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Francesco Barberi e la Puglia - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...

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FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA *<br />

Avv. <strong>Francesco</strong> KUNTZE (Presidente Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />

<strong>Foggia</strong>).<br />

Sono partico<strong>la</strong>rmente lieto <strong>di</strong> poter accogliere questa sera nel<strong>la</strong><br />

nuova sede del<strong>la</strong> biblioteca <strong>Provinciale</strong> così illustri rappresentanti del<br />

mondo del<strong>la</strong> cultura e delle biblioteche e <strong>di</strong> poter porgere ad essi il saluto<br />

dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Capitanata.<br />

L’incontro <strong>di</strong> questa sera, che <strong>la</strong> nostra biblioteca ha voluto organizzare<br />

con l’intelligenza che segna costantemente le sue iniziative, è<br />

un’occasione partico<strong>la</strong>re, in un certo senso atipica. rispetto alle consuetu<strong>di</strong>ni<br />

semplicemente celebrative che connotano talora gli incontri<br />

con il mondo del<strong>la</strong> cultura.<br />

Al Prof. <strong>Barberi</strong>, ad uno dei maggiori bibliotecari e stu<strong>di</strong>osi del<strong>la</strong><br />

cultura scritta che possa vantare <strong>la</strong> storia contemporanea delle nostre<br />

biblioteche, <strong>la</strong> biblioteca foggiana e <strong>la</strong> cultura dauna non tributano stasera<br />

un omaggio tra<strong>di</strong>zionale, io credo, <strong>la</strong> cui opera <strong>di</strong> soprintendente<br />

in <strong>Puglia</strong> in un momento storico, tragico e dolorosissimo per il paese e<br />

per <strong>la</strong> Capitanata è tra le vicende più nobili che registri <strong>la</strong> cultura militante<br />

del<strong>la</strong> nostra terra e <strong>di</strong> essa credo <strong>di</strong>rà efficacemente il nostro<br />

Dott. Celuzza. Il prof. <strong>Barberi</strong> è con noi ancora una volta come intellettuale<br />

protagonista, come uomo <strong>di</strong> cultura non accademico, al<br />

quale <strong>la</strong> cultura offre un omaggio <strong>di</strong>verso, nel modo che il prof. <strong>Barberi</strong>,<br />

ne sono certo, apprezzerà ben più <strong>di</strong> ogni altro tra<strong>di</strong>zionale; un<br />

omaggio vale a <strong>di</strong>re che è tutto un contributo <strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro<br />

intellettuale produttivo, <strong>di</strong> impegno culturale attivo. In una sede che è<br />

forse il più bel segno del<strong>la</strong> continuità fra ciò che l’opera vigile e persino<br />

trepida <strong>di</strong> <strong>Francesco</strong> <strong>Barberi</strong> ha voluto conservare, <strong>la</strong> vecchia <strong>Provinciale</strong>,<br />

è <strong>la</strong> nuova <strong>Biblioteca</strong> che ancora da <strong>Barberi</strong> hanno ricevuto il<br />

segno del<strong>la</strong> vocazione professionale nel suo senso più completo. Questa<br />

sera il prof. Petrucci e <strong>la</strong> dott.ssa Vinay de<strong>di</strong>cheranno a <strong>Barberi</strong> e a<br />

tutti noi interessati al mondo del libro due contributi scientifici che avranno<br />

in sé oltre <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> del volume miscel<strong>la</strong>neo e dell’opera <strong>di</strong><br />

catalogazione a repertorio un valore ulteriore <strong>di</strong> riflessione critica e <strong>di</strong><br />

generalizzazione problematica.<br />

* Tavo<strong>la</strong> rotonda tenuta a <strong>Foggia</strong> nell’Au<strong>di</strong>torium del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> 22<br />

ott. 1977 con <strong>la</strong> partecipazione: Avv. F. KUNTZE, Prof. P. RICCIARDELLI, Dott. A.<br />

CELUZZA, Dott. A. VINAY, Prof. A. PETRUCCI, Prof. F. BARBERI.<br />

Nel<strong>la</strong> stessa seduta il Prof. A. PETRUCCI ha presentato al pubblico il volume « I<br />

manoscritti del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> Prov.le ».<br />

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FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

<strong>La</strong> intelligenza scientifica che de<strong>di</strong>ca il meglio <strong>di</strong> sé negli stu<strong>di</strong> biblioteconomici<br />

ad approfon<strong>di</strong>re i temi del<strong>la</strong> pubblica lettura, il loro<br />

collegamento costante e <strong>di</strong>namico con <strong>la</strong> polimorfi e talora contrad<strong>di</strong>ttoria<br />

— nel versante sociale e culturale — struttura del territorio; i<br />

rapporti tra biblioteche ed istituzioni del<strong>la</strong> nostra democrazia rinnovate,<br />

ancora profondamente da rinnovare: penso al solo grosso problema<br />

del<strong>la</strong> legge 382 così rilevante e così ancora aperta, per usare un eufemismo,<br />

nel campo delle biblioteche; i temi del<strong>la</strong> strutturazione a livello<br />

nazionale delle maggiori istituzioni bibliotecarie e del<strong>la</strong> loro adeguazione<br />

al<strong>la</strong> realtà contemporanea dei bisogni del paese, troveranno<br />

tutti un’eco competente e appassionata in quanto ci <strong>di</strong>rà <strong>la</strong> dottoressa<br />

