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OPUS PISTORUM

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cui ricordo vive perenne in ogni loro fibra, in ogni cellula del loro corpo.<br />

Abbraccio Toots a mezza vita e le poso la testa sulle cosce. Lei mi afferra<br />

l'uccello e lo bacia, in estasi, mentre io mordicchio la sua morbida carne e le<br />

strofino il naso sulla pancia. La dolce puzza della sua mona è simile all'odore di<br />

uve che marciscono al sole. Toots mi lecca le balle. La sua bocca è molle e<br />

languida.<br />

Con i denti comincio a strappare le calze di seta, le faccio a brandelli, poi<br />

rosico le giarrettiere... Ben presto tutto quello che avanza è un frammento, simile<br />

a un calzino malfatto, che le avvolge una caviglia. Toots divarica le gambe. Oh,<br />

muore di voglia. Vuole che la mia lingua le si insinui nella fessa, che la lecchi<br />

nell'intimo. Ma non solo questo, desidera. Mi stringe il cazzo fra le dita, lo<br />

strangola, finché il muso di Gian Giovedì si fa paonazzo, come un peperone, poi,<br />

prendendomi le palle in una mano a coppa, se lo infila nella bocca.<br />

I peluzzi ricoprono il ventre di Toots come un velo finissimo. Risalgo con la<br />

lingua fino al suo ombelico poi ridiscendo giù verso la figa. La pelle sa di latte<br />

salato. Io la stuzzico e la torturo fingendo di esser sul punto di infilarle la lingua<br />

nella passera, invece no, seguito a leccare intorno. Lei impazzisce di frustrazione.<br />

Sbava e spruzza sul mio uccello. Poi, quando meno se l'aspetta, le infilo la lingua<br />

nella dolce fessura e comincio a succhiare, titillando la dito. Mi serra le cosce<br />

intorno alla testa. La mia lingua guizza come una biscia dentro e fuori.<br />

Parte... Non ci vedremo più, probabilmente. Quindi Toots, che già fu di Carl e<br />

adesso è praticamente di tutti, si comporta senza alcuna inibizione, come fosse<br />

ubriaca, irresponsabile. Probabilmente io sono soltanto una tappa, nel suo giro di<br />

visite d'addio ai vari amici di Parigi, alla vigilia della partenza. A tutti vuol lasciare<br />

un ricordino, offrire un ultimo assaggio, della sua zozza puttaneria.<br />

Mi implora di venire. Alla stessa maniera disperata in cui le donne implorano<br />

di venire chiavate, Toots mi implora di sburrarle nella bocca. Vuole in bocca la<br />

prima sburrata, la più densa, la più ricca, la più acre e saporita.<br />

Gian Giovedì è lieto quanto me di accontentarla. Lei mi serra più forte la testa<br />

fra le cosce. Sento dai suoi spasimi che inghiotte avidamente lo sperma.<br />

Non è ancora venuta. Seguito a leccarle e succhiarle la fica. Toots non smette<br />

di ciucciarmi l'uccello, tanto forte che mi fan male i coglioni. Se voglio serbarmelo<br />

sano, devo toglierglielo di bocca. Quando glielo tolgo, lei mi vomita addosso<br />

improperi, contumelie, insulti...<br />

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