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OPUS PISTORUM

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sua fica. Lei ride e getta via il sigaro. Ha la pancia calda e madida.<br />

I suoi occhi, mentre mi guarda spogliarmi, mi ricordano quelli degli uomini-<br />

lupo che la guardavano danzare. Guarda Gian Giovedì come se volesse<br />

azzannarlo. Ci abbracciamo, cominciamo a cimentarci. Ad un tratto la lupa mi<br />

affonda i denti su un bicipite.<br />

Le stringo la gola, per farla smettere. A momenti la strozzo. Lei mi agguanta<br />

l'uccello e lo coccola, divenuta d'un tratto benigna. Tuba come una colomba,<br />

dando beccatine al glande. E fa le fusa come una gattina, linguaggiandolo<br />

delicatamente. "Com'è duro, com'è grosso, com'è turgido," mormora in estasi.<br />

Appena le tocco il grilletto comincia a dimenarsi come una biscia. Poi mi serra<br />

una coscia fra le sue, e ci struscia la patonza arroventata.<br />

Io la tiro giù dal letto e la fo mettere in ginocchio, come all'apice della sua<br />

danza. Rosita alza gli occhi su di me. Lo sa, quello che voglio. Il cazzo le vibra<br />

davanti come la bacchetta d'un rabdomante. Lo prende in bocca e si mette a<br />

ciucciarlo.<br />

Ridi, adesso, cagna! Prova a ridere con 'sto bischero in bocca! Te la faccio<br />

ringhiottire, la risata, a botte d'uccello, finché t'esce dal culo! e la sburra ti<br />

schizza dalle orecchie!<br />

Rosita si flette all'indietro, inarcando la schiena, fino a sfiorare il pavimento coi<br />

capelli. Io assecondo il suo movimento, senza toglierle il cazzo di bocca. Sento la<br />

sua pancia fremere, sotto il mio culo.<br />

Quando ejaculo, lei, così riversa, non riesce a ingoiare e la sburra le va di<br />

traverso. La sollevo sul busto, le metto una mano dietro la nuca; Lei nega con la<br />

testa. Niente ingoio. Ah, no, bestia? Questo affronto vuoi farmi? Le tappo il naso.<br />

Dopo un po' lei spalanca la bocca per mostrarmi che ha fatto la brava. In premio<br />

le do da baciare le palle.<br />

"T'è piaciuta la mia danza?" mi domanda. "Ogni sera lo stesso putiferio. Li<br />

faccio impazzire. Una volta un negro, un colosso color carbonella con le labbra<br />

color melanzana, m'ha dato una rasoiata." Mi mostra la cicatrice, sul ventre.<br />

"Dopo poi è venuto in camera mia e abbiamo scopato tutta la notte. È l'unico<br />

negro che ho mai permesso alla Nonna di mandarmi su in camera."<br />

"Da quanto tempo è che balli?"<br />

"Mah, neanche lo so. Avrò avuto dodici anni quando mio padre mi costrinse a<br />

ballare nuda davanti a certi uomini. Lui gestiva un caffè a Madrid. Uno di quegli<br />

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