The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...
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4. Mandala<br />
<strong>The</strong> ICA theatre in the Mall <strong>is</strong> showing a remarkable programme called “<strong>The</strong> Assassination<br />
Weapon”. […] In the centre of the room a large white d<strong>is</strong>c slowly rotates. Projectors in the four corners flash<br />
images on to th<strong>is</strong> double screen while a voice sonorously reads passages by the ex-science fiction writer J. G.<br />
Ballard. […] <strong>The</strong> superimposed photographs, surreal<strong>is</strong>t paintings, charts and mandalas coupled with<br />
Ballard’s dense, d<strong>is</strong>tressed sentences have the texture of an unhappy dream. A Max Ernst worldscape of<br />
mighty fragments – flyovers, deserts, dark reservoirs, radio-telescopes – following the private logic of an<br />
hallucinating mind. Puzzling, frequently powerful, dev<strong>is</strong>ed and invented with ingenuity and skill. 273<br />
Questa recensione d’epoca, tratta dalla riv<strong>is</strong>ta Punch, si rifer<strong>is</strong>ce a una installazione per la<br />
quale lo stesso Ballard trasse <strong>is</strong>pirazione da uno dei capitoli-racconti di <strong>The</strong> Atrocity Exhibition,<br />
“<strong>The</strong> Assassination Weapon”. La cronaca dell’autore della recensione dello spettacolo ci ricorda<br />
come il mandala faccia parte del repertorio di elementi culturali al quale attinge la narrativa<br />
ballardiana. Il mandala è una struttura simbolica di forma circolare particolarmente diffusa nelle<br />
religioni e filosofie orientali 274 . Un termine di origine analoga è yantra, che troviamo citato ancora<br />
in <strong>The</strong> Atrocity Exhibition, e che sta per rappresentazione grafica, matematica e magica del divino:<br />
<strong>The</strong> opposite slopes, inclined at all angles to the sun like an immense Hindu yantra, were marked with the<br />
muffled ciphers left by h<strong>is</strong> sliding feet. […] Later, walking across the dunes, he saw the figure of the dancer.<br />
[…] Tall<strong>is</strong> sat down on the roof of a car buried in the sand. He watched her dance, a random cipher drawing<br />
its signature across the time-slopes of th<strong>is</strong> d<strong>is</strong>solving yantra, a symbol in a transcendental geometry 275 .<br />
Il fatto che la struttura del mandala sia codificata nell’indu<strong>is</strong>mo e nel budd<strong>is</strong>mo ha portato<br />
Jung a ritenere che costitu<strong>is</strong>ca un fatto psichico autonomo, caratterizzato da una fenomenologia che<br />
si ripete identica ovunque 276 . Jung infatti notò come i suoi pazienti creassero spontaneamente delle<br />
raffigurazioni definibili come mandala, essendo costituite da immagini circolari con un centro, e<br />
come esse fossero un tentativo <strong>is</strong>tintivo di mettere ordine nel proprio stato psichico. Su queste basi<br />
273<br />
Jeremy Kingston, “At the <strong>The</strong>atre”, Punch, 20/08/1969. Cit. in Jeannette Baxter, J. G. Ballard’s Surreal<strong>is</strong>t<br />
Imagination, op. cit., pp. 66-67.<br />
274<br />
«La parola Mandala è una parola di origine sanscrita costituita da due parti: la parola Manda che vuol dire ‘essenza’<br />
e il suff<strong>is</strong>so la che può essere tradotto con la parola ‘contenitore’, quindi si può letteralmente tradurre il significato in<br />
“contenitore dell’essenza”. Una definizione molto suggestiva che anticipa il significato profondo della geometria del<br />
mandala. La forma geometrica privilegiata dal Mandala è il cerchio, una immagine che richiama motivi ancestrali e<br />
rassicuranti che sugger<strong>is</strong>cono totalita’, unita’ e connessione tra il centro e la periferia. […] La presenza di forme<br />
mandaliche è una costante nella storia dell’umanita’ e anche oggi la nostra vita quotidiana è continuamente in contatto<br />
con le forme circolari al punto che spesso non ci accorgiamo di quanto siamo immersi in un mondo ‘mandalico’.<br />
Questo, secondo il più illustre studioso di mandala, lo psichiatra austriaco Carl Gustav Jung, avviene perché il mandala<br />
è una forma simbolica collettiva. Un linguaggio comune insito nella memoria genetica dell’umanità e di cui siamo<br />
consapevoli solo parzialmente.» Annal<strong>is</strong>a Ippolito, “Evoluzione del Mandala”<br />
(http://www.mandalaweb.info/Home/evoluzione-del-mandala-nel-mondo) [Ultima v<strong>is</strong>ita 13/04/2010].<br />
275<br />
J. G. Ballard, a cura di V. Vale e A. Juno, Atrocity, op. cit., pp. 39-41.<br />
276<br />
C, G. Jung, Psicologia e alchimia, Torino, Bollati Boringhieri, 2006, p. 182.<br />
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