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OPUS PISTORUM

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"Macché, Alf. Su, amico, perché non ti dai da fare? Per-ché non scopi una di<br />

'ste due troie? Mi sto ammazzando, per cercare di spupazzarmele tutt'e due... Se<br />

non si ciucciassero a vicenda, sarei già bell'e morto! "<br />

"Senti, Sam, a comportarti come un matto in questo modo farai solo del male a<br />

te stesso. Hai un'azienda da mandare avanti... hai i tuoi affari cui badare..."<br />

"Affari? Quali affari? Non ne ho! Alludi forse a Severin? Oh, vada a farsi dare in<br />

culo, pure lui. Lui e Carl. Quel bastardo di Carl mi sta sul cazzo. Vada al diavolo!"<br />

"Ma, Sam, che cosa hai in animo di fare?"<br />

"Divertirmi! Voglio vedere fin dove sono capaci di arriva-re queste due troie<br />

mie. Voglio scoprire fino a che punto sono capaci di degradarmi, di disonorarmi,<br />

di trascinare il mio nome<br />

nel fango. Mi risulta che i tuoi amici si son fatti pagare, quella sera, per dar la<br />

figa di mia moglie a certi tizi raccattati per la strada. Bene, farò altrettanto, e pure<br />

peggio. Poi, quando avrò scoperto tutto quello che c'è da scoprire su loro,<br />

torneremo in America. Hanno voluto Parigi... Ebbene, gli darò tutta la Parigi che<br />

possono sopportare! "<br />

Me ne sto lì col cazzo penzoloni, senza più saper che fare, né che dire. Non<br />

m'era mai capitato niente del genere. Non sapevo neanche che cose del genere<br />

accadono. Ho tuttora la sen-sazione che Sam sia picchiato in testa. Ora mi<br />

domanda se voglio vedere Susan e Snuggles che fanno tête-bèche.<br />

"Senti, Sam, non ho tempo, adesso. Devo scappare. Ho un appuntamento. Sai,<br />

devo cercarmi un lavoro. Mi hanno licenziato dal giornale e..."<br />

"Hai perso il posto, eh? Ti hanno cacciato! Beh, era ora che ti prendessero a<br />

calci. Quanto vuoi in prestito?"<br />

"Non voglio niente in prestito, Sam. Voglio che tu mi dia dei soldi."<br />

"Adesso sì, che parli da uomo, perdio! Esci allo scoperto e chiedi. Quant'è che<br />

vuoi? Dillo in soldi americani..."<br />

Sta già agitando un libretto di assegni. Io colgo la palla al balzo e gli sparo una<br />

cifra. Il doppio di quella che avevo in mente prima di aprir bocca.<br />

Senza battere ciglio, lui stacca l'assegno e me lo porge. Lo afferro, come un<br />

naufrago si aggrappa a un relitto galleggiante.<br />

"Torna presto, se ti servono altri soldi," mi dice. "Eppoi mi devi aiutare a<br />

scopare 'ste fighe, stasera... mi raccomando."<br />

Annuisco, poi mi precipito fuori, prima che lui cambi idea.<br />

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