Ange<strong>la</strong> Vinay, che non per <strong>la</strong> prima volta ci onora del<strong>la</strong> sua presenza e<br />

che quale presidente dell’Associazione Nazionale degli operatori delle<br />

biblioteche nonché per <strong>la</strong> sua opera intelligente <strong>di</strong> responsabile<br />

dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico molto ci fa attendere in favore<br />

del<strong>la</strong> nostra organizzazione bibliotecaria nazionale.<br />

Al prof. Armando Petrucci, che questa biblioteca ha già avuto <strong>la</strong><br />

fortuna <strong>di</strong> ospitare presentando un suo interessantissimo volume «<br />

Primo: non leggere », in una occasione <strong>di</strong> cultura anch’essa non formale<br />

anzi vivacissima, spetta questa sera un compito che egli troverà<br />

non solo non sgradevole, ma anzi gra<strong>di</strong>to presentando il « Catalogo<br />

dei manoscritti del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> », approntata dal valente<br />

<strong>di</strong>rettore dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> dott. Di Cicco, al quale va il<br />

nostro caldo ringraziamenti per l’opera realizzata anche con <strong>la</strong> valida<br />

col<strong>la</strong>borazione degli operatori del<strong>la</strong> nostra biblioteca: <strong>la</strong> signora Altobel<strong>la</strong>-Ga<strong>la</strong>sso,<br />

i sig. Ventura e il dott. Mancino per <strong>la</strong> parte e<strong>di</strong>toriale.<br />

Presentando il catalogo il prof. Petrucci potrà essere spero ben lieto <strong>di</strong><br />

coniugare l’esercizio scientifico del<strong>la</strong> sua nota competenza <strong>di</strong> paleografo<br />

e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso del<strong>la</strong> cultura scritta con il piacere d farlo qui in una<br />

biblioteca che è a lui carissima come lo fu per suo padre Alfredo Petrucci.<br />

Non a caso ho ricordato questo nome a tutti noi caro. Il prof.<br />

Petrucci me lo consenta qui, così come mi vorrà consentire <strong>di</strong> rinnovargli<br />

il ringraziamento doveroso e caldo che <strong>la</strong> Capitanata, non solo<br />

<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> gli devono per <strong>la</strong> generosità da lui <strong>di</strong>mostrata<br />

nel confronto del nostro maggiore istituto bibliotecario, donando ad<br />

esso ed a suoi fruitori pubblici un patrimonio <strong>di</strong> opere che <strong>di</strong> Alfredo<br />

Petrucci e del<strong>la</strong> sua multiforme testimonianza <strong>di</strong> poeta e d artista insigne<br />

ci restituiscono <strong>la</strong> cifra e l’ere<strong>di</strong>tà maggiore.<br />

Vorrei chiudere queste mie brevi parole <strong>di</strong> saluto a voi illustri ospiti<br />

ed al pubblico venuto così numeroso con un impegno che mi consentirete<br />

<strong>di</strong> esprimere, anche se esso, partendo, da occasioni <strong>di</strong> cultura<br />

come queste <strong>di</strong> stasera ed anzi proiettando<strong>la</strong> in avanti per generalizzare<br />

il senso può, sembrare scavalcarne limiti; oggi accogliamo<br />

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____________________________________________________________FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA<br />

tra noi e festeggiamo un uomo come <strong>Francesco</strong> <strong>Barberi</strong> che del<strong>la</strong> propria<br />

competenza <strong>di</strong> bibliotecario e <strong>di</strong> organizzatore <strong>di</strong> cultura ha fatto<br />

non una missione solitaria ed in sé trattenuta ma un nodo <strong>di</strong> passione<br />

civile al servizio del<strong>la</strong> comunità. Il nostro impegno <strong>di</strong> amministratori<br />

che <strong>la</strong>vorano nel<strong>la</strong> stessa <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> socializzazione delle competenze<br />

del<strong>la</strong> cultura e dei valori per <strong>la</strong> reale democrazia nuova è <strong>di</strong> proseguire<br />

pur tra incertezze e <strong>di</strong>fficoltà personali e storiche il <strong>la</strong>voro che<br />

uomini come lui ci insegnano e ci invitano a fare ed a proseguire. Una<br />

nuova politica del<strong>la</strong> pubblica lettura in Capitanata ha già segnato importanti<br />

successi. S un compito non facile per realizzarne l’intera curvatura<br />

<strong>di</strong> problemi e <strong>di</strong> implicazioni. Malgrado le <strong>di</strong>fficoltà che ancora<br />

esistono e sono realissime non saremmo amministratori autentici né<br />

interpreti <strong>di</strong> una volontà democratica <strong>di</strong> massa qual è quel<strong>la</strong> che si esprime<br />

nel<strong>la</strong> « fame <strong>di</strong> leggere » dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Capitanata se non de<strong>di</strong>cassimo<br />

le nostre migliori energie anche ai problemi <strong>di</strong> un potenziamento<br />

del Sistema <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Lettura, alle residue <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

gestione del<strong>la</strong> nostra « <strong>Provinciale</strong> », al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione necessaria<br />

con altri livelli <strong>di</strong> autonomia locale per <strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> un sistema urbano<br />

