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16<br />
ARTE<br />
Orizzonti dischiusi<br />
Un anticipo<br />
su una mostra<br />
alla quale daremo<br />
più spazio<br />
sul prossimo<br />
numero. Fino<br />
al 17 giugno<br />
al Salone<br />
degli Incanti la<br />
rassegna triestina esporrà circa 150<br />
opere dai primi agli ultimi anni<br />
del Novecento. Quadri e sculture che<br />
hanno seguito le sorti degli istituti<br />
di credito, e così oggi il patrimonio<br />
d’arte collezionato a Trieste è finito nei<br />
caveaux senesi. Grazie alla decisione<br />
della Banca Monte dei Paschi di Siena,<br />
da sempre impegnata nella conservazione<br />
e nella valorizzazione del suo importante<br />
patrimonio artistico, queste<br />
opere oggi sono tornate a casa.<br />
Nella rassegna – che vuole essere<br />
un tributo all’arte e alla ricchezza<br />
culturale del territorio triestino e<br />
goriziano e che si innesta su un percorso<br />
di indagine sugli artisti sloveni<br />
– saranno esposte opere di nomi noti:<br />
Mušic, Spacal, Cernigoj, Bambic,<br />
Grom, Saksida, Sirk, Cesar, Palcic,<br />
Kralj. Gli “orizzonti che si dischiudono”<br />
con questa esposizione, consentono<br />
di gettare uno sguardo su opere in<br />
generale ancora poco note al grande<br />
pubblico, realizzate in un territorio che<br />
nel secolo passato è stato al centro di<br />
grandi sconvolgimenti. Informazioni<br />
e prenotazioni: 040.3226862<br />
FVG | LUOGHI VARI<br />
AD APRILE<br />
Arturo Baldan<br />
Nella Sala Comunale d’Arte<br />
di piazza Unità Trieste, la mostra<br />
personale di Arturo Baldan,<br />
intitolata “Il tutto, rappresenta<br />
l’opera compiuta”, si può vedere<br />
fino al 9 <strong>aprile</strong>. La ricerca di Arturo<br />
Baldan – scrive Santese - si<br />
muove da tempo lungo una linea<br />
di coerenza che attraversa ben<br />
definiti punti della storia dell’arte<br />
contemporanea, mantenendo<br />
peraltro viva la dichiarazione di<br />
appartenenza a un mondo interiore,<br />
sommosso da numerosi sussulti<br />
culturali. La<br />
derivazione gestaltica<br />
si legge<br />
nella capacità<br />
dell’opera di<br />
coinvolgere<br />
il fruitore in<br />
una relazione<br />
interattiva,<br />
per cui chi<br />
guarda è sollecitato<br />
talora<br />
a una virtuale<br />
prosecuzione<br />
dell’opera in<br />
un’ulteriorità, capace di assumere<br />
molteplici direzioni di senso.<br />
Pertanto Baldan crea i presupposti<br />
di un movimento che dall’apparente<br />
freddezza razionale del lavoro<br />
arriva ogni volta ad approdi di<br />
sorprendente novità.<br />
www.triestecultura.it<br />
Gli svizzeri a Trieste dal ’700 al ’900<br />
Una mostra dedicata a una comunità molto attiva nella nostra città<br />
INFO VARIE<br />
Carte <strong>2012</strong><br />
Spaziotrart, Trieste, fino al<br />
28 <strong>aprile</strong>: “Carte. Idee Progetti<br />
Opere Finite”, una mostra cui partecipano<br />
Gianna Bentivenga, Maria<br />
Pina Bentivenga, Claudia Cervo,<br />
Alda Filoni, Federico Fumolo, Olga<br />
Danelone, Alberto Deppieri, Franco<br />
Vecchiet. Per dovere o per piacere<br />
tutti gli artisti presenti a questa<br />
mostra hanno utilizzato il mezzo<br />
grafico per esprimersi, per definire<br />
un’immagine, per catturare un’idea.<br />
Il supporto scelto è sempre la carta,<br />
materiale facile, veloce, sempre<br />
disponibile, a volte fatta a mano e<br />
modellata quasi fosse creta.<br />
A volte il disegno è l’intermediazione<br />
necessaria tra l’idea e il<br />
dipinto, altre è il mezzo per poter<br />
sperimentare nuove tecniche,<br />
altre ancora rappresenta di per sè<br />
un’opera finita. Ogni artista usa la<br />
carta seguendo<br />
le proprie<br />
inclinazioni<br />
utilizzandola<br />
per le proprie<br />
opere grafiche,<br />
disegnando o<br />
dipingendo con<br />
matita, carboncino,<br />
sanguigna,<br />
pastelli colorati<br />
e ancora acquarello,<br />
tempera,<br />
a volte olio.<br />
www.trart.it<br />
La mostra dura fino al 15 <strong>aprile</strong> a Palazzo Costanzi a Trieste. Antichi ritratti, documenti e progetti architettonici<br />
accompagnati da suggestivi ingrandimenti fotografici con i luoghi degli svizzeri a Trieste, offrono un’ampia panoramica della<br />
storia della Comunità elvetica triestina - simbolicamente esposti nel palazzo Costanzi, progettato dall’architetto ticinese<br />
Pietro Nobile - che, assieme alle altre diverse comunità etniche e religiose (greca, serba, ebraica, armena…) ha contribuito, tra<br />
Settecento e Novecento, allo sviluppo economico della città, un tempo<br />
fiorente porto dell’Impero asburgico.<br />
Le opere provengono da alcuni dei principali Istituti culturali<br />
e collezioni della città e da collezioni private. Le fotografie,<br />
raffiguranti i principali edifici progettati da architetti svizzeri, sono state<br />
scattate dal fotografo Massimo Goina per la mostra e il volume che uscirà<br />
nell’occasione. In uno spazio-video appositamente predisposto in sala,<br />
sarà inoltre proiettato un documentario sulla storia degli svizzeri a<br />
Trieste, ideato da Annemarie Graf Reina e Giuseppe Reina e realizzato per<br />
l’occasione da Massimo Goina. www.triestecultura.it<br />
Fotografia di Massimo Goina