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Nuove visite, a sera... Anna, dall'oltretomba, e, dieci minuti dopo, Alexandra, la<br />
madre di Tania.<br />
Anna è un po' vergognosa, per via di quella festicciola di qualche sera fa. Ne<br />
ride, ma il suo è un riso pieno di imbarazzo. Circa quello che le è successo, dopo<br />
esser scappata via di qui senza niente indosso, si mantiene sul vago. Non insisto.<br />
Non appena arriva Alexandre, Anna si ricorda di un altro appuntamento, e se ne<br />
va. Stavolta mi faccio lasciare il suo indirizzo, però.<br />
Alexandra incomincia a parlarmi dei suoi guai. Me li versa addosso come una<br />
pia libagione. Vuol partire, fare un viaggio, star lontana da Tania e da Peter per<br />
un po' Per riassestarsi, dice. Si siede sul divano, mettendo in mostra le cosce, e<br />
intanto fa l'appello dei grandi peccatori che, nel corso della storia, son finiti alla<br />
fine fra le braccia di Gesù. Chissà, forse, pure lei — mi confida — si rivolgerà alla<br />
santa madre Chiesa.<br />
"Ma sarà necessario confessare tutto quanto, nei dettagli?" vuol sapere. "Vuol<br />
sapere ogni cosa per filo e per segno, la Chiesa?"<br />
Non lo so, ma, per farla contenta, le dico che sì, certo, Gesù Cristo vorrà<br />
essere ragguagliato su ogni minimo particolare. Alexandra rabbrividisce<br />
deliziosamente. "Se solo riuscissi a sfuggire ai miei figli," mi fa, "tutto si<br />
aggiusterebbe." Senonché pare che i figli non la mollino, ed esercitino una<br />
maligna influenza su di lei. Tania... Tania è pure peggio di Peter, adesso, dopo<br />
che ha lesbicato con sua madre. Le si presenta in camera, nuda e cruda,<br />
dimenando le chiappe... e la povera Alexandra non ha scampo.<br />
"Non lo so mica, come andrà a finire," dice. Fa una pausa. Mi guarda.<br />
Distoglie lo sguardo. "Ieri sera è successa una cosa... no, non posso<br />
raccontartela, Alf. È troppo depravata. Troppo... troppo! Beh, te lo dico solo<br />
perché so che tu puoi capire. In-somma, sta' a sentire. Con minacce e lusinghe<br />
ha convinto Peter a farmi la pipì in faccia mentre lei mi mangiava la mona." Si<br />
torce le dita, affranta. "Lì per lì... tu mi capisci... la passione ti ottenebra la<br />
mente... lì per lì, forse, io... e l'avrò detto anche, che mi dava gusto. Lei mi diede<br />
un epiteto osceno... una parolaccia e un morso. Qui, sulla coscia. C'è rimasto il<br />
segno."<br />
Neppure una parola, è ovvio, delle volte in cui era lei a pisciare in faccia a<br />
sua figlia. Su questa piccola depravazione lei sorvola, glissa via. Si alza la gonna<br />
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