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Parte prima<br />
SOUS LES TOITS DE PARIS<br />
Dio lo sa che ormai ci abito, a Parigi, da tanto di quel tempo, che non dovrei<br />
più stupirmi di niente. Non occorre che vai in cerca di avventure, qui, come<br />
invece a Nuova York, macché, basta aver un tantino di pazienza, e aspettare. La<br />
vita ti scova nei posti più strani e reconditi. E te ne capitano, di cose! Ma questa<br />
però... La situazione in cui mi trovo adesso ha dell'incredibile, via! C'è questa<br />
graziosa bambina di tredici anni, tutta nuda, che mi siede sulle ginocchia... c'è<br />
suo padre che si sta calando giù i calzoni, dietro quel paravento... c'è una giovane<br />
puttana mammelluta qui seduta sul sofà... Ahò, è come guardare la vita in uno<br />
specchio deformante. Le immagini sono riconoscibili, ma, perdio, talmente<br />
falsate, mostruose...<br />
Mai visto me stesso nei panni di un satiro, uno di quegli uomini che vengono<br />
tratti in arresto ai giardini pubblici, sempre un po' trasandati, squalliducci,<br />
malfermi sulle gambe, che s'affannano a spiegare che la bimba aveva il vestituccio<br />
impolverato e loro volevano solo... Ma però devo ammettere, adesso, che questa<br />
Marcelle, con il suo corpicino senza peli, oh sì, mi arrapa. Mica perché è una<br />
bambina. È perché è così priva di innocenza! La guardi negli occhi e ci leggi<br />
perfidia, depravazione, perfino un'ombra di saggezza. Ah, il piccolo mostro sa-<br />
puto! Mi sta seduta sulle ginocchia, mi struscia la fighetta nuda contro le dita, mi<br />
guarda e mi cogliona perché esito.<br />
Le accarezzo le gambe a pizzicotti, le agguanto una chiappa del culetto<br />
fremente... Il suo corpo ha ancora tutta l'acerbità dell'infanzia. Un tantino ancora<br />
informe. Ma è una donna in miniatura. Un bel frutto ancora agretto. Ha la<br />
sorciolina umida. Le dà gusto quando gliela titillo con la punta delle dita. M'infila<br />
una mano dentro la pattuella. Cerca, fruga... Quei ditini mi mettono paura. Cerco<br />
di trattenerle il braccio. Ma non ce la faccio a tenerla lontana. Ecco, adesso<br />
m'agguanta l'uccello. Mi si fa tutta accosto... E incomincia a giocarci, con John<br />
Thursday — con Gian Giovedì — come lo chiamo io. Oh oh, lo trovi bello duro,<br />
vero, cocca?<br />
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