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OPUS PISTORUM

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quando comincio a chiamarla, teneramente, coi nomi più turpi, i più forti epiteti<br />

da trivio, con tutti i sinonimi di bagascia.<br />

Sembra una bimba ghiotta che si gode il ciuccia-lecca, il lollipop.<br />

Giannettaccio è tutto sbavazzato. La bava gli cola dalla barba. Lei per Pavidità<br />

quasi si strozza. Sul più bello, però, glielo tolgo di bocca.<br />

Alexandra è troppo grossa per poterla sbattere qua e là come Tania. Tuttavia la<br />

scaravento sul divano, la ribalto e le ficco un dito su pel bucio del culo. Lei strilla<br />

come un'aquila. Le ingiungo di star zitta, sennò le ficco dentro tutto il pugno.<br />

Allargo l'orifizio, e ci infilzo un altro dito, poi un terzo. Con tre diti nel culo, lei<br />

comincia a vaneggiare. Ma era quello che volevi, no, troiona?<br />

Dopodiché le paro il culo davanti alla faccia e le impongo di baciarlo. Non<br />

protesta. Obbedisce. Mi lecca le chiappe, senza lare storie. Ma quando le ordino di<br />

allargarmi le ganasce e passare la lingua sul bucio infilandovi dentro la punta...<br />

ah, lei dice ch'è troppo. Non può farlo, anche se sua figlia sì... ma io insisto e lei<br />

cede.<br />

Non c'è niente che non fanno, se glielo chiedi con le dovute maniere. Dopo tre<br />

secondi di esitazione, sento la lingua rovente di Alexandra guizzarmi nel solco fra<br />

le natiche, poi indugiare sul bucio, poi leccare rasposa tutt'intorno e su e giù,<br />

quindi premere contro lo sfintere. Le dico di spingere. Spinge. Riesce a<br />

infilarmene dentro un bel tratto, degna emula di Tania. Si arrapa sempre più. Mi<br />

tien stretto l'uccello fra le dita... una stretta mortale... se tentassi di levarglielo<br />

dalle grinfie, me lo farebbe a brani, ci scommetto.<br />

Certo lo sa, quello che viene dopo. Ma fa finta di ignorarlo. Su, tira a<br />

indovinare, la sollecito io. Lei esita. "Mica... mica vorrai incularmi? " Indovinato!<br />

Come premio, le concedo un'altra leccatina di John Thursday.<br />

"Oh, no," implora, "questo no!"<br />

"Ho inculato tua figlia, perché vuoi essere, tu, da meno?"<br />

"Non è possibile! Il tuo cazzo è troppo grosso!"<br />

Finge, la vacca. Poi, messa alle strette, confessa. Sì, ha preso la cosa<br />

(l'inculata) in considerazione di tanto in tanto, ma, così, accademicamente... Del<br />

resto, era impossibile non pensarci, dopo aver visto, coi suoi occhi, inculare sua<br />

figlia. Sì, magari l'avrà pur desiderato, di venir inculata a sua volta. Ebbene — le<br />

dico, pizzicandole il culo — questa è la volta buona. Vuoi? Lo vuoi? Pare persino<br />

che arrossisca, mentre annuisce pudicamente col capo.<br />

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