<strong>di</strong> pubblica lettura. Impegni questi che, ne sono certo, sono<br />

nell’auspicio anche dei nostri ospiti <strong>di</strong> stasera che leggeranno in esso<br />

il senso del loro stesso impegno per <strong>la</strong> riappropriazione sociale viva<br />

del<strong>la</strong> cultura e per il rinnovamento civile del<strong>la</strong> nostra società.<br />

Prof. RICCIARDELLI (Presidente dell’Associazione Pugliese dell’A.I.B.)<br />

Gentili ospiti, signore e signori. Quale presidente del<strong>la</strong> sezione regionale<br />

pugliese dell’A.I.B., vi ringrazio <strong>di</strong> essere intervenuti e porgo il<br />

mio saluto cor<strong>di</strong>ale a tutti. Ringrazio, con l’occasione, il presidente<br />

del<strong>la</strong> Provincia per il rinnovato impegno a nome<br />

dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> portare avanti più incisamente il<br />

<strong>di</strong>scorso per le biblioteche e per <strong>la</strong> rete bibliotecarie nel<strong>la</strong> nostra provincia.<br />

Un impegno civile, politico e sociale che fa certamente onore<br />

al<strong>la</strong> Giunta <strong>Provinciale</strong> in carica. Mi sia consentito <strong>di</strong> rivolgere un più<br />

caloroso saluto, a nome dei bibliotecari pugliesi, ai nostri illustri ospiti<br />

ed al prof. <strong>Barberi</strong>, al quale mi lega un antico sentimento <strong>di</strong> rispettosa<br />

amicizia, unita ad una profonda riconoscenza per quanto egli ha saputo<br />

dare agli stu<strong>di</strong> e alle battaglie <strong>di</strong> rinnovamento con lui condotte dai<br />

bibliotecari italiani. In partico<strong>la</strong>re, desidero personalmente ricordare <strong>la</strong><br />

lontanissima prima grossa battaglia democratica <strong>di</strong> Rimini, piena <strong>di</strong><br />

sussulti innovatori. Allora, per noi più giovani, <strong>Barberi</strong> fu subito amico<br />

oltre che maestro. Rivolgo, altresì, un saluto grato ed affettuoso al<strong>la</strong><br />

dott.ssa Vinay, cara amica e valentissima bibliotecaria, <strong>la</strong> quale, oggi,<br />

al<strong>la</strong> guida dell’A.I.B. nazionale, va compiendo quel<strong>la</strong><br />

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FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

preziosissima opera <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento operativo e <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />

<strong>di</strong> massa ai problemi delle biblioteche italiane, <strong>di</strong> cui le strutture fondamentali<br />

del<strong>la</strong> pubblica lettura avevano inderogabile bisogno. Infine,<br />

saluto il prof. Petrucci, che è caro agli stu<strong>di</strong>osi del libro e del<strong>la</strong> cultura<br />

scritta, non solo per <strong>la</strong> sua autorevolezza scientifica (bene e meglio <strong>di</strong>ceva<br />

il presidente del<strong>la</strong> Provincia), ma anche per quel<strong>la</strong> opera <strong>di</strong> rinnovamento<br />

e <strong>di</strong>rei <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficazione che ha saputo introdurre in un ambito<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> finora contrassegnato, forse ingiustamente, da un’area <strong>di</strong><br />

aristocratica riservatezza. <strong>La</strong> mia singo<strong>la</strong>re veste, doppia veste <strong>di</strong> amministratore<br />

e <strong>di</strong> bibliotecario, lungi dall’essere motivo <strong>di</strong> qualche imbarazzo,<br />

mi suggerisce un’osservazione che non mi pare inopportuna:<br />

non credo sia casuale che un bibliotecario, un’operatore del<strong>la</strong> cultura,<br />

che si realizza compiutamente nel<strong>la</strong> fruizione pubblica e nel<strong>la</strong> sua socializzazione,<br />

si trovi in una certa fase del<strong>la</strong> propria vita a gestire <strong>la</strong><br />

cosa pubblica. Lungi, altresì, dal considerare in qualche modo esemp<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> mia personalissima picco<strong>la</strong> esperienza, credo <strong>di</strong> poterne generalizzare<br />

il senso, collegandomi proprio a quel che appunto intellettuali<br />

civilmente impegnati come <strong>Francesco</strong> <strong>Barberi</strong>, Ange<strong>la</strong> Vinay ed<br />

Armando Petrucci hanno fatto e continuano a fare ancora. Essi hanno<br />

sentito, come pochi, che è impossibile essere uomini <strong>di</strong> cultura senza<br />

essere in campo con gli altri e per gli altri, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni narcisismo<br />

ed ogni malinteso senso del<strong>la</strong> neutralità del<strong>la</strong> cultura. Per questo noi<br />

siamo stasera lieti <strong>di</strong> averli tra noi; per questo sono con me ad essi grati<br />

tutti gli operatori pugliesi delle biblioteche e l’intera comunità civile<br />

<strong>di</strong> Capitanata.<br />

Dott. ANGELO CELUZZA<br />

E’ ancora vivo in me il ricordo <strong>di</strong> una giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> tenuta in<br />

