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Francesco<br />
un semplice<br />
padre santo<br />
Questa è la storia di un frate cappuccino<br />
che scelse di rimanere fratello<br />
laico per umiltà, sull’esempio di<br />
san Francesco: si tratta di Francesco<br />
Maria da Camporosso, più conosciuto come “il<br />
Padre Santo”. Fu proprio il popolo di Genova che<br />
cominciò a chiamarlo così, conquistato dalla sua<br />
bontà e dalla sua modestia. Per quarant’anni la sua<br />
alta e magra fi gura, a piedi nudi, con la bisaccia a<br />
tracolla entrò a far parte del panorama cittadino.<br />
Fu frate questuante, dopo essere stato infermiere,<br />
cuoco, ortolano, sacrestano “sempre infaticabile e<br />
sereno” come dicono le testimonianze del processo<br />
di beatifi cazione. Nei primi anni percorse specialmente<br />
la vallata del Bisagno a contatto col mondo<br />
contadino che ben conosceva provenendo anche lui<br />
da una famiglia contadina: era nato infatti nel 1804<br />
a Camporosso, piccolo borgo vicino a Ventimiglia<br />
e già da bambino aveva incominciato a lavorare nei<br />
campi per aiutare il padre. L’ottimo risultato <strong>della</strong><br />
“questua di campagna” spinse il padre guardiano<br />
ad affi dargli quella “di città”. Fu così che la gente si<br />
abituò a vederlo specie nei vicoli e nelle piazzette<br />
<strong>della</strong> zona portuale in colloquio con bottegai,<br />
mamme e bambini, operai, portuali, mendicanti...<br />
Egli ascoltava tutti, piccoli e grandi e a lui tutti<br />
impararono a rivolgersi con fi ducia, affi dandogli<br />
le proprie ansie quotidiane.<br />
Nel 1840 fu nominato dai superiori “capo-sportella”,<br />
ossia capo questuante, guida e coordinatore<br />
del gruppo dei frati cercatori. Era autorizzato a<br />
entrare nel portofranco, a questuare generi alimentari<br />
più pregiati per i malati, poteva disporre<br />
in convento di un locale-deposito e questo gli permise<br />
di aiutare con più immediatezza e continuità<br />
famiglie e individui in diffi coltà, particolarmente<br />
le famiglie degli emigrati in America e quelle<br />
dei marinai costretti a prolungate assenze da<br />
8<br />
di Anna Gatti<br />
Ricostruzione <strong>della</strong> cella del Padre Santo.<br />
casa. È da sottolineare che tra i suoi benefattori ci<br />
furono anche protestanti, ebrei e non credenti,<br />
che contribuirono volentieri alla sua raccolta,<br />
sicuri che il provento sarebbe andato ai poveri.<br />
Ricordiamo che Genova, in quegli anni viveva un<br />
periodo di agitazioni politiche molto forti: si era<br />
in pieno Risorgimento ed è noto come certi ordini<br />
religiosi fossero minacciati da un anticlericalismo<br />
che cercava ogni mezzo di provocazione. Solo i<br />
Cappuccini furono esenti da atti di ostilità forse<br />
grazie anche al Padre Santo la cui popolarità si era<br />
estesa presso ogni classe sociale.<br />
Una caratteristica <strong>della</strong> sua spiritualità fu la grande<br />
devozione alla Madonna: a <strong>10</strong> anni, gravemente<br />
ammalato, era stato portato al santuario <strong>della</strong> Madonna<br />
del Laghetto presso Nizza; era guarito e da<br />
allora ebbe sempre una fi ducia illimitata nella sua<br />
intercessione. Anche il santuario <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> lo<br />
vide spesso salire il monte e di fronte a richieste di<br />
aiuto soverchianti le sue forze invitava ad affi darsi<br />
con fede a Maria: “Dite che vi manda il suo servo<br />
Francesco”.<br />
Negli ultimi anni di vita proseguì nel suo impegno,<br />
nonostante una grave infermità che lo aveva colpito<br />
alle gambe e quando nel 1866 Genova fu colpita da<br />
un’epidemia di colera, Francesco Maria, impossibilitato<br />
a soccorrere i malati per le sue precarie condizioni<br />
di salute, offrì la sua vita per la sconfi tta<br />
del morbo. Morì, dopo tre giorni di malattia, il 17<br />
settembre 1866 e, contemporaneamente, secondo<br />
alcune fonti dell’epoca, i decessi causati dal colera<br />
presero a diminuire.<br />
Dopo la sua morte la gente continuò a ricorrere a<br />
lui e si verifi carono grazie e miracoli: la voce popolare<br />
che già lo aveva dichiarato santo in vita ebbe<br />
la conferma uffi ciale nel 1962 quando Francesco<br />
Maria da Camporosso fu canonizzato da papa<br />
Giovanni XXIII.