PDF, 3.23MB - Fiamme Cremisi
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42<br />
pROfILIIERI<br />
sPIoNaggIo,<br />
sVelaTI I segreTI DeI De carlI<br />
DAI COLOMBI VIAGGIATORI AI MESSAGGI IN BOTTIGLIA.<br />
IN UN LIBRO SU DUE EROI DELLA GRANDE GUERRA.<br />
“Pagine inedite di spionaggio nella prima guerra<br />
mondiale” è il titolo del libro che ha inteso onorare<br />
due bersaglieri tiezzesi, insigniti di Medaglia d’Oro,<br />
i fratelli Giuseppe e Nicolò De Carli.<br />
Il primo nicolo’ detto “Ino” da aspirante Ufficiale<br />
del 3° bers., il 2 ott. 1916 si era gia distinto nella<br />
presa della vetta di Col bricon “gettando scompiglio<br />
tra le fila nemiche” recita la motivazione della<br />
Medaglia di Bronzo che gli era stata attribuita.<br />
nel 1918 entra a far parte del gruppo informatori<br />
“giovane Italia” del 3°C.A. (oggi diremmo SISMI ).<br />
lo stesso avviene per il fratello “Giulio” di incarico<br />
telegrafista che raggiunge il fratello con il grado di<br />
c.le, (all’epoca era la professionalità più avanzata,<br />
oggi parleremmo di perito informatico, era il<br />
periodo in cui le poste si trasformavano in poste<br />
e telgrafi ). Venne accolta la richiesta dei due<br />
fratelli di essere inviati nelle retrovie nemiche per<br />
raccogliere informazioni. Lo scenario e’ drammatico<br />
fin dalle prime battute. l’operazione ebbe inizio<br />
tramite volo notturno radente con condizione di<br />
luna favorevole presso la Comina. due tentativi<br />
andarono a vuoto perche’ si trovarono in fase di<br />
atterraggio sotto tiro dei razzi che li sfiorarono e<br />
aerei nemici che si erano sollevati in volo o per<br />
la presenza di nubi.<br />
Furono infine calati il 29 luglio con successo,<br />
vestiti da pescatori,nella laguna di Caorle con<br />
un idrovolante. Privi di documenti. raggiunsero<br />
Tiezzo,loro area operativa, l’8 agosto.<br />
Occorreva aggirare posti di controllo, muoversi<br />
distanziati, non farsi prendere con i messaggi<br />
cifrati (colombigrammi – foglietti di 15 x 8,30<br />
cm piegati per otto) che venivano trasmessi con<br />
piccioni o con bottiglie che la stessa mamma<br />
lanciava dal ponte di Tremeacqua (confluenza<br />
Meduna Livenza). Con la disposizione della<br />
biancheria stesa sul prato veniva indicato ai<br />
ricognitori il mezzo adottato. In famiglia De Carli<br />
non si sono mai fatti tanti bucati!<br />
Un lancio sospetto di piccioni da un «Caproni» e il<br />
ritrovamento di una colombaia con colombo misero<br />
sull’avviso gli austriaci che iniziarono una serrata<br />
caccia ai due fratelli. dovettero vivere nascosti<br />
nutrendosi di pannocchie di granturco e zucche.<br />
vennero tese anche trappole, ma invano.<br />
Giuseppe venne tuttavia catturato il 13 ottobre,<br />
incatenato all’austriaca maniera, con i polsi<br />
insaguinati, e portato in prigione alla periferia di<br />
Portogruaro, per essere giustiziato il giorno dopo<br />
(pensate che la cattura avvenne alla presenza<br />
della mamma che con grande coraggio e fermezza<br />
d’animo dovette far finta di non conoscerlo per<br />
non compromettere la missione.<br />
All’una di notte con una spallata sfondò la porta<br />
e fuggì inseguito da soldati e gendarmi. l’uno<br />
novembre i nostri eroi si unirono alle vittoriose<br />
truppe italiane che avanzavano verso Udine. il 2<br />
novembre del 1918 ebbe termine la missione.<br />
Ponderose le notizie che avevano fornito in quel<br />
periodo sulla dislocazione e movimenti di grandi<br />
Unità, e sul morale dei Quadri ufficiali e della<br />
truppa. Le loro informazioni contribuirono ad<br />
accelerare i tempi della riscossa. Al termine del<br />
