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10/ottobre - Santuario della Guardia

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NEL MIO LAVORO,<br />

HO FATTO L’ABITUDINE<br />

ALLA DISTRAZIONE...<br />

Recenti episodi di cronaca resi noti<br />

da stampa e televisione ci hanno<br />

lasciati stupefatti per la superfi -<br />

cialità con cui a volte veniamo<br />

trattati, come nel caso avvenuto in<br />

ambito ospedaliero dove due medici<br />

litigavano fra loro lasciando una<br />

partoriente ed il suo bambino in<br />

diffi coltà. Anche senza l’aiuto dei<br />

mezzi di comunicazione può essere<br />

capitato anche a noi di aver fatto<br />

esperienza di operatori sanitari che<br />

si rapportano con superfi cialità con<br />

i malati dimenticandosi che nella<br />

malattia tutti ci troviamo in uno<br />

stato di fragilità e di dipendenza.<br />

In un altro campo, in occasione di<br />

particolari eventi atmosferici, abbiamo<br />

dovuto assistere al dramma<br />

di famiglie che perdono la casa, i<br />

propri beni e la vita anche a causa<br />

di un atteggiamento superfi ciale<br />

delle pubbliche autorità nei riguardi<br />

del controllo del territorio, delle<br />

sue criticità e <strong>della</strong> opportunità<br />

o meno di rilasciare permessi di<br />

<strong>10</strong><br />

osservatorio<br />

responsabilità<br />

di Enrico Quaglia<br />

Fare il proprio lavoro<br />

senza rispetto per l’uomo.<br />

Dentro ad un<br />

malcostume italiano.<br />

Questo è un lavo<br />

costruzione. La mancanza di<br />

attenzione può essere causa<br />

di tragedie umane e di danni<br />

economici notevoli per i singoli<br />

e per la comunità. Le statistiche<br />

ci dicono che in Italia muoiono<br />

mediamente 2-3 operai al giorno,<br />

un tributo di vite inaccettabile, che<br />

talvolta è il frutto di atteggiamenti<br />

superfi ciali nei riguardi dei pericoli<br />

che determinate attività comportano.<br />

Dentro la tuta di un operaio<br />

c’è “l’essere umano” che è un<br />

valore che non ha prezzo, c’è la<br />

sua famiglia, sua moglie, i<br />

suoi fi gli, le loro<br />

speranze, un universo<br />

prezioso<br />

che va a morire<br />

con la morte di<br />

quella persona.<br />

TORNARE A LAVORARE<br />

PER GLI ALTRI<br />

(E NON SOLO PER SÉ)<br />

Sarebbe però ingiusto<br />

dipingere la realtà solo<br />

nei suoi aspetti negativi:<br />

se è vero che c’è<br />

<strong>della</strong> “malasanità” a causa di<br />

persone superfi ciali, è anche vero<br />

che esistono medici e infermieri<br />

che svolgono il loro ruolo con<br />

responsabilità producendo così<br />

attenzione, competenza e umanità<br />

verso i malati. Quello che<br />

sorprende è come talvolta nello<br />

stesso ospedale può esserci un<br />

reparto che dal punto di vista<br />

umano è scadente e poco più in là<br />

ci si trovi a contatto con persone<br />

non solo competenti ma anche<br />

effi cienti e umane al punto<br />

da sottoporsi volontariamente<br />

al test sul grado<br />

di soddisfazione<br />

circa il servizio<br />

ricevuto. Questo<br />

signifi ca che una<br />

buona sanità è<br />

possibile se<br />

dirigenti sanitari,medici,<br />

infermieri si<br />

sentono responsabili<br />

del loro ruolo e, per<br />

questo, non solo curano<br />

la loro formazione

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