Arezzo, nell’ambito del Congresso Nazionale delle Biblioteche Italiane<br />

organizzato dall’A.I.B..<br />

In quel<strong>la</strong> circostanza bibliotecari italiani e stranieri, autorità, il Ministro<br />

ai Beni Culturali e Ambientali e il Direttore Ge nerale<br />

dell’Ufficio Centrale delle Accademie e Biblioteche onorarono in maniera<br />

solenne il professore <strong>Francesco</strong> <strong>Barberi</strong>, presentando per <strong>la</strong> prima<br />

volta al pubblico il volume « Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> biblioteconomia e <strong>di</strong> storia<br />

del libro », curato e pubblicato dall’A.I.B. e realizzato con il concorso<br />

del Ministero ai Beni Culturali e. Ambientali e del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Speciale<br />

per Archivisti e <strong>Biblioteca</strong>ri dell’Università <strong>di</strong> Roma, per festeggiare i<br />

70 anni dell’illustre maestro.<br />

Ho partecipato con trepida commozione a quel<strong>la</strong> cerimonia e ricordo<br />

l’app<strong>la</strong>uso prolungato, insistente, dei bibliotecari e delle autorità<br />

presenti, allorché, emozionato per quanto succedeva proprio a lui,<br />

schivo <strong>di</strong> onori e <strong>di</strong> paludate cerimonie, prese <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> il prof.<strong>Barberi</strong>,<br />

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____________________________________________________________FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA<br />

per ricordare il suo lungo impegno a favore delle biblioteche italiane e<br />

l’attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso, impegnato in un paese in cui <strong>la</strong> biblioteca registrava<br />

e registra forti ritar<strong>di</strong>.<br />

« In Italia — scrive infatti il <strong>Barberi</strong> — non è stato, non solo risolto,<br />

ma neppure impostato il problema del<strong>la</strong> biblioteca, a causa delle<br />

cui carenze, le popo<strong>la</strong>zioni meri<strong>di</strong>onali guadagnate all’istruzione, causa<br />

<strong>la</strong> mancanza <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> pubblica lettura <strong>di</strong> che alimentar<strong>la</strong>,<br />

sicché <strong>la</strong> giung<strong>la</strong> cresceva subito negli scarsi terreni bonificati, e <strong>la</strong> civiltà<br />

conta<strong>di</strong>na — <strong>la</strong> civiltà degli analfabeti — sopravvive in<strong>di</strong>sturbata<br />

fino ai nostri giorni ». Direbbe Gavino Ledda oggi: « lo stu<strong>di</strong>o è roba<br />

per i ricchi ... quello è per i leoni e noi siamo agnelli » (Padre Padrone,<br />

p. 11).<br />

Al bibliotecario, questo sconosciuto, e al<strong>la</strong> sua formazione ha de<strong>di</strong>cato<br />

molto dei suoi stu<strong>di</strong>, che, nel<strong>la</strong> bibliografia compresa nel volume<br />

citato, raggiungono, fino al 31 <strong>di</strong>cembre 1976, ben 180 voci.<br />

Rammenterò alcuni titoli <strong>di</strong> questi importanti saggi:<br />

1) Al bibliotecario, questo sconosciuto;<br />

2) Il bibliotecario uomo <strong>di</strong> azione;<br />

3) <strong>La</strong> formazione del bibliotecario;<br />

4) Preparazione, specializzazione e utilizzazione del personale<br />

delle biblioteche;<br />

5) Gli stu<strong>di</strong> del bibliotecario;<br />

6) Il bibliotecario e <strong>la</strong> storia delle biblioteche;<br />

7) Un monito coraggioso;<br />

8) <strong>Biblioteca</strong>rio educatore;<br />

9) Obbiettività del bibliotecario.<br />

E a proposito <strong>di</strong> quel sentimento <strong>di</strong> profonda insod<strong>di</strong>sfazione che<br />

amareggia spesso i bibliotecari e in generale « tutti coloro che esercitano<br />

<strong>la</strong> professione come aposto<strong>la</strong>to » il <strong>Barberi</strong> nota con acutezza che<br />

ciò non <strong>di</strong>pende da « un sentimento <strong>di</strong> vanità insod<strong>di</strong>sfatti, [o da] una<br />

velleità <strong>di</strong> esibizionismo» che fa <strong>la</strong>mentare ai bibliotecari <strong>di</strong> non essere<br />

abbastanza conosciuti dal<strong>la</strong> società a cui servono: bensì <strong>di</strong>pende<br />

dal<strong>la</strong> « consapevolezza dell’importante loro funzione sociale e del loro<br />

attaccamento ad essa », tutti protesi come sono a cancel<strong>la</strong>re<br />

l’immagine <strong>di</strong> un bibliotecario immerso in un passato <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>zione,<br />

allorché il suo tavolo costituiva « un angolo <strong>di</strong> protetta, tranquil<strong>la</strong> operosità<br />

letteraria ».<br />

A me preme questa sera riportare il <strong>di</strong>scorso sul<strong>la</strong> <strong>Puglia</strong> e sul periodo<br />

trascorso in <strong>Puglia</strong> dal prof. <strong>Barberi</strong>, durante il quale egli operò<br />

in qualità <strong>di</strong> Soprintendente Bibliografico.<br />

<strong>La</strong> nostra terra <strong>di</strong> <strong>Puglia</strong> del resto è rimasta ben viva nel suo ricordo,<br />

se a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> più <strong>di</strong> venti anni, ad apertura del suo saggio « <strong>Biblioteca</strong><br />

e democrazia» pubblicato per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong> nostra rivista «<br />

