28.05.2013 Views

The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...

The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...

The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Non sempre ciò che l’autore dice sulla sua opera è da prendere per buono sic et simpliciter,<br />

non fosse altro che per il fatto che un romanzo o un racconto può contenere di più, o perfino<br />

qualcosa di diverso, r<strong>is</strong>petto a ciò che crede egli stesso. Nel caso dei nove racconti ambientati in una<br />

immaginaria località di villeggiatura chiamata Vermilion Sands, sembra essere un buon punto di<br />

partenza l’affidarsi alle parole dello stesso Ballard, che all’inizio della prefazione del libro chiar<strong>is</strong>ce<br />

come il suo intento sia quello di descrivere il futuro così come esso sarà realmente, niente di meno:<br />

Vermilion Sands <strong>is</strong> my guess at what the future will actually be like. […] Vermilion Sands <strong>is</strong> a place<br />

where I would be happy to live. […] Where <strong>is</strong> Vermilion Sands? I suppose its spiritual home lies somewhere<br />

between Arizona and Ipanema Beach, but in recent years I have been delighted to see it popping up<br />

elsewhere […] 268 .<br />

Eppure, nonostante queste dichiarazioni, non di rado l’atmosfera in questi racconti è<br />

sognante, letargica, melanconica, decadente, in perfetta coerenza con l’elemento entropico, di stasi<br />

vitale, a cui la simbologia della sabbia rimanda, come abbiamo v<strong>is</strong>to in precedenza nell’anal<strong>is</strong>i di<br />

David Pringle.<br />

Caratter<strong>is</strong>tico è il colore stesso della sabbia, da cui il nome della località, un improbabile<br />

rosso vermiglio, che sugger<strong>is</strong>ce il carattere surreal<strong>is</strong>ta dell’ambientazione, di natura onirica,<br />

r<strong>is</strong>contrabile fin dalle immagini di copertina di alcune delle diverse edizioni e r<strong>is</strong>tampe, come le<br />

rosse dune di sabbia d<strong>is</strong>egnate da Grizelda Holderness per l’edizione Dent del 1985.<br />

Come ricorda lo stesso Ballard, “Prima Belladonna” (1956), il suo primo racconto ad<br />

essere pubblicato (sulla riv<strong>is</strong>ta “Science Fantasy”, nel dicembre del 1956), è anche il primo ad<br />

essere ambientato a Vermilion Sands. Gli altri sono stati scritti tra il 1960 e il 1971, e racchiusi in<br />

una raccolta organica pubblicata per la prima volta negli USA da Berkley nel 1971 - che però ne<br />

conteneva soltanto otto, mancando “<strong>The</strong> Singing Statues” - e solo successivamente, nel 1973, in<br />

Gran Bretagna da Jonathan Cape.<br />

In questo ciclo di racconti è ricorrente la figura della femme fatale, che appare per la prima<br />

volta come Jane Ciracylides in “Prima Belladonna”, tornando poi come Aurora Day in “Studio 5,<br />

the Stars” (1960), come Lunora Goalen in “<strong>The</strong> Singing Statues” (1961), come Emerelda Garland in<br />

“<strong>The</strong> Screen Game” (1962), e infine come Leonora Chanel in “<strong>The</strong> Cloud-Sculptors of Coral D”<br />

(1967). Questo personaggio, nelle sue diverse incarnazioni, è una donna bella, elegante,<br />

di Prospero in <strong>The</strong> Tempest: “We are such stuff / As dreams are made on, and our little life / Is rounded with a<br />

sleep”].»J. G. Ballard, a cura di V. Vale e A. Juno, Atrocity, op. cit., p. 43.<br />

268 J. G. Ballard, Vermilion Sands, London, Dent & Sons, 1985, p. 7.<br />

- 83 -

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!