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OPUS PISTORUM

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C'è lo zampino di Tania, naturalmente. Probabilmente lei avrà lavorato sul<br />

povero Sam per settimane, mettendogli in testa l'idea, ribadendola di continuo, ad<br />

ogni botta della sua calda fica di puttana. E naturalmente lei avrà messo<br />

quell'idea in testa a Snuggles fin dal primo momento in cui si erano conosciute.<br />

Quindi, un bel giorno la pentola bolle e salta il coperchio.<br />

Lì per lì avevo pensato, sentendo qualcuno alla porta, che fosse Susan...<br />

Ernest doveva farle delle foto. E io credevo di essere pronto a tutto. Ma non ero<br />

pronto a quello che Snuggles mi disse, a mo' di saluto:<br />

"Papà mi ha chiavata ieri..."<br />

Non sta bene dire certe cose nell'ingresso, dove chiunque potrebbe udire,<br />

quindi la faccio entrare e chiudo la porta a chiave, in caso che arrivi qualcuno.<br />

L'invito a sedersi.<br />

"Adesso raccontami tutto, con ordine," dico, desideroso di ascoltare quella<br />

storia in tutti i suoi nefandi e raccapriccianti particolari.<br />

E Snuggles non me ne risparmia nessuno. Anzi, fa apposta — la sgualdrinella<br />

— a insistere su quelli più turpi, e calcare la mano sull'aspetto incestuoso di<br />

quella chiavata, a premere il piede sul pedale del peccato contro natura, allo<br />

scopo, di infiammarmi maggiormente. E difatti, via via che lei racconta, l'uccello<br />

mi si turge, fino allo spasimo.<br />

"È stato ieri pomeriggio. Torno in albergo, e trovo papà solo. Però c'era l'odore<br />

di Tania dappertutto. Doveva essersene andata da poco. Probabilmente l'avrà<br />

stuzzicato, come fa lei, e poi si sarà negata... sapendo che io stavo per rientrare.<br />

Quindi papà era come forsennato, poverino. Vado in camera mia,<br />

innocentemente, e lui mi segue. Io incomincio a cambiarmi, così, senza l'ombra di<br />

cattivi pensieri — cosa vuoi — ma lui mi guarda con occhi che si fanno più<br />

torbidi, via via. Io rido e scherzo, parlando di piccole cose insignificanti. Lui ha il<br />

respiro corto e mi risponde a monosillabi. Quando sto per calarmi le mutande, lui<br />

mi fa: 'Aspetta, t'aiuto io.' E incomincia a tastarmi, pian piano. 'No, ti prego,<br />

papà,' dico io, che ho capito l'antifona, a 'sto punto. Lui è quasi buffo, così<br />

affannato, così perturbato. 'Non aver paura, non ti faccio" niente,' bada a dirmi,<br />

mentre invece mi infila un dito dentro la sorcettina, e con l'altra mano mi<br />

accarezza le tette. Trema tutto, sembra che stia sul punto di svenire. Mi fa pena,<br />

capirai. Per consolarlo, gli do un bacio sulla bocca, lieve lieve, sai, filiale. Ma lui<br />

invece mi infila la lingua tra i denti. Dopo un paio di minuti, incomincia a<br />

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