<strong>La</strong> Bibl. Prov. <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>» A. I (1962) N. 5-6 e poi compreso nel volume<br />

« <strong>Biblioteca</strong> e bibliotecario » riporta l’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un ragazzo<br />

pugliese, protagonista <strong>di</strong> un tentativo <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o al<strong>la</strong> biblioteca civica,<br />

perché tolto dal padre agli stu<strong>di</strong>.<br />

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FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

« L’insano gesto — scrive il <strong>Barberi</strong> — <strong>di</strong> schietta marca meri<strong>di</strong>onale,<br />

mirava giusto nel senso che il ragazzo, appena tre<strong>di</strong>cenne,<br />

volle vedere nel<strong>la</strong> biblioteca pubblica quello che non ne riescono ancora<br />

oggi a vedere tanti educatori e sociologi italiani: lo strumento<br />

principale quasi il simbolo del<strong>la</strong> liberazione attraverso il libro — una<br />

liberazione al<strong>la</strong> quale ogni in<strong>di</strong>viduo, desideroso e capace, ha <strong>di</strong>ritto in<br />

una società democratica ».<br />

A me — <strong>di</strong>cevo — preme questa sera ricordare il notevole importante<br />

contributo dato dal prof. <strong>Barberi</strong> in favore del<strong>la</strong> costituzione, del<strong>la</strong><br />

crescita e dello sviluppo delle biblioteche pugliesi, in genere, e del<strong>la</strong><br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, in partico<strong>la</strong>re fondata 40 anni or sono dal Preside<br />

del<strong>la</strong> Provincia pro tempore prof. Giustiniano Serrilli, e sostenuta<br />

con notevoli sacrifici nel<strong>la</strong> realtà che è sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, dalle<br />

amministrazioni democratiche <strong>di</strong> questi ultimi 30 anni.<br />

Lo farò con il sussi<strong>di</strong>o dei scarsissimi documenti <strong>di</strong> archivio, sopravvissuti<br />

alle vicende belliche, che riguardano l’attività del prof.<br />

<strong>Barberi</strong> e i suoi rapporti con <strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e in<br />

partico<strong>la</strong>re con il suo primo <strong>di</strong>rettore, il compianto dr. Arturo Marcone.<br />

Quanta trepidazione si coglie dal<strong>la</strong> lettera del 28 <strong>di</strong>cembre 1940<br />

con <strong>la</strong> quale il prof. <strong>Barberi</strong> approva <strong>la</strong> decisione <strong>di</strong> trasferire nel Convento<br />

<strong>di</strong> S. Matteo in S. Marco in <strong>La</strong>mis i « manoscritti e stampati<br />

pregevoli appartenenti al<strong>la</strong> biblioteca ».<br />

Suggerisce per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> e <strong>la</strong> salvaguar<strong>di</strong>a del materiale ogni possibile<br />

precauzione e precisa in ogni dettaglio le operazioni da effettuarsi<br />

affinché — egli scrive — « nul<strong>la</strong> possa andare smarrito o deteriorato<br />

».<br />

<strong>La</strong> guerra purtroppo si avvicinava a gran<strong>di</strong> passi e il prof. <strong>Barberi</strong><br />

<strong>di</strong>videva con i pugliesi angosce e preoccupazioni.<br />

E’ del 23 settembre 1943 il seguente <strong>la</strong>conico, ma preoccupato<br />

messaggio telegrafico, in<strong>di</strong>rizzato dal prof. <strong>Barberi</strong> al Marcone, in angoscia<br />

per <strong>la</strong> sorte dell’amico e del<strong>la</strong> biblioteca, nata da poco ma ormai<br />

semi<strong>di</strong>strutta dalle bombe piovute dal cielo sul<strong>la</strong> nostra povera<br />

città: « Prego<strong>la</strong> darmi notizie sue et biblioteca ».<br />

Nel<strong>la</strong> seconda lettera del 15 febbraio 1942, <strong>di</strong> grande interesse perché<br />

in essa il <strong>Barberi</strong> suggerisce, pensoso del futuro del<strong>la</strong> biblioteca,<br />

tutto quanto era da pre<strong>di</strong>sporre, e l’assunzione dei re<strong>la</strong>tivi oneri, per<br />

l’applicazione del<strong>la</strong> legge 24 aprile 1941 n. 393, che detta norme per<br />

le biblioteche dei comuni capoluoghi <strong>di</strong> provincia.<br />

Le ultime due lettere sono del prof. D’Amato, il soprintendente<br />

del<strong>la</strong> ricostruzione, succeduto in <strong>Puglia</strong> al <strong>Barberi</strong> e strappato al nostro<br />

affetto prematuramente; e l’altra del dr. Marcone a Beniamino<br />

D’Amato.<br />

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FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

