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mio rango non può proprio permettersi di esser fotografata in questo modo... Ma<br />
non capite?"<br />
Ernest giura che le foto sono solo per la sua collezione privata. "Ecco, bevici<br />
su." Le riempie il bicchiere e si siede accanto a lei per terra. Incomincia a tastarla.<br />
Anch'io le siedo allato. Dopo un altro bicchiere, lei si lascia tirare su la gonna.<br />
Ernest e io, a turno, le saggiamo la figa, e cerchiamo di indurla a giocare con i<br />
nostri uccelli.<br />
"E va bene," dice lei alla fine. "Scattate pure le vostre dannate foto! "<br />
Depone il bicchiere in terra e agguanta con una mano il mio cazzo, con l'altra<br />
quello di Ernest. Il mio è bello turgido. Quello di Ernest non è certo un pisellino.<br />
Sid pigia il bottone, o sono troppo ubriaco, ormai, per sapere se voglio o non vo-<br />
glio venir immortalato da quelle fotografie.<br />
"Spogliatemi," dice Susan. E ci si getta addosso, la puttana.<br />
Da questo momento in poi, è tutto un susseguirsi di scatti... clic! clic! clic! La<br />
macchina è munita di uno strano congedo che mi pare si chiami autoscatto,<br />
quindi possiamo venir inquadrati anche tutti e quattro insieme.<br />
Non appena denudata, Susan si avventa sui nostri cazzi.<br />
La troiona non ha manco pazienza d'aspettare che noi ci spogliamo a nostra<br />
volta. Mentre ancora si contorce tutt'intorno, sulla pancia, e mentre Ernest le<br />
toglie le calze, lei mi apre la pattuella e ci ficca dentro la faccia. Arriccia la lingua<br />
intorno alle mie palle e le lecca, spugnettandomi nel frattempo, e, in capo a dieci<br />
secondi, ha agguantato John Thursday, lo ha messo in bocca e gli sta lavando la<br />
faccia.<br />
figa!"<br />
E intanto grida a Ernest, fra una ciucciata e l'altra: "Tastami il culo! Leccami la<br />
Allarga le gambe e ci mostra tutto quello che ha fra le coscione. Ernest le<br />
stuzzica la fica, ci infila dentro un dito. Lei si rialza in piedi e ci sventola il culo in<br />
faccia, dimenandosi come una danzatrice di hula.<br />
"Torna qui, pezzo di troia!" le grido. Ma non serve a nulla. Quando fo per<br />
agguantarla, lei corre al divano. Ci rimbalza sopra e rivolge il ventre verso il<br />
soffitto, giace là con le gambe divaricate e ci mostra la patonza. Vuole essere<br />
chiavata, vuole sentire un cazzo dentro la sorda, e non si vergogna minimamente<br />
di proclamarlo a gran voce. Si allarga la figa da sé e strofina le dita nella fessura.<br />
Le ci vorrà una grondaia, quando quella sorcia comincerà a colare. La fiumana di<br />
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