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OPUS PISTORUM

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Le invenzioni si trovano in cantina. Si tratta perlopiù di pelapatate di nuovo tipo o<br />

di strambi attrezzi dai molteplici usi domestici. L'unica invenzione pratica è un<br />

nuovo tipo di cemento, leggerissimo, che si sfalda e si sbriciola appena lo tocchi.<br />

Nel complesso, una raccolta di ciarpame. Mutzborg è, lui stesso, altrettanto poco<br />

interessante. Non potrò cavar niente, da lui, buono per il mio articolo. Lui però si<br />

prende terribilmente sul serio.<br />

La moglie e la figlia sono molto meglio. La ragazza avrà sì e no diciottenni. La<br />

madre è un po' sotto i quaranta. È lei che ci ha i soldi, mi ha informato Ernest.<br />

Bella e ricca com'è, non riesco a capire come abbia potuto sposare quel pidocchio<br />

barbuto. Forse perché porta le corna con tanta disinvoltura.<br />

Durante la cena tutto fila a puntino. Non si fanno discorsi indiscreti. Cristo, da<br />

quello che m'aveva detto Ernest, m'aspettavo che fra una portata e l'altra ci fosse<br />

un interludio di pompini e seghe. Invece si discorre della situazione politica inter-<br />

nazionale, del clima nell'Italia del sud e delle mirabilia d'America.<br />

Dopo cena comincia lo spasso. Mutzborg confessa, timidamente, che c'è<br />

un'invenzioncella che non ci ha ancora mostrato. Va a pigliare una bottiglia e la<br />

scruta contro luce. Contiene un liquido nerastro, che pare inchiostro. Senonché è<br />

una bevanda di sua invenzione, distillata da elleboro, belladonna, avena, aloe,<br />

cicoria e non so che cos'altro. Senz'altro, ci sarà dentro anche la cantaride — noto<br />

afrodisiaco.<br />

Offre quel suo elisir, a tutti quanti, in bicchierini da rosolio. Il sapore è quello<br />

del whisky di contrabbando all'epoca del proibizionismo, ma più disgustoso.<br />

Mutzborg ci confessa che non s'è mai azzardato finora a berne più di un sorsetto.<br />

Dopo averne tracannato un misurino, si mette subito a cantare. Sua moglie dà<br />

segni di irrequietezza.<br />

Dopo un altro bicchierino per ciascuno, è Ernest che si mette a cantare. La<br />

figlia mi lancia occhiate dolci. Mutzborg esce dalla stanza per andare a prendere<br />

dell'acqua di seltz. Noi nel frattempo ci scoliamo un altro bicchierino.<br />

I piedi e le mani cominciano a ronzarmi. È più che un formicolio. Sento i nervi<br />

tendersi, quando muovo le dita, e vibrare come corde di pianoforte, su note<br />

differenti. I colori della stanza diventano eccessivamente brillanti. Mi stupisce<br />

riscontrare che non sono paralitico. La pelle mi s'è fatta estremamente sensibile.<br />

Tutti sono entusiasti di questa invenzione, compreso Mutzborg. Nel giro di<br />

un'ora, scoliamo l'intera bottiglia. La figlia di Mutzborg è bravissima a mostrarmi<br />

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