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The only truly alien planet is Earth. - UniCA Eprints - Università degli ...

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avendo egli stesso desiderato in gioventù di divenire psichiatra, forse non ci allontaneremmo troppo<br />

dalla realtà nel sostenere che le due attività, narratore e terapeuta, possono arrivare ad essere molto<br />

vicine, come del resto l’aneddoto ricordato poco sopra potrebbe confermare: colui che cura e colui<br />

che viene curato possono essere considerati come le due facce di una stessa medaglia, mettendo da<br />

parte le d<strong>is</strong>tinzioni di ruolo che il buon senso e la prassi assegnano loro, separando rigidamente i<br />

due percorsi nel momento in cui la norma sanc<strong>is</strong>ce una dicotomia insanabile tra i ruoli di soggetto -<br />

colui che cura - e oggetto - colui che viene curato -. E a proposito di Laing, David Pringle ritiene<br />

altamente probabile che Ballard abbia letto il suo <strong>The</strong> Politics of Experience, nel quale si utilizza<br />

più volte l’espressione ‘inner space’, uno dei marchi di fabbrica del mondo ballardiano 360 .<br />

Un’altra importante figura – immaginaria - di psichiatra, per quanto sui gener<strong>is</strong>, è quella del<br />

Dr. Nathan, che abbiamo incontrato all’inizio, che fa da contraltare al personaggio dai nomi plurimi<br />

comincianti per T in <strong>The</strong> Atrocity Exhibition.<br />

Un altro aspetto del legame con le questioni che riguardano la psiche e le sue patologie si<br />

può cogliere in romanzi quali Rushing to Parad<strong>is</strong>e (1994), Cocaine Nights (1996) e Super-Cannes<br />

(2000). Psichiatri e psicopatici costitu<strong>is</strong>cono coppie oppositive/complementari di protagon<strong>is</strong>ti, come<br />

nota lo psichiatra Riccardo Dalle Luche in un suo scritto sull’autore inglese 361 . Anche nel racconto<br />

360 «As for whether or not “JG read any Laing”, I’m sure he would have done, back in the 1960s - if <strong>only</strong> Laing’s<br />

slim Penguin paperback-original, <strong>The</strong> Politics of Experience (1967), which, believe me, ‘everybody’ read. That’s the<br />

book by Laing which mentioned ‘inner space’ a lot, and I remember the 17-year-old me being startled by that phrase<br />

when I came across it repeatedly: “has th<strong>is</strong> guy been reading Ballard?”, I asked myself.» David Pringle, e-mail alla JGB<br />

mailing l<strong>is</strong>t di Yahoo, 20/01/2010 (http://groups.yahoo.com/group/jgb) [Ultima v<strong>is</strong>ita 08/08/2010].<br />

361 «Alle figure di psichiatri Ballard contrappone quelle di psicopatici (Vaughan in Crash, Crawford in Super-Cannes,<br />

Barbara Rafferty in Rushing to Parad<strong>is</strong>e, etc.) a loro modo santi e rivoluzionari che perseguono progetti di<br />

trasformazione dell'organizzazione sociale (spesso sovvertendo la funzione e le finalità della tecnologia e <strong>degli</strong> habitat<br />

tecnologici) al fine di sollevare gli esseri umani dall'apatia, l'anedonia e la depressione in cui annegano. Come a volte<br />

r<strong>is</strong>ulta difficile differenziare, nei modi e nei loro progetti, gli psichiatri da questi loro antagon<strong>is</strong>ti, i comportamenti<br />

psicopatici e perversi rappresentano allo stesso tempo nuove psicopatologie e nuove terapie che la trasformazione<br />

tecnologica e sociale consente di liberare e realizzare per espellere il dolore mentale connesso alle perdite e alle<br />

‘organizzazioni della colpa’ (Cocaine Nights) che generano, per infrangere il v<strong>is</strong>suto di estraneità a se stessi e alla realtà<br />

che si esprime nella noia, nella depersonalizzazione, nella frammentazione dell'identità, patologie che Ballard mostra di<br />

conoscere molto bene insieme alle varie tossicodipendenze proliferate negli anni ‘60 e ‘70. Psicopatie e perversioni<br />

sono soluzioni concrete ed efficaci, soprattutto quando diventano la norma e la regola non scritta all’interno di enclaves<br />

microsociali, gruppi di avanguardia o di sperimentazione art<strong>is</strong>tica e sociale […], ma anche alle loro trasfigurazioni<br />

letterarie nelle associazioni di marginali (autoemarginati più che emarginati) come in Crash, Concrete Island e Rushing<br />

to Parad<strong>is</strong>e, nelle organizzazioni elitarie neo ar<strong>is</strong>tocratiche, come gli abitanti dei complessi residenziali di High-R<strong>is</strong>e,<br />

Cocaine Nights e Super-Cannes; al contrario i trattamenti psichiatrici, farmacologici o psicoterapeutici, che implodono<br />

sui soggetti in un vacuo tentativo di normalizzazione, r<strong>is</strong>ultano inefficaci e tragici sia per i pazienti che per i medici. È<br />

perfino prevedibile che lo psichiatra coprotagon<strong>is</strong>ta dell’ultimo romanzo [in realtà dopo questo sono venuti Millennium<br />

People (2003) e Kingdom Come (2006)] di Ballard (Wilder Penrose, in Super-Cannes) non prescriva più affatto farmaci<br />

ma veri e propri gruppi d’azione di gesta psicopatiche e perverse come cura per i top manager, una follia minore in<br />

grado di prevenire la follia cui li condurrebbero i ritmi e le responsabilità di attività di lavoro globalizzate e miliardarie.<br />

La piccola follia psicopatica temporanea dei top manager di Eden Olympia equivale alla benigna (benevola)<br />

psicopatologia (“benevolent psychopathology”) inventata e realizzata da Vaughan in Crash: una follia minore che<br />

tuttavia fa comunque le sue vittime - che preserva da una follia maggiore, alla quale lo stesso Io come nozione<br />

soccombe (ad esempio nel personaggio di Trav<strong>is</strong>/Trabert/Talbot in <strong>The</strong> Atrocity Exhibition e in quello di Sally di <strong>The</strong><br />

Kindness of Women).» Riccardo Dalle Luche, “James G. Ballard e la psicopatologia della sopravvivenza. La cognizione<br />

del dolore mentale e il potere trasformativo dell’immaginazione” (http://lafrusta.homestead.com/riv_ballard.html)<br />

[Ultima v<strong>is</strong>ita il 25/07/2010].<br />

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