Nel<strong>la</strong> prima lettera il D’Amato dà notizia al Marcone del partenza<br />

da Bari del prof. <strong>Barberi</strong>, chiamato dal<strong>la</strong> Direzione Generale delle Accademie<br />

e Biblioteche a <strong>di</strong>rigere a Roma <strong>Biblioteca</strong> Angelica.<br />

Tra l’altro Io informa <strong>di</strong> quanto accadde al <strong>Barberi</strong> in Bai in quegli<br />

anni <strong>di</strong>fficili, allorché tornando da Roma ebbe <strong>la</strong> sgra<strong>di</strong>ta sorpresa <strong>di</strong><br />

trovare <strong>la</strong> casa invasa e requisita e scrive del<strong>la</strong> profonda amarezza del<br />

prof. <strong>Barberi</strong>, ripartito poi per Roma nel luglio successivo.<br />

<strong>La</strong> seconda lettera, per noi <strong>di</strong> estrema importanza, è in<strong>di</strong>rizzata dal<br />

Marcone al D’Amato. Dopo aver auspicato che buona parte del<strong>la</strong> sua<br />

[del D’Amato, cioè] futura attività sia spesa a favore del<strong>la</strong> biblioteca<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, che, tra, le consorelle, è l’unico che abbia subito danni mo lto<br />

gravi e forse irreparabili dal<strong>la</strong> guerra, continua testualmente: « sarei<br />

sconoscente e ingrato se anche par<strong>la</strong>ndo con lei e scrivendo a lei suo<br />

successore, il mi pensiero non si fermasse un momento a ricordare<br />

l’opera veramente mirabile che il dr. <strong>Barberi</strong> ebbe modo <strong>di</strong> svolgere i<br />

queste stesse regioni, durante il suo lungo ministero <strong>di</strong> aposto<strong>la</strong>to fra<br />

le neglette biblioteche <strong>di</strong> nostra terra.<br />

Io lo conobbi — continua — appena pochi giorni dopo aver accettato<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere, contro i miei meriti, questa biblioteca nel 1937. Egli<br />

mi fu subito <strong>la</strong>rgo <strong>di</strong> consigli e <strong>di</strong> aiuti materiali.<br />

Non <strong>di</strong>sdegnò neppure farmi vedere praticamente, pedestremente<br />

come si incol<strong>la</strong>va una etichetta sul dorso <strong>di</strong> un libro. A me ignaro <strong>di</strong><br />

biblioteconomia fu il dr. <strong>Barberi</strong> che mi insegnò come si schedava un<br />

libro, quali erano i criteri <strong>di</strong> scelta per incrementare le raccolte e via<br />

via tutto quello che poteva servire per dare impulso all’allora nascente<br />

<strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> c <strong>Foggia</strong>. Soleva <strong>di</strong>re il dr. <strong>Barberi</strong> che questa<br />

era <strong>la</strong> sua creatura fra tutte le sue pre<strong>di</strong>lette.<br />

Ed invero egli l’aveva vista nascere, ne aveva seguito ogni passo<br />

compiacendosene, e, dopo, fu fiero del<strong>la</strong> crescente popo<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> quel<strong>la</strong><br />

biblioteca che rapidamente si portava tra le principali <strong>di</strong> Capitanata.<br />

Io stesso devo a lui tutto quello che so...Con lui — continua il dr.<br />

Marcone — ho <strong>di</strong>viso i timori, le ansie, le gioie, i trionfi che <strong>la</strong> biblioteca<br />

ci dava ».<br />

<strong>La</strong> lettera si conclude con un caloroso invito al prof. D’Amato a<br />

non abbandonare <strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e lui stesso.<br />

Purtroppo, poco tempo dopo, anche per le amarezze e i <strong>di</strong>sagi affrontati,<br />

<strong>di</strong> fronte allo stato <strong>di</strong> <strong>la</strong>crimevole abbandono in cui era <strong>la</strong> sua<br />

biblioteca dopo il bombardamento dell’agosto 1942 e dopo aver invano<br />

chiesto aiuto a destra e a manca alle autorità, il Marcone si ammalò<br />

gravemente e decedette, <strong>la</strong>sciando figli in tenera età.<br />

70


____________________________________________________________FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA<br />

Ecco perché, prof. <strong>Barberi</strong>, abbiamo voluto che lei fosse qui questa<br />

sera tra noi, nel<strong>la</strong> rinnovata sede del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

sicuri come siamo che questa sarà <strong>la</strong> degna continuatrice del<strong>la</strong> sua<br />

« creatura pre<strong>di</strong>letta ».<br />

Mi auguro <strong>di</strong> aver potuto, più che saputo, contenere <strong>la</strong> serata nei<br />

limiti rigorosi <strong>di</strong> un incontro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, fra amici, senza fronzoli né<br />

trionfalismi, e né compiacimenti retorici, così come mi ero impegnato<br />

telefonicamente con lei.<br />

Se così non fosse, vorrà perdonarmi!<br />

Al<strong>la</strong> serata abbiamo voluto che fossero presenti il Presidente<br />

dell’A.I.B., dott. Ange<strong>la</strong> Vinay, che le esprimerà, prof. <strong>Barberi</strong>, il ringraziamento<br />

dell’Associazione che verso <strong>di</strong> lei ha contratto un grosso<br />

debito, e il ch.mo prof. Armando Petrucci, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Paleografia<br />

dell’Università <strong>di</strong> Roma, il quale, con entusiasmo e con squisita cortesia,<br />

ha accettato <strong>di</strong> presentare il recente importante volume e<strong>di</strong>to dal<strong>la</strong><br />

