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PDF, 3.23MB - Fiamme Cremisi

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30<br />

pROvInCEtREvISO<br />

raDUNo DI PoNTe DI PIaVe,<br />

salgareDa.<br />

saN BIagIo DI callalTa<br />

Anniversario del sacrificio di Eros Perinotto, M.O. al Valor Civile<br />

Avremmo potuto parlare del bersagliere Eros Perinotto nella rubrica “Profili di<br />

Ieri” accostandolo alle personalità di rilievo che si sono distinte del Corpo dei<br />

bersaglieri. Lo facciamo invece vincolandolo ad una celebrazione legata alla<br />

terra trevigiana che lo ricorda ogni anno, per sentirlo sempre presente. E’ in<br />

questa terra di lavoro che, attraverso il supremo sacrificio a favore del prossimo,<br />

in circostanze di estrema emergenza, si è interrotta la sua giovane esistenza.<br />

Correva l’anno 1966, alluvione del 5 novembre.<br />

Le celebrazioni hanno avuto luogo il 23 e 24 ottobre. Il clou degli eventi nello<br />

scoprimento della Lapide e Monumento posti nel luogo ove avvenne il sacrificio,<br />

alla presenza di Autorità Civili, Militari, Religiose e del Presidente Nazionale Gen<br />

C.A. Benito Pochesci.<br />

Hanno fatto da cornice i bersaglieri della provincia di Treviso, del Veneto e alcune<br />

sezioni del vicino Friuli Venezia Giulia. La fanfara di Jesolo il sabato, la fanfara<br />

della “Brigata Ariete” e di San Donà di Piave. Il gruppo storico mezzi di guerra.<br />

Hanno aderito con la loro presenza o loro delegati i sindaci dei comuni di Ponte<br />

di Piave dott. Roberto Zanchetta, Salgareda dott. Vito Messina e San Biagio di<br />

Callalta dott. Pinese Francesca. Il Col Patanè dell’11° Reggimento e del 132°<br />

cr. Col Greco. La Croce Rossa, la protezione Civile e i Vigili hanno garantito la<br />

sicurezza e l’ordinato sviluppo delle varie iniziative che si sono sviluppate nelle<br />

giornate del week-end cremisi gestito ottimamente dal cerimoniere bers. Ten.<br />

Antonio Antoniazzi. Speaker d’eccezione l’onnipresente cav. Antonio Bozzo,<br />

divenuto Presidente della Regione Veneto, che come sempre ha ritmato con<br />

la sua voce le varie fasi della manifestazione alla memoria della medaglia d’oro<br />

Ero Perinotto. Il “Messaggero <strong>Cremisi</strong>”, attraverso l’allocuzione ufficiale tenuta<br />

dal Consigliere Nazionale Gen. Vezio Vicini, intende far memoria di questo eroe<br />

del nostro tempo perché sia di viatico alle giovani generazioni.<br />

“Siamo riuniti oggi per ricordare quel lontano novembre 1966, quando il<br />

Piave ruppe gli argini a Negrisa, a Sant’Andrea di<br />

Barbarana e Zenson; per ricordare le ventisette<br />

vittime di quei tragici frangenti; per ricordare un<br />

ragazzo, un soldato, un Bersagliere, Ero Perinotto,<br />

che pochi giorni prima, il 18 ottobre, aveva compiuto<br />

21 anni, e che sacrificò la propria vita per un atto<br />

di estrema generosità, di altruismo, di amore, di<br />

eroismo. In servizio al XXXVIII° btg. B. del 132° rgt.<br />

cr. Di Aviano con l’incarico di radiofonista, sarebbe<br />

stato congedato un paio di settimane dopo, ma<br />

la signora con la falce aveva deciso, quel tragico<br />

5 novembre, di porre fine alla sua giovinezza, ai<br />

suoi sogni, alla sua speranza di un futuro sereno e<br />

laborioso, precipitando in una inconsolabile tragedia i<br />

genitori ed i familiari. Una tragedia che non può essere<br />

compresa a fondo se non da coloro che ha non figli,<br />

un amore crudelmente percosso, un sentimento di<br />

solitudine e rimpianto che li ha accompagnati tutta la<br />

vita. … Io sono testimone di quanto i giovani siano<br />

capaci di vero altruismo avendo operato con loro<br />

al Vajont, a Firenze, in Friuli, e ne ho ammirato e<br />

mi hanno commosso la loro abnegazione ed il loro<br />

amore. Eros Perinotto era un generoso e questa<br />

vIvI BERSAGLIERI<br />

sua dote lo ha portato all’estremo sacrificio, in una consapevole scelta, come<br />

si evince dagli avvenimenti di quella terribile giornata. Il suo plotone, al comando<br />

del Ten. Gianfranco Scaglione su allarme, aveva lasciato Aviano. Viene<br />

subito impiegato con i tre cingolati, di cui uno si ferma di riserva nella zona di<br />

