto in cui<br />
ci trovavamo, ma il tempo passava e le nostre<br />
ricerche non approdarono ad alcun risultato.<br />
Continuammo così alla cieca per tutto il<br />
giorno e alla fine stanchi, acciaccati e un po’<br />
demoralizzati decidemmo <strong>di</strong> rientrare in paese<br />
per riprovare il giorno dopo.<br />
Al mattino mi svegliai particolarmente<br />
dolorante a causa del percorso che avevamo<br />
seguito il giorno prima, in particolare alle<br />
ginocchia, per cui Alvise mi consigliò <strong>di</strong><br />
utilizzare le racchette per alleggerire il peso<br />
sulle gambe e trovare una posizione <strong>di</strong><br />
maggiore equilibrio sul terreno accidentato<br />
che dovevamo esaminare.<br />
Non amavo molto l’uso delle racchette,<br />
tanto care agli escursionisti tedeschi e oramai<br />
<strong>di</strong>ffuse anche tra i turisti italiani, forse proprio<br />
come il conta<strong>di</strong>no che desiderava dormire al<br />
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