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aprile 2012 - ntwk

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16<br />

ARTE<br />

Orizzonti dischiusi<br />

Un anticipo<br />

su una mostra<br />

alla quale daremo<br />

più spazio<br />

sul prossimo<br />

numero. Fino<br />

al 17 giugno<br />

al Salone<br />

degli Incanti la<br />

rassegna triestina esporrà circa 150<br />

opere dai primi agli ultimi anni<br />

del Novecento. Quadri e sculture che<br />

hanno seguito le sorti degli istituti<br />

di credito, e così oggi il patrimonio<br />

d’arte collezionato a Trieste è finito nei<br />

caveaux senesi. Grazie alla decisione<br />

della Banca Monte dei Paschi di Siena,<br />

da sempre impegnata nella conservazione<br />

e nella valorizzazione del suo importante<br />

patrimonio artistico, queste<br />

opere oggi sono tornate a casa.<br />

Nella rassegna – che vuole essere<br />

un tributo all’arte e alla ricchezza<br />

culturale del territorio triestino e<br />

goriziano e che si innesta su un percorso<br />

di indagine sugli artisti sloveni<br />

– saranno esposte opere di nomi noti:<br />

Mušic, Spacal, Cernigoj, Bambic,<br />

Grom, Saksida, Sirk, Cesar, Palcic,<br />

Kralj. Gli “orizzonti che si dischiudono”<br />

con questa esposizione, consentono<br />

di gettare uno sguardo su opere in<br />

generale ancora poco note al grande<br />

pubblico, realizzate in un territorio che<br />

nel secolo passato è stato al centro di<br />

grandi sconvolgimenti. Informazioni<br />

e prenotazioni: 040.3226862<br />

FVG | LUOGHI VARI<br />

AD APRILE<br />

Arturo Baldan<br />

Nella Sala Comunale d’Arte<br />

di piazza Unità Trieste, la mostra<br />

personale di Arturo Baldan,<br />

intitolata “Il tutto, rappresenta<br />

l’opera compiuta”, si può vedere<br />

fino al 9 <strong>aprile</strong>. La ricerca di Arturo<br />

Baldan – scrive Santese - si<br />

muove da tempo lungo una linea<br />

di coerenza che attraversa ben<br />

definiti punti della storia dell’arte<br />

contemporanea, mantenendo<br />

peraltro viva la dichiarazione di<br />

appartenenza a un mondo interiore,<br />

sommosso da numerosi sussulti<br />

culturali. La<br />

derivazione gestaltica<br />

si legge<br />

nella capacità<br />

dell’opera di<br />

coinvolgere<br />

il fruitore in<br />

una relazione<br />

interattiva,<br />

per cui chi<br />

guarda è sollecitato<br />

talora<br />

a una virtuale<br />

prosecuzione<br />

dell’opera in<br />

un’ulteriorità, capace di assumere<br />

molteplici direzioni di senso.<br />

Pertanto Baldan crea i presupposti<br />

di un movimento che dall’apparente<br />

freddezza razionale del lavoro<br />

arriva ogni volta ad approdi di<br />

sorprendente novità.<br />

www.triestecultura.it<br />

Gli svizzeri a Trieste dal ’700 al ’900<br />

Una mostra dedicata a una comunità molto attiva nella nostra città<br />

INFO VARIE<br />

Carte <strong>2012</strong><br />

Spaziotrart, Trieste, fino al<br />

28 <strong>aprile</strong>: “Carte. Idee Progetti<br />

Opere Finite”, una mostra cui partecipano<br />

Gianna Bentivenga, Maria<br />

Pina Bentivenga, Claudia Cervo,<br />

Alda Filoni, Federico Fumolo, Olga<br />

Danelone, Alberto Deppieri, Franco<br />

Vecchiet. Per dovere o per piacere<br />

tutti gli artisti presenti a questa<br />

mostra hanno utilizzato il mezzo<br />

grafico per esprimersi, per definire<br />

un’immagine, per catturare un’idea.<br />

Il supporto scelto è sempre la carta,<br />

materiale facile, veloce, sempre<br />

disponibile, a volte fatta a mano e<br />

modellata quasi fosse creta.<br />

A volte il disegno è l’intermediazione<br />

necessaria tra l’idea e il<br />

dipinto, altre è il mezzo per poter<br />

sperimentare nuove tecniche,<br />

altre ancora rappresenta di per sè<br />

un’opera finita. Ogni artista usa la<br />

carta seguendo<br />

le proprie<br />

inclinazioni<br />

utilizzandola<br />

per le proprie<br />

opere grafiche,<br />

disegnando o<br />

dipingendo con<br />

matita, carboncino,<br />

sanguigna,<br />

pastelli colorati<br />

e ancora acquarello,<br />

tempera,<br />

a volte olio.<br />

www.trart.it<br />

La mostra dura fino al 15 <strong>aprile</strong> a Palazzo Costanzi a Trieste. Antichi ritratti, documenti e progetti architettonici<br />

accompagnati da suggestivi ingrandimenti fotografici con i luoghi degli svizzeri a Trieste, offrono un’ampia panoramica della<br />

storia della Comunità elvetica triestina - simbolicamente esposti nel palazzo Costanzi, progettato dall’architetto ticinese<br />

Pietro Nobile - che, assieme alle altre diverse comunità etniche e religiose (greca, serba, ebraica, armena…) ha contribuito, tra<br />

Settecento e Novecento, allo sviluppo economico della città, un tempo<br />

fiorente porto dell’Impero asburgico.<br />

Le opere provengono da alcuni dei principali Istituti culturali<br />

e collezioni della città e da collezioni private. Le fotografie,<br />

raffiguranti i principali edifici progettati da architetti svizzeri, sono state<br />

scattate dal fotografo Massimo Goina per la mostra e il volume che uscirà<br />

nell’occasione. In uno spazio-video appositamente predisposto in sala,<br />

sarà inoltre proiettato un documentario sulla storia degli svizzeri a<br />

Trieste, ideato da Annemarie Graf Reina e Giuseppe Reina e realizzato per<br />

l’occasione da Massimo Goina. www.triestecultura.it<br />

Fotografia di Massimo Goina

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