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The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...

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Looking Glass di Lew<strong>is</strong> Carroll, nel momento in cui Blake s’inab<strong>is</strong>sa nel Tamigi inizia il processo<br />

di attraversamento dello specchio, che giunge a compimento al suo r<strong>is</strong>veglio sulla riva del fiume.<br />

Come Alice, Blake penetra in una dimensione alternativa, un universo parallelo nel quale la realtà<br />

della sua vita descritta all’inizio del romanzo devia in una direzione diversa, imprev<strong>is</strong>ta. Si tratta a<br />

tutti gli effetti di una storia dal nucleo fantastico, tendente al soprannaturale, nonostante la cornice<br />

in questo senso fuorviante dell’ambientazione ‘familiare’ - per l’autore - nel sobborgo londinese di<br />

Shepperton, «the everywhere of suburbia, the paradigm of nowhere» 416 .<br />

Il doppio di Blake compare fin dai primi capitoli del libro, quando la dottoressa Miriam St<br />

Cloud afferma chiaramente di averlo v<strong>is</strong>to: «We weren’t sure you were alone. Just before you<br />

escaped there seemed to be two people there» 417 .<br />

Il romanzo è narrato in prima persona da Blake, che qualche pagina più avanti informa il<br />

lettore che forse l’altro passeggero è un meccanico che cercava di impedirgli il furto dell’aereo, con<br />

il quale ha lottato selvaggiamente negli ultimi <strong>is</strong>tanti prima dell’annegamento. Questo falso,<br />

presunto ricordo serve a dep<strong>is</strong>tare il lettore, rafforzando l’ambiguità dell’accaduto. Lo stesso Blake<br />

infatti, sempre nella sua veste di narratore, nel secondo capitolo si dice certo di non aver mai perso<br />

conoscenza durante l’incidente, e di avere percepito lucidamente che stava per annegare. Ma<br />

l’ultima frase di questo capitolo, in cui ci viene raccontata la caduta dell’aereo nel Tamigi, segna il<br />

vero punto d’avvio della storia: «At th<strong>is</strong> point I saw a v<strong>is</strong>ion» 418 . Affermazione che richiama alla<br />

mente la v<strong>is</strong>ionarietà che caratterizza il Blake storico, William. Tale v<strong>is</strong>ione infatti, come si è<br />

accennato, è caratterizzata a tratti da una luminosità straordinaria, anomala, come in un dipinto, il<br />

che dà l’idea, anche v<strong>is</strong>ivamente, dell’eccezionalità e dell’alterità dell’esperienza narrata r<strong>is</strong>petto<br />

alla quotidianità: «I seemed to be looking at an enormous illuminated painting, lit both by the<br />

unsettled water and by a deep light transmitted through the body of the canvas 419 .<br />

Poco oltre viene proposta un’ipotesi di spiegazione del fenomeno, in cui la voce narrante<br />

associa questa luminosità improvv<strong>is</strong>a, straordinaria, ad una catastrofe incombente sulla cittadina,<br />

forse addirittura un d<strong>is</strong>astro nucleare 420 . Si tratta di un’immagine ricorrente, evocata più volte,<br />

direttamente o indirettamente, come in “<strong>The</strong> Terminal Beach”, legata soprattutto al bombardamento<br />

416<br />

J. G. Ballard, <strong>The</strong> Unlimited Dream Company, London, Paladin, 1990, p. 35.<br />

417<br />

Ivi, p. 33.<br />

418<br />

Ivi, p. 16.<br />

419<br />

Ivi, p. 17.<br />

420<br />

«A deep, premonitory glow lay over the mansion, the amusement pier and the hotels by the marina, as if in the last<br />

micro-seconds before an immense d<strong>is</strong>aster. I was almost convinced that a huge airliner had crashed on to th<strong>is</strong> suburban<br />

town or that it was about to be overwhelmed by a nuclear catastrophe.» Ivi, pp. 18-19.<br />

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