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OPUS PISTORUM

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"Dai un'occhiata adesso, guarda bene, Alf, dai," mi prega Ernest. "Proprio per<br />

fare un favore personale a me. Voglio che gli dai un'occhiata e poi dimmi ch'è<br />

possibile. Cristo, ho fatto brutti sogni al riguardo, di notte, ma non posso<br />

lasciarla in paté. Ah, piccola puttana, ecco quanto. Dimenati ancora un po'!<br />

Gesù, non m'era mai capitato niente che fosse come fottere una biscia..."<br />

"Cosa Cristo farai quando la metti incinta?" gli domando.<br />

E lui, senza smettere di fottere: "Ma che dici! È troppo piccola. Non ha ancora<br />

il pelo! Mica può restare pregna."<br />

"Altroché! Il pelo non conta. Dentro ha tutto l'occorrente. Non mi dire che non<br />

prendi precauzioni, Ernest."<br />

"Oh! Ma chi se ne frega. Eppoi non sono l'unico, io, a chiavarla. Casomai, Alf,<br />

trascino in tribunale tutto quanto il caseggiato. Da non credere, a quanti l'ha<br />

data. Anche a parecchie donne, se è per questo. Tutta gente perbene."<br />

Egli giace là con il cazzo infilato nella fica della ragazza e discute con me in<br />

merito alla possibilità di metterla incinta. Ma la ragazza si stufa di sentirci<br />

parlare... vuol essere chiavata, dice, e se Ernest non la chiava al modo giusto, lei<br />

non verrà più a trovarlo. Sicché lui le radazza alcune volte la fichetta e poi gliene<br />

rifila un paio che avrebbero potuto storcerle tutti i denti.<br />

"Beccati questo," dice. "Vedi come le trema il culo, pressappoco? Lei giura che<br />

sta venendo quando fa così. Pensi che veramente se ne venga? Questo è tutto<br />

quel che accade..." Si rimette a fotterla di buona lena. "Ma Gesù santo, quando<br />

me ne vengo in questa piccola puttana..."<br />

Le agguanta il culo e mezzo la solleva dal letto. Il suo cazzo entra dentro e il<br />

letto geme... o forse è Ernest. La ragazza seguita a tener le gambe allargate per<br />

aiutarlo a entrare fino in fondo come gli pare, e io m'immagino di vederle il ventre<br />

riempirsi...<br />

"Dio, ne prende a galloni," dice Ernest. "Galloni imperiali..."<br />

A me tremano le gambe, quand'è finita. Sto peggio in arnese di Ernest, e lui<br />

non ha certo l'aspetto di una mammola. La ragazza prende tutto ciò con<br />

innocente noncuranza. Vuol sapere se desidero chiavarla, adesso!<br />

"Fatti sotto, Alf," mi consiglia Ernest dal letto. "Non ti capiterà più niente del<br />

genere. Ma dovrai arrangiarti sul pavimento, da qualche parte... Io semplicemente<br />

non posso muovermi di un centimetro da dove mi trovo..."<br />

No — dico alla bambina — adesso no, un'altra volta, magari. Ma lei mi si<br />

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