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aprile 2012 - ntwk

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18<br />

ARTE<br />

RUBRICA | GIACOMINO PIXI<br />

Intervista a Marco Zamprogna<br />

Quale è stata la tua formazione?<br />

È stata di carattere decisamente<br />

“umanistico”, anche se provavo e provo<br />

interesse per la scienza. Fin da piccolo<br />

sentivo una forte attrazione non solo<br />

per le favole e le filastrocche ma anche<br />

per racconti che mi spalancavano mondi<br />

immaginari, come per esempio quello del<br />

Mago di Oz, che mi leggeva mia madre,<br />

e che esercitava su di me un fascino<br />

particolare. Ero molto sensibile anche<br />

alla musica e mi ricordo ancora l’intensa<br />

emozione che mi suscitavano alcuni<br />

brani fattimi ascoltare da mio padre. Nel<br />

corso degli studi, poi, si aggiunse e si<br />

impose un vero e proprio piacere per la<br />

poesia, in particolare per quella contemporanea:<br />

poi al liceo classico ebbi modo<br />

di conoscere e apprezzare soprattutto<br />

Montale e Quasimodo.<br />

Come sei approdato alla scrittura?<br />

Ho cominciato presto ad abbozzare<br />

romanzi di fantascienza, ma solo nel<br />

2002 è stato decisivo l’incontro con un<br />

racconto di V.Trevisan. Mi ricordo che,<br />

tornato a casa dopo il lavoro, ne lessi<br />

una recensione in cui si sottolineava<br />

l’ambientazione veneta della vicenda.<br />

Si parlava di cose e di un territorio a me<br />

ben noti: rimasi colpito dall’efficacia<br />

letteraria con cui lo scrittore riusciva a<br />

descrivere un mondo di provincia pieno<br />

di problemi e di aspetti inediti e sor-<br />

Pino Roveredo ritratto da Fabio Rinaldi<br />

Isoipse dell’anima<br />

prendenti. Ho cominciato allora<br />

a sentire il bisogno di scrivere,<br />

a mia volta, una testimonianza<br />

relativa alle mie esperienze<br />

vissute in un paesaggio sia<br />

esterno sia intimo intriso di luci<br />

e di ombre.<br />

Ci puoi parlare di Isoipse<br />

dell’anima?<br />

L’ho scritto di getto, contemporaneamente<br />

ad altri lavori.<br />

L’ho completato in due anni<br />

anche divertendomi, nel senso<br />

che non mi è costato troppa<br />

fatica. Tanti ricordi affioravano da soli e<br />

improvvisamente ho sentito il bisogno<br />

di fissarli in un testo. Si trattava di<br />

ricordi, per la maggior parte, di scuola: di<br />

un’epoca che percepivo ormai finita. Era<br />

un modo per mantenere un’identità alla<br />

fine di un’esperienza ricca e difficoltosa<br />

nello stesso tempo: i ricordi diventavano<br />

vissuti e i vissuti ricordi. Le “isoipse”<br />

indicano i livelli in cui appunto ricordi<br />

e vissuti si intrecciano: la metafora del<br />

compenetrarsi dello spazio interiore col<br />

paesaggio pedemontano, sospeso tra<br />

pianura e montagna.<br />

E degli scrittori del Novecento<br />

c’è qualcuno che apprezzi in modo<br />

particolare?<br />

Privilegio tutto il Novecento, da<br />

Schnitzler a Hesse, da Svevo a Bassani,<br />

Montale, ecc. Trakl però è un autore<br />

che mi è sempre vicino. In questi ultimi<br />

anni ho sempre più apprezzato anche<br />

scrittori veneti come Comisso, Piovene,<br />

Parise, Mozzi, Trevisan e altri. Trovo<br />

che esprimono in maniera pregnante<br />

quelle problematiche di vario ordine che<br />

il tumultuoso sviluppo socioeconomico<br />

avvenuto negli ultimi decenni ha suscitato<br />

nella regione in cui vivo.<br />

Quali legami hai con la città di<br />

Trieste?<br />

Con Trieste ho profondi legami<br />

familiari e culturali. Amo il paesaggio<br />

Antonio Sofianopulo<br />

così diverso da quello veneto, il mare e<br />

l’Istria e Muggia in particolare. Di Trieste<br />

preferisco il centro storico con le librerie,<br />

le gallerie d’arte, i vecchi caffè e i<br />

teatri così frequentati pure dai giovani):<br />

per me è il Nord-est del Nord-Est venetofriulano,<br />

una vera e propria “cittadella”<br />

della cultura non solo mitteleuropea,<br />

che però si profila, sulla linea del mare,<br />

come un’isola un po’ appartata. Me ne<br />

sento molto attratto ma nello stesso<br />

tempo un po’ alieno, anche perché vi<br />

sono sempre di passaggio. Inoltre mi<br />

piace ricordare la pittura di Antonio<br />

Sofianopulo e i ritratti fotografici di<br />

Fabio Rinaldi.<br />

Prossimi progetti?<br />

Ho in cantiere un altro romanzo e<br />

diversi generi di scrittura: racconti, aforismi,<br />

testi di canzoni. Concepiti anche<br />

come “esorcismi” dei fantasmi ancora<br />

aleggianti dopo Isoipse dell’anima: un<br />

cercare di liberarsi dai fantasmi attraverso<br />

sempre nuove “metamorfosi”.<br />

Ti ha fatto piacere ricevere il<br />

Premio 2011 per la “Letteratura<br />

europea” a Sarzana?<br />

Sì, mi ha fatto molto piacere, anche<br />

perché non me l’aspettavo. L’ho ricevuto<br />

in un’atmosfera assai gradevole, da parte<br />

di persone, fra cui alcune straniere, di<br />

grande cultura e affabilità. Mi sono sentito<br />

pienamente accolto e riconosciuto,<br />

come di rado capita.<br />

Il libro “Isoipse dell’anima” (pubblicato da Le Edizioni del Porticciolo, La Spezia 2011, con prefazione di Cristina Benussi,<br />

276 pp, 15,00 euro) di Marco Zamprogna verrà presentato dalla prof.ssa Cristina Benussi, Preside della Facoltà<br />

di Lettere e Filosofia, alla libreria Minerva di via San Nicolò 20, a Trieste, giovedì 26 <strong>aprile</strong>, alle ore 18. Alcuni brani saranno<br />

letti dall’attore Andrea Neami, con la collaborazione dell’Associazione culturale “Teatro Immagine Suono” (ACTIS).<br />

L’autore sarà presente. La manifestazione è stata organizzata con il concorso dell’Associazione Juliet.<br />

Per ulteriori info: libreria.minerva@tiscali.it

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