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è: chi deve fare formazione a questi<br />
cattolici di opposti schieramenti,<br />
spesso in scialbo contrasto tra loro?<br />
Quale sarà la “scuola” equidistante<br />
dai due fronti o “bipartisan” – per<br />
usare un termine tanto gettonato –<br />
che consenta ai cattolici di destra e<br />
di sinistra di possedere una preparazione<br />
comune e la stessa grammatica<br />
di base? Forse la chiesa? Immagino<br />
già le accuse di ingerenza.<br />
Riccardo G. - Genova Nervi<br />
La prima scuola di politica – e non<br />
solo – avviene in casa propria. Se lì<br />
respiriamo la logica del “pensa per<br />
te e fatti sempre i fatti tuoi” nessuna<br />
altra scuola di politica potrà scalzare<br />
questa pessima partenza. Famiglie<br />
“feconde”, famiglie “solidali” al loro<br />
interno e “aperte” agli altri più poveri,<br />
famiglie che fanno sperimentare la<br />
“gratuità dell’amore”... sono la prima<br />
scuola di formazione. In seguito, scuola,<br />
comunità cristiana, pubblica comunicazione<br />
dovranno proseguire in<br />
coerenza. Sentirsi dire da certi pulpiti<br />
che si dovrebbe votare per coloro che<br />
difendono i nostri interessi e che fare<br />
il contrario sarebbe da “co…..ni” è<br />
semplicemente aberrante. Eppure si è<br />
sentito e si vede attuato ogni giorno. E,<br />
quanto alle possibili “spaccature” dei<br />
credenti, c’è da dire che... se i cattolici<br />
saranno formati dai genitori e dalle<br />
comunità cristiane a queste chiare<br />
priorità evangeliche, nessuno riuscirà<br />
a “spaccarli”. Se l’operazione spaccatura<br />
a qualcuno è riuscita, è perché<br />
molti se dicenti “cristiani/cattolici”,<br />
di Vangelo si riempiono la bocca, ma<br />
ne hanno vuoto il cuore. Questo tipo<br />
di fede diffi cilmente potrà diventare<br />
“cultura” del vivere e ogni spaccatura<br />
sarà sempre possibile. È il problema<br />
più urgente <strong>della</strong> nostra Chiesa. E non<br />
solo in vista <strong>della</strong> politica...<br />
Da “Rosette”<br />
di Antibes (Fr)...<br />
Forse Rosette Rostand si meraviglierà<br />
del fatto che una sua lettera<br />
6<br />
lettere a la<strong>Guardia</strong><br />
privata (spero di non prevaricare<br />
rendendola pubblica e me ne scuso<br />
con lei) venga presa in considerazione<br />
fi no ad evidenziarla. Perché<br />
lo faccio? Perché mi intenerisce non<br />
poco una semplicissima corrispondenza<br />
dalla Francia di una signora<br />
di 84 anni, che non può più uscire di<br />
casa, scrive poche tenerissime righe,<br />
accompagnate dalla sua modesta offerta,<br />
per chiedere un ricordo “après<br />
de Notre Dame de la Garde”. “Perché<br />
Essa mi aiuti a sopportare la mia<br />
malattia”. Termina “ringraziando<br />
in anticipo”, con la sua “profonde<br />
consideration”.<br />
Aveva iniziato col dire che “noi<br />
abbiamo da diverse generazioni una<br />
grande devozione alla Madonna <strong>della</strong><br />
<strong>Guardia</strong>” facendoci ancora una<br />
volta scoprire che in ogni parte del<br />
mondo qualcuno si porta, di padre/<br />
madre in fi glio, queste tenerissime<br />
radici nel cuore.<br />
Carissima Rosette, noi non la dimenticheremo<br />
e, soprattutto, ne sia<br />
certa, non la dimentica la Madonna<br />
dei suoi avi. Con grande affetto.<br />
Don Marco ,“recteur de N.D. de la<br />
Garde”.<br />
Persone o topi<br />
da laboratorio?<br />
Per un imperscrutabile disegno di<br />
Dio, non ci saremo, noi due, alla<br />
festa dei nonni. Ci saremo, però,<br />
con il cuore di nonni mancati.<br />
Allora una preghiera anche per i<br />
nonni di Creature mai nate. Dio<br />
sa, ma gli umani no, quanto dolore<br />
pesi come una montagna su chi<br />
del Matrimonio e <strong>della</strong> Maternità<br />
aveva fatto un progetto di vita; e<br />
che poi non solo è sfumato, ma ha<br />
lasciato segni pesanti. Una nonna<br />
mancata vorrebbe dire ai sacerdoti<br />
che non è sempre vero che non si<br />
facciano i figli per egoismo: in<br />
qualche parte del mondo c’è una<br />
donna, che, pur di diventare madre,<br />
si è sottoposta, per quattro anni, a<br />
interventi così mostruosamente innaturali<br />
e strazianti, da impazzirne.<br />
E che, una volta minata nel fi sico<br />
e nella psiche, è stata abbandonata<br />
dal marito con la stessa improvvisa<br />
noncuranza con la quale si eliminano<br />
i topi di laboratorio quando non<br />
servono più. Alla festa dei nonni<br />
vorrei fossero ricordati i miei, di<br />
nonni. Sono stati esemplari. Si<br />
chiamavano Assunta e Giovanni.<br />
Li ho molto amati.<br />
Grazie, don Marco.<br />
Gianna R. - Rapallo<br />
Mi par di capire cosa può essere<br />
costato il desiderio di un fi glio..<br />
Lei mi parla esplicitamente di una<br />
fi glia che “per diventare madre,<br />
si è sottoposta per quattro anni<br />
a interventi così mostruosamente<br />
innaturali e strazianti da impazzire”.<br />
Che grandezza! Ma anche<br />
che tristezza! Senza voler entrare<br />
nell’animo <strong>della</strong> sua gente per<br />
valutarne e giudicarne gli anfratti,<br />
la madre Chiesa da sempre chiede<br />
di sublimare il desiderio di fecondità<br />
genitoriale con una fi gliolanza<br />
non biologica ma morale, non nata<br />
dall’utero ma generata dal cuore e,<br />
per questo, sconsiglia quello che lei<br />
stessa chiama “intervento mostruosamente<br />
innaturale e straziante”. È<br />
materia che ritorna in questi giorni<br />
in occasione di un Premio Nobel a<br />
chi questo metodo avrebbe inventato...<br />
Così vanno le cose! La Chiesa<br />
si trova ancora volta sotto giudizio<br />
perché insiste sul rispetto <strong>della</strong><br />
natura che, alla lunga, è rispetto<br />
per l’uomo. E giù, i “pensatori liberali”,<br />
a disquisire se sia possibile<br />
parlare di dati morali “naturali e<br />
oggettivi” in un contesto che può<br />
essere culturalmente modifi cabile<br />
e quindi discutibile. No, la Chiesa<br />
non guarda con sospetto gli sviluppi<br />
<strong>della</strong> scienza, guarda con sospetto<br />
e apprensione la presunzione<br />
umana. La scienza che sa darsi un<br />
limite etico non farà mai del male<br />
a nessuno. Quella che presume la<br />
sua assolutezza riesce a produrre i<br />
guai che lei denuncia.