Levada. Perinotto rimane ad Oderzo con i ruotati, ma è deluso, amareggiato.<br />

Vuole essere di aiuto: questa è la sua terra, questa è la sua gente, il Piave è<br />

il suo fiume dell’infanzia. La necessità di soccorrere una donna che sta per<br />

partorire impone l’utilizzo anche del terso cingolato fermo a Levada, ma con<br />

la radio in avaria. Perinotto si fa avanti, fa presente che dispone di una radio<br />

di riserva, si offre per raggiungere il mezzo e sostituire l’apparato, cosa che si<br />

attua in tempi brevissimi. Il carro quindi scende nell’acqua che è sempre più<br />

impetuosa, il cingolato sempre meno stabile, si alza e si abbassa sulla corrente,<br />

mentre il capocarro cerca di raggiungere la località dove aiutare la gestante. Poi<br />

uno schianto, il motore si ferma, tutto gira vorticosamente, il mezzo s’inclina,<br />

entra nel pieno della corrente, se ne va veloce, inarrestabile, ingovernabile.<br />

“Abbandonate il mezzo”, ordina il capo carro ed i Bersaglieri si lanciano fuori.<br />

Ma Perinotto è fermo alla radio, sa che il suo dovere è comunicare la posizione<br />

e lo stato di emergenza sì che i suoi commilitoni possano essere soccorsi. “Vai”<br />

gli dice ancora il capo carro e lo afferra per un braccio, ma un altro colpo lo<br />

scaraventa fuori. Perinotto è solo, l’acqua gli sale intorno, il mezzo si rovescia,<br />

affonda e Perinotto con esso. Sarà il Ten. Scaglione il primo a raggiungere il<br />

carro sprofondato nell’acqua, sarà lui a recuperare i Bersaglieri aggrappati ai<br />

rami degli alberi. Li conta, ne manca uno! Si getta in acqua, cerca più volte di<br />

entrare nel carro, inutilmente. Lo salveranno appena in tempo, quando stava per<br />

annegare paralizzato dal freddo. Ma Perinotto se ne era già andato, trascinato<br />

dalla corrente del suo Piave. Il suo corpo fu trovato nel tardo pomeriggio del<br />

sei novembre, a pochi passi dalla sua casa. Ecco, noi abbiamo potuto rivivere<br />

come un prodigio un gesto eroico, abbiamo su<br />

suggellato nobilmente un fiero e virile concetto di<br />

vita, assolvendo un dovere sacro, compiendo con<br />

lo stesso ideale di Perinotto il suo ultimo viaggio,<br />

la sua ultima impresa, la sua ultima vittoria: quella<br />

dello spirito. Siamo fieri e riconoscenti a questo<br />

bersagliere e ne sentiamo dopo tanti anni, ancora,<br />

tutto il luminoso splendore, raggiunto con il prezzo<br />

più alto, la vita, offerta nel segno della fratellanza,<br />

del senso del dovere, dell’amore. A lenire la pena<br />

che opprime il nostro cuore pensando al sacrificio<br />

di un giovane soldato, vi è la certezza che uomini<br />

come Perinotto non ci lasciano mai. Il suo sorriso<br />

vive e vivrà per sempre nel ricordo e nella gratitudine<br />

di coloro che gli devono la vita, nella costante<br />

presenza nel cuore del fratello e della sorella, nella<br />

ammirazione eterna che si deve agli eroi, nella pietà<br />

riconoscente di coloro che, passando accanto al suo<br />

monumento, gli dedicheranno una preghiera. Viva<br />

sempre la memoria dell’esempio del Bers. Eros<br />

Perinotto. Viva l’Italia. Vivano i Beraglieri.<br />

Bers. Gen. Vezio Vicini

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