28.05.2013 Views

C'erano una volta i re_05.indd - SST

C'erano una volta i re_05.indd - SST

C'erano una volta i re_05.indd - SST

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

GERMONIO/ SZABA-<br />

DOS - CANAL<br />

Torino 1923<br />

1.d4 Cf6 2.e3 g6 3.f4<br />

Ag7 4.Ad3 d5 5.Cd2<br />

0-0 6.Cgf3 c5 7.c3 Af5<br />

8.Af5 gf5 9.Ce5 Cfd7<br />

10.Dh5 e6 11.Tg1 Ce5<br />

12.fe5 f6 13.Cf3 Cd7<br />

14.g4 De8 15.Dh3<br />

fe5 16.gf5 ef5 17.Dg2<br />

De7 18.Cg5 18...ed4<br />

19.Ce6 Tf7 20.Dd5<br />

Rh8 21.Cg5 Tf6 22.cd4<br />

cd4 23.Ad2 f4 24.Dd4<br />

fe3 25.Ab4 De5 26.Dh4<br />

Df5 27.0-0-0 Tc6<br />

28.Ac3 Ac3 29.bc3 Tc3<br />

30.Rb2 Tc2 31.Ra1 Df6<br />

32.Td4 Cf8 33.Df4 Df4<br />

34.Tf4 Cg6 35.Tf7 Th2<br />

0-1<br />

Uno contro due: le<br />

partite in consultazione<br />

erano <strong>una</strong> tradizione<br />

che <strong>re</strong>sistette fino alla<br />

metà del secolo<br />

16<br />

p<strong>re</strong>sentò Torino alla scacchiera in vari matches e tornei, sia a squad<strong>re</strong> che individuali.<br />

La sua carriera decollò definitivamente nel periodo veneziano: p<strong>re</strong>se parte a<br />

importanti tornei internazionali, battendosi contro avversari della statura di Mieses,<br />

Tartakower, Bisguier e conquistando il titolo di Maestro Internazionale. Nel tempo<br />

lasciatogli dall’attività di armato<strong>re</strong>, divenne anche arbitro internazionale, mecenate<br />

del gioco e organizzato<strong>re</strong> dei grandi tornei di Venezia, e infine, dal 1950 al 1958,<br />

p<strong>re</strong>sidente della Federazione scacchistica italiana.<br />

Esteban Canal era di due anni più anziano, essendo nato in Perù nel 1896. Già forte<br />

scacchista, si era trasferito giovanissimo in Europa. Invitato per alcune esibizioni in<br />

Italia, fu così conquistato dal nostro Paese che decise di fermarsi definitivamente.<br />

A Torino abitò nei primi anni Venti. Poi rip<strong>re</strong>se le sue pe<strong>re</strong>grinazioni scacchistiche,<br />

fino alla <strong>re</strong>sidenza finale di Cocquio, nel Va<strong>re</strong>sotto, dove morì nel 1981. Canal fu<br />

davvero un personaggio di primo piano nel pianeta novecentesco degli scacchi:<br />

amico personale di Capablanca e Rubinstein, di Alechin e Euwe, vincito<strong>re</strong> o protagonista<br />

di uno smisurato numero di tornei. Per tutti, cite<strong>re</strong>mo il grande torneo di<br />

Merano 1926, nel quale Canal, largamente in testa dopo il decimo turno, dovette<br />

gioca<strong>re</strong> febbricitante le ultime t<strong>re</strong> partite, perdendole tutte. Ciò nondimeno, si classificò<br />

secondo, a solo mezzo punto dal vincito<strong>re</strong>, il belga Edgar Colle, e davanti a<br />

Spielmann, Yates, Gruenfeld, Tartakower, Grob e agli italiani Rosselli e Sacconi.<br />

Nel suo periodo torinese si ha traccia di varie simultanee (in quella del ’22 giocò<br />

anche, perdendo, contro Szabados) e di alcune partite contro avversari in consultazione<br />

(è nota quella vinta contro Szabados, ancora lui, e Felice Germonio).<br />

Delle lontane avventu<strong>re</strong> in riva al Po è lui stesso a scrive<strong>re</strong>. Ecco come tratteggia<br />

il fuggevole incontro nel ’48 a Venezia con l’antico compagno Eugenio Szabados:<br />

“Mi trovai di fronte un signo<strong>re</strong> in blu, robusto, impeccabile. Dal sorriso lo riconobbi<br />

subito, malgrado il quarto di secolo che non ci vedevamo. Chi può dimentica<strong>re</strong><br />

il gentile sorriso del signor Szabados? Ci salutammo con <strong>una</strong> forte st<strong>re</strong>tta di mano,<br />

mascherando – mondanamente – l’emozione che pur semp<strong>re</strong> procura un incontro<br />

dopo venticinque anni. Sedemmo uno di fronte all’altro. Passò un momento di silenzio,<br />

poi egli disse: ‘Come siamo diventati vecchi, Canal!’, e scoppiò a ride<strong>re</strong>.<br />

Risi anch’io: fu allora che il tempo si ritirò circospetto con il suo bagaglio di<br />

cinque lustri e ci lasciò soli, a noi stessi, intensamente. Trascorsero in un attimo<br />

gli abissi e le distanze scavati dagli anni e ritornammo i ragazzi esili e chiomati<br />

di <strong>una</strong> <strong>volta</strong>, come quando a Torino durante interminabili battaglie – partite se-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!