<strong>Biblioteca</strong> « I manoscritti del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », a<br />

cura <strong>di</strong> Pasquale Di Cicco.<br />

Al<strong>la</strong> dott. Vinay e al prof. Petrucci un grazie sincero; all’amico<br />

Armando il rinnovato ringraziamento, che gli esprimo anche a nome<br />

<strong>di</strong> tutti gli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> Capitanata, per aver voluto destinare, in dono a<br />

questa <strong>Biblioteca</strong>, importanti autografi, un ricco episto<strong>la</strong>rio e preziosi<br />

<strong>di</strong>segni e incisioni dell’illustre compianto genitore, prof. Alfredo Petrucci,<br />

al quale <strong>la</strong> cultura <strong>di</strong> Capitanata deve moltissimo.<br />

A lei prof. <strong>Barberi</strong>, insieme con l’omaggio resole questa sera dal<strong>la</strong><br />

<strong>Puglia</strong> tutta intera, <strong>la</strong> gratitu<strong>di</strong>ne dei bibliotecari, dei col<strong>la</strong>boratori <strong>di</strong><br />

ieri e <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> oggi, tutti uniti nel doveroso debito <strong>di</strong> rigorosa professionalità,<br />

che riconoscono nel suo lungo e appassionato insegnamento.<br />

Dott.ssa Ange<strong>la</strong> VINAY (Presidente A.I.B.)<br />

Ringrazio per le amabili parole che il Presidente del<strong>la</strong> Provincia e i<br />

colleghi <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> hanno avuto nei miei riguar<strong>di</strong>. Debbo subito aggiungere<br />

che dovrei essere io a ringraziare gli amici <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> per<br />

questi incontri.<br />

Questa Miscel<strong>la</strong>nea in onore del Prof. <strong>Barberi</strong> è stata voluta<br />

dall’Associazione Italiana Biblioteche e dai bibliotecari tutti, non per<br />

un omaggio formale ma per un doveroso atto <strong>di</strong> riconoscenza per<br />

quello che il Prof. <strong>Barberi</strong> è stato nelle biblioteche da sempre. Non<br />

possiamo pensare ad un sol momento del<strong>la</strong> vita delle biblioteche in<br />

questi ultimi venticinque anni senza avere <strong>Barberi</strong> come termine <strong>di</strong><br />

confronto; e <strong>Barberi</strong> <strong>la</strong> persona che ci ha sempre dato le <strong>di</strong>rettive o ha<br />

incoraggiato agli stu<strong>di</strong> dei quali il volume miscel<strong>la</strong>nea è <strong>la</strong> testimonianza.<br />

Gli stu<strong>di</strong> infatti che sono stati raccolti in questa miscel<strong>la</strong>nea<br />

sono in<strong>di</strong>cativi del<strong>la</strong> ricchezza e del<strong>la</strong> varietà degli interessi che hanno<br />

animato <strong>la</strong> vita professionale del Prof. <strong>Barberi</strong> e dei riflessi che essi<br />

hanno avuto sul<strong>la</strong> nostra vita professionale.<br />

71


FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

Troviamo contributi più specificatamente bibliologici dal cinquecento<br />

al seicento, dall’arte illustrativa al<strong>la</strong> tipografica; temi che sappiamo<br />

più vicini agli interessi del Prof. <strong>Barberi</strong>. Ma troviamo anche, e<br />

questo significativo e interessante, contributi più tecnici come ad esempio<br />

quello <strong>di</strong> Diego Maltese sul<strong>la</strong> ristrutturazione dei servizi tecnici<br />

<strong>di</strong> una biblioteca e quello del<strong>la</strong> dott.ssa Carosel<strong>la</strong> «Considerazione<br />

<strong>di</strong> vent’anni <strong>di</strong> cooperazione nel campo dell’informazione» o ancora<br />

del<strong>la</strong> dott.ssa Califano-Tentori sul<strong>la</strong> « <strong>Biblioteca</strong> Nazionale del<strong>la</strong><br />

scienza e del<strong>la</strong> tecnica ». Temi tutti che in<strong>di</strong>cane l’apertura delle biblioteconomia<br />

ad argomenti <strong>di</strong>versi da quelli che si è soliti pensare<br />

possano avere interessato lo stu<strong>di</strong>oso del<strong>la</strong> tipografia italiana.<br />

<strong>La</strong> caratteristica infatti <strong>di</strong> <strong>Barberi</strong> nei confronti dei bibliotecari è<br />

sempre stata questa: una grande <strong>di</strong>sponibilità a considerare le novità<br />

via via che esse si affacciavano sul<strong>la</strong> scena inter nazionale e ad in<strong>di</strong>rizzare<br />

ad esse i giovani colleghi. Il che ha permesso ad intere generazioni<br />

<strong>di</strong> realizzarsi in settori specifici in maniera armoniosa e completa.<br />

