La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci

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28.05.2013 Views

Coppa del Mondo, dove una moltitudine di persone sulle gradinate ci incitava con urla ed applausi. Sapevo che c’era Lucilla insieme a tanti altri amici, ma nella ressa e confusione generale, non individuai nessuno dei conoscenti anche perché ero concentrato sulla gara. Se questo primo tratto era tutto un vociare, l’equilibrio era incerto perchè gli altri concorrenti spingevano e strattonavano, arrivati all’inizio della valle di Landro, lì dove iniziava la salita, una prima selezione ci consentì di distanziarci e, entrati nel bosco, il silenzio prese il sopravvento su tutto, rotto solo dallo scivolare degli sci e dal respiro che pian piano diventava sempre più affannoso ma regolare. Alvise mi precedeva di pochi metri ed io, se pur affaticato perchè il tratto era in costante leggera salita, cercavo di seguirlo e nello stesso tempo ammiravo gli alberi intorno a me carichi di neve. Ogni tanto un blocco di neve, staccandosi dai rami, cadeva delicatamente a terra con un 144

umore sordo e piacevole, attutito dalla neve stessa presente in abbondanza sul terreno. Arrivati al Lago di Landro finalmente potemmo godere di un tratto pianeggiante sul lago ghiacciato illuminato dal sole con sullo sfondo la sagoma dell’imponente Cristallo e sul lato sinistro le ripide pareti di Monte Piana. Tranquilli proseguimmo fin oltre Carbonin quando Alvise si fermò di colpo come stordito, perse quasi l’equilibrio, ed io pensai che la stanchezza ed il freddo avessero provocato un eccesso di affaticamento. Mi sbagliavo, perché guardandolo in faccia, vidi che aveva gli occhi fissi nel vuoto, muoveva le labbra come se parlasse con qualcuno ed infine quasi urlò Il tutto durò non più di mezzo minuto e lì per lì non capii le sue parole ma ben preso lo invitai a spiegarsi. Lui si appoggiò a me e mi disse

Coppa del Mondo, dove una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

persone sulle gra<strong>di</strong>nate ci incitava con urla ed<br />

applausi.<br />

Sapevo che c’era Lucilla insieme a tanti altri<br />

amici, ma nella ressa e confusione generale,<br />

non in<strong>di</strong>viduai nessuno dei conoscenti anche<br />

perché ero concentrato sulla gara.<br />

Se questo primo tratto era tutto un vociare,<br />

l’equilibrio era incerto perchè gli altri<br />

concorrenti spingevano e strattonavano,<br />

arrivati all’inizio della valle <strong>di</strong> <strong>La</strong>ndro, lì dove<br />

iniziava la salita, una prima selezione ci<br />

consentì <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanziarci e, entrati nel bosco, il<br />

silenzio prese il sopravvento su tutto, rotto<br />

solo dallo scivolare degli sci e dal respiro che<br />

pian piano <strong>di</strong>ventava sempre più affannoso<br />

ma regolare.<br />

Alvise mi precedeva <strong>di</strong> pochi metri ed io, se<br />

pur affaticato perchè il tratto era in costante<br />

leggera salita, cercavo <strong>di</strong> seguirlo e nello stesso<br />

tempo ammiravo gli alberi intorno a me<br />

carichi <strong>di</strong> neve.<br />

Ogni tanto un blocco <strong>di</strong> neve, staccandosi<br />

dai rami, cadeva delicatamente a terra con un<br />

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