conflitto ai due fratelli fu conferita la Medaglia<br />
d’Oro. Nicolo’ venne pure decorato di croce di<br />
guerra al V.M. italiana, belga e polacca! Ma la<br />
personalità dei due fratelli va letta e completata<br />
alla luce dell’impegno civile che li ha contraddistinti<br />
in tempo di pace. Nicolò divenne Procuratore<br />
Generale di una Società assicurativa e coordinatore<br />
della sez. bers. a Torino. Eletto nella Camera dei<br />
Deputati per due legislature. Morì nel ’37 a soli<br />
44 anni a seguito di un’affezione polmonare<br />
contratta per i disagi patiti in guerra. Giuseppe fu<br />
agente di assicurazione, Commissario prefettizio<br />
a Latisana e Vice Podestà di Pordenone. Fece<br />
parte anche della commissione per ricercare fra i<br />
campi di battaglia la salma di quella che poi fu il<br />
milite ignoto. Muore a Pordenone nel novembre<br />
1960 a 63 anni. Il testo si conclude con alcune<br />
note sull’organizzazione dello spionaggio e del<br />
controspionaggio; sul contributo dell’aviazione in<br />
questo settore ( dove si sofferma su alcuni eroi<br />
che oggi prendono il nome di cavalieri dell’aria),<br />
e della marina (si ricorda il film «senza bandiera»<br />
con Paolo Stoppa).<br />
Ma a proposito di cinema, non vi sembra di essere<br />
usciti al termine della lettura di queste righe, che ci<br />
hanno fatto rivivere alcuni momenti delle imprese<br />
dei nostri eroi, da una sala cinematografica dove<br />
abbiamo assistito allo sviluppo di una pellicola che<br />
ci ha lasciato con il fiato sospeso? La sensazione<br />
è che a volte la realtà supera La fantasia. La<br />
regia sembra affidata a un Dio giusto, che ci fa<br />
vivere momenti di difficoltà e di contrasto ma,<br />
vIvI BERSAGLIERI<br />
nel tempo, ma è solo una questione di tempo:<br />
un parametro che per la corretta lettura della<br />
storia richiede una cifra più grande, ripristina i<br />
giusti equilibri. Alla fine il bene o la giusta causa<br />
prevalgono sulle misere vicende umane, spesso<br />
caratterizzate da contrasti alla cui origine esistono<br />
meri interessi materiali, territoriali o quant’altro<br />
in spregio al comune sentire dell’uomo normale.<br />
Quest’ultimo è il vero costruttore della storia in<br />
quanto in essa interpreta la massa. Non esiste<br />
leader se non ha una massa a cui rivolgersi. Noi<br />
bersaglieri nel nostro modo di essere abbiamo<br />
fatto un passo avanti: viviamo per cultura<br />
intrinseca l’osmosi tra il leader e la massa. E<br />
lo riscontriamo dalle origini del nostro essere<br />
bersaglieri, quando il Comandante di Reggimento<br />
lo ricordiamo per averlo visto in testa alla nostra<br />
corsa reggimentale a dividere l’affanno ed il sudore,<br />
e in combattimento in testa, a dividere l’onore ed<br />
il sangue versato per la Patria. Questi principi nei<br />
fratelli De Carli hanno trovato una sintesi completa:<br />
l’uno Ufficiale, l’altro caporale. L’augurio, visto<br />
che queste riflessioni appariranno nell’ultimo<br />
numero de «I Bersaglieri», e che questi principi<br />
siano sempre fortemente sentiti dai bersaglieri<br />
d’Italia e costituiscano il loro specifico DNA, anche<br />
dopo il congedo. Qui ha termine il racconto, se<br />
sono riuscito a coinvolgervi , immaginate che al<br />
vostro fianco vi siano due anziani signori che nel<br />
momento delle grandi scelte vi indicano la giusta<br />
via da seguire, sono Ino e Giulio, che avrebbero<br />
110 e 106 anni. Forse potremmo avere delle<br />
perplessità sull’età, ma sui principi non possiamo<br />
avere dubbi, quelli devono sicuramente essere<br />
sempre costantemente gridare «presente!» nelle<br />
nostre coscienze.<br />
Bersagliere Pio Langella