La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
Coppa del Mondo, dove una moltitudine di persone sulle gradinate ci incitava con urla ed applausi. Sapevo che c’era Lucilla insieme a tanti altri amici, ma nella ressa e confusione generale, non individuai nessuno dei conoscenti anche perché ero concentrato sulla gara. Se questo primo tratto era tutto un vociare, l’equilibrio era incerto perchè gli altri concorrenti spingevano e strattonavano, arrivati all’inizio della valle di Landro, lì dove iniziava la salita, una prima selezione ci consentì di distanziarci e, entrati nel bosco, il silenzio prese il sopravvento su tutto, rotto solo dallo scivolare degli sci e dal respiro che pian piano diventava sempre più affannoso ma regolare. Alvise mi precedeva di pochi metri ed io, se pur affaticato perchè il tratto era in costante leggera salita, cercavo di seguirlo e nello stesso tempo ammiravo gli alberi intorno a me carichi di neve. Ogni tanto un blocco di neve, staccandosi dai rami, cadeva delicatamente a terra con un 144
umore sordo e piacevole, attutito dalla neve stessa presente in abbondanza sul terreno. Arrivati al Lago di Landro finalmente potemmo godere di un tratto pianeggiante sul lago ghiacciato illuminato dal sole con sullo sfondo la sagoma dell’imponente Cristallo e sul lato sinistro le ripide pareti di Monte Piana. Tranquilli proseguimmo fin oltre Carbonin quando Alvise si fermò di colpo come stordito, perse quasi l’equilibrio, ed io pensai che la stanchezza ed il freddo avessero provocato un eccesso di affaticamento. Mi sbagliavo, perché guardandolo in faccia, vidi che aveva gli occhi fissi nel vuoto, muoveva le labbra come se parlasse con qualcuno ed infine quasi urlò Il tutto durò non più di mezzo minuto e lì per lì non capii le sue parole ma ben preso lo invitai a spiegarsi. Lui si appoggiò a me e mi disse
- Page 93 and 94: Purtroppo il tempo si era leggermen
- Page 95 and 96: La ricerca A metà Settembre il lav
- Page 97 and 98: Provammo a cercare di un’infermie
- Page 99 and 100: sorella di Lucia, che era sposata m
- Page 101 and 102: fosse stata sua>> disse, tentando d
- Page 103: Parte Seconda L’inverno 103
- Page 106 and 107: La curiosità del sapere è solo pa
- Page 108 and 109: Christian, pensava di effettuare un
- Page 110 and 111: specialità del luogo per cui gli o
- Page 112 and 113: Per fortuna non a tutti la ricchezz
- Page 114 and 115: punto terminale della strada percor
- Page 116 and 117: Nel frattempo una pioggerella fine
- Page 118 and 119: Poi fu Christian ad entrare e io ri
- Page 120 and 121: Prontamente chiamò il 118, sperand
- Page 122 and 123: una volta contro il parere di Lucil
- Page 124 and 125: Poi nel 1917 si iniziò a costruire
- Page 126 and 127: meravigliosa incastonata tra le pi
- Page 128 and 129: Il mio obiettivo era quello di impi
- Page 130 and 131: Un amico in particolare ricercai e
- Page 132 and 133: altrimenti sarei molto grato se mi
- Page 134 and 135: Alvise rimase profondamente colpito
- Page 136 and 137: Che collegamento c’era con il mio
- Page 138 and 139: Decidemmo quindi di effettuare il t
- Page 140 and 141: Erano ormai le 11.00 di mattina e s
- Page 143: La gara di fondo La mattina della g
- Page 147 and 148: dentro quella trincea scavata nella
- Page 149: ma ci ripromettemmo di sentirci a p
- Page 152 and 153: si aprivano sulla parete verticale
- Page 154 and 155: ed il rame alle fabbriche del Cador
- Page 156 and 157: Nella prima ora non trovammo nulla
- Page 158 and 159: freddo perchè abituato così dall
- Page 160 and 161: La racchetta era incurvata e saldam
- Page 162 and 163: Procedemmo per diversi metri evitan
- Page 164 and 165: . Ormai era pomeriggio inoltrato, t
- Page 166 and 167: mentre io preso da una profonda tri
- Page 168 and 169: fino a trasferirsi nella mia anima
- Page 171: Ognuno di noi ha qualche piccolo se
- Page 175 and 176: Ringraziamenti e dediche Dedico que
Coppa del Mondo, dove una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
persone sulle gra<strong>di</strong>nate ci incitava con urla ed<br />
applausi.<br />
Sapevo che c’era Lucilla insieme a tanti altri<br />
amici, ma nella ressa e confusione generale,<br />
non in<strong>di</strong>viduai nessuno dei conoscenti anche<br />
perché ero concentrato sulla gara.<br />
Se questo primo tratto era tutto un vociare,<br />
l’equilibrio era incerto perchè gli altri<br />
concorrenti spingevano e strattonavano,<br />
arrivati all’inizio della valle <strong>di</strong> <strong>La</strong>ndro, lì dove<br />
iniziava la salita, una prima selezione ci<br />
consentì <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanziarci e, entrati nel bosco, il<br />
silenzio prese il sopravvento su tutto, rotto<br />
solo dallo scivolare degli sci e dal respiro che<br />
pian piano <strong>di</strong>ventava sempre più affannoso<br />
ma regolare.<br />
Alvise mi precedeva <strong>di</strong> pochi metri ed io, se<br />
pur affaticato perchè il tratto era in costante<br />
leggera salita, cercavo <strong>di</strong> seguirlo e nello stesso<br />
tempo ammiravo gli alberi intorno a me<br />
carichi <strong>di</strong> neve.<br />
Ogni tanto un blocco <strong>di</strong> neve, staccandosi<br />
dai rami, cadeva delicatamente a terra con un<br />
144