PDF, 3.23MB - Fiamme Cremisi
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pROvInCEROMA<br />
140° aNNIVersarIo XX seTTemBre<br />
BreccIa DI PorTa PIa<br />
celebrazione di roma capitale 17-18-19-20 settembre 2010<br />
“L'Italia si desta, svegliate Roma". Era il 20 settembre del 1870<br />
quando i bersaglieri - urlando questa frase - entrarono a Roma<br />
grazie a una breccia di 30 metri, occupando la città che fu poi<br />
annessa al Regno d'Italia. Quel giorno decretò la fine dello Stato<br />
pontificio e del potere temporale dei Papi. L'anno successivo la<br />
capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio<br />
1871, n. 33).<br />
Nel punto esatto in cui fu aperta la breccia, furono eretti il<br />
monumento in marmo e bronzo per commemorare l'evento e il<br />
Monumento al Bersagliere.<br />
Quest'anno le celebrazioni hanno assunto un tono particolarmente<br />
importante perché, per la prima volta, è stato presente il segretario<br />
di Stato Vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone. Segno delle buone<br />
relazioni tra Italia e Vaticano. Hanno partecipato, infatti, anche<br />
il presidente Giorgio Napolitano e il sindaco di Roma, Gianni<br />
Alemanno.<br />
La Porta Pia è una delle porte che si aprono nelle Mura Aureliane<br />
di Roma, divenuta particolarmente nota il 20 settembre 1870,<br />
quando il tratto di mura adiacente la porta fu lo scenario della<br />
fine dello Stato Pontificio.<br />
Dopo cinque ore di cannoneggiamento, l'artiglieria del Regno<br />
d'Italia aprì una breccia che consentì ai bersaglieri e ad altri<br />
reparti di fanteria di entrare in città. Nel punto esatto in cui fu<br />
aperta la breccia, una cinquantina di metri ad ovest della porta,<br />
è stato eretto un monumento in marmo e bronzo; di fronte alla<br />
porta, al centro del piazzale di Porta Pia, si trova il Monumento<br />
al Bersagliere, opera di Publio Morbiducci, posto nel 1932 su<br />
commissione di Mussolini. Alle 5 e un quarto del mattino del 20<br />
settembre 1870 vengono sparati dall'artiglieria italiana i primi<br />
due colpi di cannone contro le mura di Roma, all'altezza di porta<br />
Maggiore e porta Pia, ai quali fanno seguito cannonate eseguite<br />
con pezzi da nove. Il tenente De Buttet, dall'osservatorio di Santa<br />
Maria Maggiore avverte immediatamente il ministero della Guerra<br />
Il Papa Bersagliere. Gli Zuavi.<br />
vIvI BERSAGLIERI<br />
di piazza della Pilotta. Quaranta minuti dopo l'osservatorio vaticano<br />
avvisa che il fuoco è più intenso tra porta Salaria e porta San<br />
Giovanni, ma alle 6.35 appare continuo tra Villa Pamphilj e porta<br />
San Pancrazio.<br />
Pio IX è in piedi da due ore e si mostra molto calmo. In cuor suo<br />
capisce che non sarebbe opportuno difendersi. E invece viene a<br />
sapere che l'artiglieria risponde al fuoco tra Villa Carpegna e Villa<br />
Pamphilj. Viene inviato il tenente Scenet a imporre di astenersi dal<br />
rispondere alle cannonate; non serve a nulla. Piazza San Pietro<br />
peraltro è presidiata da due compagnie di fanteria agli ordini del<br />
colonnello Azzanesi, comandante della zona di Trastevere dal<br />
Vaticano a Porta Portese. Tutto il corpo diplomatico arriva in<br />
carrozza alle 7 a piazza San Pietro e viene fatto entrare nel palazzo<br />
Apostolico; presenzia la messa officiata dal papa. Le cannonate<br />
fanno tremare i vetri, ma Pio IX mantiene la più assoluta tranquillità<br />
e appare anche sorridente. Dopo la funzione riunisce i diplomatici<br />
nella biblioteca privata e pronuncia un discorso in cui denuncia<br />
quell'assalto degli Italiani come "attentato sacrilego".<br />
Il cannoneggiamento si fa più intenso da Porta Pia a Porta San<br />
Giovanni. Il Papa vuole la resa e, assente il Kanzler, manda a<br />
dire al colonnello Azzanesi di innalzare subito a bandiera bianca.<br />
Al posto di una bandiera bianca viene innalzato sull'osservatorio<br />
di San Pietro un drappo, attaccato alla croce, in modo che sia<br />
visto su tutta la linea di assalto. Ma tarderà ad essere visto dalle<br />
varie zone delle mura difese dai papalini. Intanto gli artiglieri<br />
italiani risalgono su via Nomentana verso Porta Pia; con loro<br />
è Edmondo De Amicis, in veste di giornalista. La Porta Pia si<br />
distingue anche da lontano in fondo alla strada dritta. Si vedono<br />
"le materasse legate al muro dai pontifici, e già per metà arse dai<br />
nostri fuochi", ricorderà lo scrittore piemontese nel libro “Le tre<br />
capitali”, e così pure "le colonne della porta, le statue, i sacchi<br />
di terra ammonticchiati sulla barricata costrutta dinanzi". Due<br />
pezzi dell'artiglieria italiana invece seguitano a tirare contro la