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OPUS PISTORUM

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che me ne accorgessi, lei ha allungato una mano verso il mio cazzo e ha<br />

agguantato il davanti dei miei pantaloni. È una sensazione strana, una manina<br />

verso il mio cazzo. È una sensazione strana, quelle dita di bimba che armeggiano<br />

lì. La lascio fare. Lei lo palpa e lo accarezza come certe donne smaneggiano una<br />

pelliccia, reggendo il bicchiere nell'altra mano.<br />

"E a me niente?" dice Arthur... ed è chiaro che non allude al whisky.<br />

La piccola fica non smette neppure di giocare con me. Ha le mani cosi<br />

minuscole che può infilarle dentro la mia pattuella senza slacciare neppure un<br />

bottone... e mostra come si fa... mentre rivolge quel suo sorriso di bambola ad<br />

Arthur... "Non sei venuto vicino a me," gli dice. A quanto pare, Arthur ha<br />

dimenticato tutto, riguardo al nostro accordo. Si alza dal divano e si siede<br />

sull'altro bracciolo della poltrona di Charlotte, compiendo la mossa più veloce che<br />

io gli abbia mai visto compiere.<br />

"Non badare a quel tizio," le dice. "Qua, assaggia questo... Non è un portento? "<br />

Le toglie il bicchiere e le depone la mano sopra la sua pattuella. "Non star a<br />

perdere il tempo con quello che ha lui... Eppoi, non si sa mai, con un tizio come<br />

quello là... Dove è stato la settimana scorsa? Lo sai? Lo sa forse qualcuno?<br />

Diavolo, probabilmente non lo sa nemmeno lui... Qua... stringilo un po', e vedrai<br />

quanto diventa grosso."<br />

Charlotte ride come una sciocchina e ci dà, a entrambi, una strizzata. "Sono<br />

stata una sciocca, a invitarvi," dice poi. "Ahimé, sono troppo grossi, per una<br />

povera piccola ragazza come me, di modeste ambizioni."<br />

"Faccele vedere, le tue ambizioni," dice Arthur. "È la prima volta che la sento<br />

chiamare così." Ride della sua battuta. La trova spiritosa. Dev'essere sbronzo.<br />

Ma Charlotte non ce la mostra. Si limita a tirarsi su le gonne e a mostrarci le<br />

coscette. Arthur dice che non basta. Lei tira la gonnella un po' più su. Ha un paio<br />

di mutande che sembrano fatte di tela di ragno. Ho paura di toccarle: potrebbero<br />

restarmi in mano. Ma le sue cosce hanno un aspetto più sostanzioso... Bisogna<br />

che le palpi. Lei non sembra farci caso...<br />

Charlotte smette di gingillarsi con i nostri cazzi e si mette i due diti indici sulle<br />

cosce, sugli inguini. "Vedete?" È larga così, lì. Come potrebbe disporre di qualcosa<br />

abbastanza grande per quello che abbiamo in mente noi? E quanto all'altro<br />

verso... va da qui... a... oh, da qualche parte giù di sotto. Alza una mano, per<br />

darne con il pollice e l'indice la misura... "Non più grande di così," dice.<br />

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