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BRUNO CASACCI<br />

1959 - Matto in 3<br />

1. Ac3<br />

30<br />

nato a Livorno nel 1917. Monumentale nel fisico, debordante nella personalità. Come<br />

giocato<strong>re</strong> aveva raggiunto, <strong>una</strong> siga<strong>re</strong>tta dopo l’altra, la finale del Campionato italiano<br />

nel ’59 e ’61. Ma era soprattutto un fervente culto<strong>re</strong> del gioco per corrispondenza, tanto<br />

da diventa<strong>re</strong>, nel ’69, p<strong>re</strong>sidente nazionale dell’Asigc (per le vicende del telegioco,<br />

rimandiamo al quinto capitolo). Medico dentista, i suoi pazienti – in tutti i sensi – raccontavano<br />

che il suo studio era dotato di <strong>una</strong> ventina di scacchie<strong>re</strong> dispiegate, sulle quali<br />

erano riprodotte le posizioni delle partite per corrispondenza che aveva in corso.<br />

A Silli seguirono i p<strong>re</strong>sidenti Mario Viecca e Michele Aprà, ambedue commercianti,<br />

e infine il professo<strong>re</strong> Bruno Minetti, ordinario alla Facoltà di Fisica. Si attendeva <strong>una</strong><br />

nuova duratura soluzione, che sa<strong>re</strong>bbe giunta solo nel 1973.<br />

A lezione di scacchi<br />

Nel ’65 si sperimenta a Torino <strong>una</strong> sorp<strong>re</strong>ndente novità: per iniziativa del p<strong>re</strong>side della<br />

scuola media “L.B. Alberti”, professor Stiffi, e della Sst, si svolge un corso annuale di<br />

scacchi per gli allievi. Le lezioni sono tenute da Riccardo Bacchelli e vi p<strong>re</strong>ndono parte<br />

80 ragazzi. Conclude il corso un torneo di fine anno, vinto dall’allievo Marchisio. L’anno<br />

seguente le lezioni si estendono alla scuola media “G. Verga”, la cui rapp<strong>re</strong>sentativa<br />

vince il match a squad<strong>re</strong> contro i ragazzi dell’”Alberti”. La gara è trasmessa alla radio,<br />

che intervista il compiaciuto provvedito<strong>re</strong> agli Studi di Torino. Nel ’67 i corsi entrano<br />

in ben otto scuole elementari, che poi si sfidano in un torneo a eliminazione per squad<strong>re</strong><br />

di t<strong>re</strong> giocatori. Gli anni successivi vedono avviarsi <strong>una</strong> vera collaborazione fra scuole,<br />

Sst e Comune di Torino: promotori, il semp<strong>re</strong> attivissimo Pe<strong>re</strong>lli e un altro insegnante,<br />

il professor Bertoli, auto<strong>re</strong> di un agile volumetto di iniziazione al gioco, “Duello di Re”.<br />

Gli scacchi dilagano anche nelle medie superiori, e per alcune stagioni la fioritura è<br />

rigogliosa: si giocano i seguitissimi tornei a squad<strong>re</strong> (brillano soprattutto il Terzo Liceo<br />

Scientifico, il Liceo Gioberti e il Liceo Cavour), e molti dei ragazzi arrivano via via alla<br />

Società Scacchistica. Viene istituita la specifica sezione giovanile “Vittorio Ivaldi”. Nel<br />

’72, con l’improvvisa morte per incidente stradale del diciannovenne Gualtiero Storchi,<br />

autentica speranza dello scacchismo torinese, la sezione verrà a lui intitolata.<br />

I virgulti della Sst fanno rapida strada. Legati da st<strong>re</strong>tta amicizia, sfidano i coetanei di<br />

alt<strong>re</strong> città in f<strong>re</strong>quenti incontri a squad<strong>re</strong>, cogliendo ripetuti successi. Fra il ’69 e il ’72<br />

si affronta anche, in quattro matches Under 23, la scoscesa pa<strong>re</strong>te dei giovani milanesi,<br />

vero banco di prova per aspiranti rocciatori. Il primo incontro, a Milano, è vinto per

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