PDF, 3.23MB - Fiamme Cremisi
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vIvI BERSAGLIERI<br />
pROvInCEBOLzAnO<br />
TerrITorI alPINI e arrUolameNTo<br />
Nel corPo DeI BersaglIerI<br />
VIsTI Da aDelINo FerrarIN<br />
Bersagliere dell’8° dal novembre 1961 alla primavera del 1963<br />
Da giovane sono stato uno dei pochissimi<br />
bersaglieri a provenire dalla Provincia di<br />
Bolzano.<br />
Quand’ero militare e per un certo periodo<br />
anche dopo, visto che tornando a casa non<br />
avevo mai avuto l’occasione di incontrarne<br />
un altro, m’ero fatto l’idea di essere un caso<br />
raro. Oltretutto, le personali motivazioni per<br />
le quali avevo richiesto l’arruolamento nei<br />
bersaglieri, come l’attrazione verso le attività<br />
sportive del Corpo dei bersaglieri e l’intensa<br />
attività alle quali ogni bersagliere veniva<br />
sottoposto, cosa alla quale io ero abituato fin<br />
da giovane, mi avevano indotto a pensare di<br />
essere uno dei pochissimi ad aver avanzato<br />
una simile richiesta.<br />
Alla fine della mia ferma, l’Aiutante di Campo<br />
del Comandante l’8° reggimento al quale<br />
sono stato in forza mi propose di associarmi<br />
all’Associazione Nazionale Bersaglieri cosa<br />
che accettai con entusiasmo.<br />
Successivamente venni contattato da un bersagliere<br />
dell’ Associazione bersaglieri di Bolzano<br />
e scoprii così che nella provincia di Bolzano<br />
c’era un bel gruppo di persone che nell’ultimo<br />
conflitto avevano combattuto da bersaglieri e<br />
che dopo il conflitto parecchi reggimenti non<br />
esistevano più. Così era successo anche dopo<br />
la Grande Guerra!<br />
25 anni dopo il mio congedo, nel 1988, in<br />
seguito ad un infarto, mi sono ritrovato nel<br />
Centro di Riabilitazione per cardiopatici di<br />
Longostagno sul Renon. Un paesino collocato<br />
tra Collalbo e Barbiano, in una zona isolata e<br />
tranquilla poco frequentata dai mezzi motorizzati,<br />
un’aria purissima adatta a chi doveva<br />
recuperare una certa normalità nella conduzione<br />
della vita futura.<br />
In quel Centro ho conosciuto molte persone che<br />
come me avevano avuto qualche disavventura<br />
cardiologica e avevano tanta voglia di continuare<br />
a vivere e socializzavano in allegria.<br />
Una sera decidemmo di organizzare una cenetta<br />
in una “Gasthaus”, osteria/trattoria, che si<br />
trova sul percorso che a piedi dalla stazione<br />
ferroviaria di Campodazzo porta a Longostagno<br />
e Monte di Mezzo, sul Renon.<br />
La signora Zilli e Thomas, i proprietari del vecchio<br />
locale che si trova ai piedi della collinetta dove<br />
è situata una meravigliosa e piccolissima ma<br />
storica Chiesa, erano divenuti nostri amici e<br />
accettarono di buon grado ad ospitarci.<br />
Quella sera eravamo una quindicina, tutti provenienti<br />
da località diverse dell’Alto Adige e con<br />
una gran voglia di fare un po’ di baldoria.<br />
Dopo cena e abbondanti libagioni con il vino<br />
della casa, incominciammo a intonare qualche<br />
canzone di montagna e naturalmente, visto che<br />
io ero stato un bersagliere, qualche canzone<br />
bersaglieresca.<br />
Nella saletta erano presenti due anziane signore<br />
che si sono messe a cantarle con noi con perfetta<br />
intonazione e conoscenza dei testi.<br />
Stupito di questo fatto chiesi alle signore<br />
come avessero imparato le canzoni bersaglieresche.<br />
Mi risposero che da bambine le avevano<br />
imparate a scuola e le avevano cantate poi<br />
con dei bersaglieri che avevano conosciuto<br />
quand’erano ragazze.<br />
Questa esperienza mi ha fatto riflettere e<br />
cambiare la mia opinione sulla quantità di<br />
bersaglieri del Trentino/Alto Adige.<br />
Come Presidente della Sezione A.N.B. di Bolzano<br />
avevo iscritto alcuni entusiasti bersaglieri<br />
Sud Tirolesi che erano appartenuti al 7° Rgt.<br />
di Bolzano, ma non pensavo fossero stati<br />
così numerosi! In seguito però ho imparato a<br />
conoscere molti figli e parenti di bersaglieri<br />
di quel glorioso 7° reggimento.<br />
Da alcuni bersaglieri, amici miei, avevo appreso<br />
le loro esperienze nella compagnia ciclisti.<br />
Dall’attuale sede della Questura e Polizia di<br />
Bolzano, situata in via Dante, allora sede del<br />
7°, partivano pedalando per Lana e per Passo<br />
Palade, una strada che subito dopo la guerra<br />
io ricordo essere stata ricoperta di pietrisco di<br />
porfido, e poi verso il Passo Mendola. In questo<br />
tratto essi avevano sperato di poter affrontare<br />
la discesa verso Bolzano ancora in bicicletta.<br />
Invece, al Passo Mendola veniva dato loro l’ordine<br />
di fermarsi, ripiegare velocemente le loro<br />
“carole” e porsele sulle spalle per proseguire<br />
velocemente a piedi verso la città.<br />
Arrivati alla periferia della città risistemavano<br />
le ”cariole” e cantando percorrevano le vie<br />
cittadine fino alla sede del 7° reggimento, una<br />
vecchia caserma Austro/Ungarica.<br />
Quel reggimento nel 2° Conflitto mondiale<br />
fu per ben tre volte distrutto e ricostituito e,<br />
pur conoscendo che l’arruolamento al 7° era<br />
avvenuto con giovani provenienti dal Veneto<br />
e dalla Lombardia, molti, compresi giovani<br />
di madre lingua tedesca, sicuramente erano<br />
stati arruolati tra i giovani dei paesi e valli del<br />
territorio alpino del Trentino/Alto Adige.<br />
Va ricordato inoltre che in quel periodo l’8°<br />
reggimento. aveva allora sede a Verona e il<br />
3° a Milano.<br />
Bers. Adelino Ferrarin<br />
Presidente regionale A.N.B.<br />
del Trentino Alto Adige<br />
Bolzano e Trento. Sono le due province autonome del Trentino<br />
Alto Adige a fregiarsi del titolo di città dalla vivibilità migliore<br />
nel tradizionale rapporto realizzato dal Sole 24 Ore sulle 107<br />
province italiane.<br />
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