The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...
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2. Il simulacro<br />
Il simulacro, dal latino simulacrum, che originariamente significava statua 481 , è un caso<br />
particolare del doppio. Il termine latino<br />
allude a qualcosa di ontologicamente vero e falso, nello stesso tempo: vero nell’accezione di ritratto,<br />
immagine; immagine allo specchio, immagine mnemonica; falso nell’accezione di v<strong>is</strong>ione, fantasma; ombra,<br />
apparenza. Come ci ricorda Baudrillard (“La precessione dei simulacri”, in Simulacri e impostura), citando<br />
l’Ecclesiaste, il simulacro non è mai qualcosa che nasconde la verità […]. 482<br />
In <strong>The</strong> Unlimited Dream Company Blake è il simulacro della divinità. Il suo corpo<br />
fantasmatico di essere umano manifesta lo spirito del dio pagano che trasforma Shepperton in una<br />
lussureggiante foresta tropicale. La sua duplicità è evidente: uomo e dio, animale e spirituale al<br />
tempo stesso, appartiene sia al regno delle tenebre che a quello della luce 483 . È contemporaneamente<br />
l’immagine della divinità che è diventato e l’ombra, il fantasma, dell’uomo che era stato. Come fa<br />
presente Foster citando Dalì, la natura traumatica delle immagini che si presentano come simulacri<br />
evoca al tempo stesso desiderio e terrore 484 . È di questo tipo il legame di Blake con alcuni <strong>degli</strong> altri<br />
personaggi.<br />
Per quanto riguarda le coppie oppositive richiamate precedentemente, nella dimensione<br />
contemporanea del simulacro esse verrebbero superate nel passaggio dal moderno al<br />
postmoderno. 485 Il ragionamento di Francalanci riporta il d<strong>is</strong>corso sul simulacro alle origini<br />
481<br />
«Statua, ritratto, spec. di un dio, di un eroe, di un personaggio insigne e sim.» Aldo Gabrielli, Grande dizionario<br />
italiano, Milano, Hoepli, 2008.<br />
482<br />
Ernesto L. Francalanci, “Simulacro” (http://design.iuav.it/~comunicarti/simulacro.htm) [Ultima v<strong>is</strong>ita 03/10/2010].<br />
483<br />
«Envy, lust, sensuality, lies, and all known vices are the negative, “dark” aspect of the unconscious, which can<br />
manifest itself in two ways. In the positive sense, it appears as a “spirit of nature”, creatively animating man, things, and<br />
the world. It <strong>is</strong> the “chthonic spirit” […]. In the negative sense, the unconscious (that same spirit) manifests itself as a<br />
spirit of evil, as a drive to destroy. […] the alchem<strong>is</strong>ts personified th<strong>is</strong> spirit as “the spirit Mercurius” and called it, with<br />
good reason, Mercurius duplex (the two-faced, dual Mercurius). In the religious language of Chr<strong>is</strong>tianity, it <strong>is</strong> called the<br />
devil. But, however improbable it may seem, the devil too has a dual aspect. In the positive sense, he appears as Lucifer<br />
– literally, the light-bringer. Looked at in the light of these difficult and paradoxical ideas, modern art (which we have<br />
recognized as symbolic of the chthonic spirit) also has a dual aspect. In the positive sense it <strong>is</strong> the expression of a<br />
mysteriously profound nature-mystic<strong>is</strong>m; in the negative, it can <strong>only</strong> be interpreted as the expression of an evil or<br />
destructive spirit. <strong>The</strong> two sides belong together, for the paradox <strong>is</strong> one of the basic qualities of the unconscious and its<br />
contents.» A. Jaffé, “Symbol<strong>is</strong>m in the v<strong>is</strong>ual arts”, in C. G. Jung, op. cit., p. 267.<br />
484<br />
«In “L’Ane pourri” Dalì wrote of the “traumatic nature of images [simulacres]” evocative of both “desire” and<br />
“terror” (Le Surréal<strong>is</strong>me au service de la revolution, July 1930).» H. Foster, op. cit., p. 244, nota 14.<br />
485<br />
«Per comprendere ancor meglio la collocazione del simulacro nella cultura attuale, dobbiamo sinteticamente<br />
ricordare quelle che sono le caratter<strong>is</strong>tiche precipue della dimensione postmoderna, caratter<strong>is</strong>tiche che costitu<strong>is</strong>cono il<br />
superamento di tutta una serie di opposizioni dialettiche, che erano state invece fondamentali dialettiche filosofiche del<br />
moderno, quali autentico/inautentico, vero/falso, reale/immaginario, f<strong>is</strong>ico/virtuale, materiale/immateriale,<br />
originale/copia, unicità/serie, centrale/periferico. La causa, ma in certi casi anche la conseguenza, di questi “cedimenti”<br />
oppositivi è da ricercarsi in una serie di mutamenti sia teorici, sia tecnici sia d<strong>is</strong>ciplinari, di importanza epocale,<br />
esprimenti, se non sempre una realtà data, quanto meno una forte linea di tendenza: la complessità si è sostituita alla<br />
linearità, il rizoma alla radice e all’albero, l’ibridazione alla selezione, il mutante al tipo, la performance all’oggetto<br />
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