<strong>La</strong> testimonianza più significativa <strong>di</strong> questa sua qualità, mi pare si<br />

possa ricavare dal bellissimo saggio introduttivo del Prof. Wieder, amico<br />

personale <strong>di</strong> <strong>Barberi</strong> ed amico <strong>di</strong> molti bibliotecari italiani. Wieder<br />

traccia <strong>di</strong> <strong>Barberi</strong> un profilo molto suggestivo. Da un felice confronto<br />

tra <strong>Barberi</strong> e Luigi De Gregori — il bibliotecario del<strong>la</strong> vecchia<br />

generazione nel quale il giovane <strong>Barberi</strong> cercò un modello da imitare<br />

— Wieder trae <strong>la</strong> conclusione <strong>di</strong> una certa rassomiglianza <strong>di</strong> carattere<br />

tra i due, rafforzata da una singo<strong>la</strong>re analogia <strong>di</strong> carriera<br />

<strong>Barberi</strong> impersona quel<strong>la</strong> virtù in<strong>di</strong>cata da De Gregori come fondamentale<br />

per i bibliotecari: <strong>la</strong> modestia. « <strong>La</strong> semplicità e li schiettezza<br />

a lui proprie si riflettono perfino nel suo linguaggio dal quale<br />

sono stati sempre assenti <strong>la</strong> dec<strong>la</strong>mazione, <strong>la</strong> retorica e ogni virtuosismo.<br />

<strong>La</strong> sua figura, picco<strong>la</strong> e certo non imponente sembra crescere<br />

quando egli si trova ad esporre e a far valere con intimo vigore <strong>la</strong> propria<br />

opinione: chiara, intelligente, creta, sempre frutto <strong>di</strong> profonda<br />

esperienza ».<br />

« Energia e <strong>di</strong>namismo, osserva sempre Wieder, nascevano in lui<br />

dall’esemp<strong>la</strong>re senso <strong>di</strong> responsabilità che lo aiutava a rispettare un<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità nei suoi impegni. <strong>La</strong> coscienza del dovere, mai venuta<br />

meno, e <strong>la</strong> specifica competenza gli hanno permesso <strong>di</strong> trovare <strong>la</strong><br />

giusta via in un mondo <strong>di</strong> profondo rivolgimento e <strong>di</strong> continue tensioni<br />

come quelle che turbano oggi <strong>la</strong> professione dei bibliotecari nel<br />

contrasto fra passato e presente fra tra<strong>di</strong>zione e rinnovamento, fra teoria<br />

e pratica, fra attività scientifica e attività amministrativa ».<br />

Si può capire come <strong>la</strong> sua vita professionale abbia dovute subire<br />

amarezze e delusioni le quali, in un paese così pieno <strong>di</strong> ricchezze del<br />

72


FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

passato, dovevano venirgli proprio dal fatto che nelle biblioteche italiane<br />

lo splendore e <strong>la</strong> miseria si trovano fianco a fianco e che è così<br />

evidente il <strong>di</strong>vario tra l’epoca del<strong>la</strong> rinascenza dell’illuminismo e<br />

l’inefficienza delle attrezzature <strong>di</strong> molte biblioteche del presente.<br />

<strong>La</strong> conoscenza del<strong>la</strong> letteratura specialistica internazionale del<strong>la</strong><br />

biblioteconomia straniera, ad esempio degli Stati Uniti del<strong>la</strong> Repubblica<br />

Federale Tedesca, paese nei quali aveva compiuto viaggi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

non hanno fatto che accrescere in lui <strong>la</strong> convinzione che fossero<br />

necessari sforzi giganteschi per raggiungere gli sviluppi e progressi<br />

degli altri paesi democratici per uscire dall’inferiorità <strong>di</strong> struttura arretrata,<br />

<strong>di</strong> mezzi finanziari e <strong>di</strong> personale insufficiente, <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici inadeguati.<br />

Di qui i suoi continui decisi sforzi in favore del<strong>la</strong> formazione professionale,<br />

del<strong>la</strong> specializzazione adeguata ai tempi, dell’applicazione<br />

dei più qualificati principi funzionali e tecnici, <strong>di</strong> qui <strong>la</strong> sua azione<br />

impegnata, ammonitrice, stimo<strong>la</strong>nte <strong>di</strong> politica bibliotecaria e culturale<br />

e <strong>la</strong> sua propensione per <strong>la</strong> salvezza e il successo del<strong>la</strong> nostra moderna<br />

società pluralistica. Partico<strong>la</strong>rmente pensoso per lui è stato il<br />

constatare che <strong>la</strong> famiglia dei bibliotecari italiani re<strong>la</strong>tivamente picco<strong>la</strong><br />

ma operosa e vivace ha avuto scarsi risonanza e considerazione<br />

nell’opinione pubblica, e che <strong>la</strong> missione da essa svolta non ha trovato<br />

<strong>la</strong> dovuta comprensione nelle autorità politiche e responsabili del<strong>la</strong> vita<br />

del paese Wieder osserva, inoltre, molto opportunamente come « un<br />

tal instancabile amico dei libri delle biblioteche sia stato anche sempre<br />

amico dei giovani e non soltanto grazie al<strong>la</strong> sua attività <strong>di</strong> docente universitario.<br />

Gli è accaduto così spesso <strong>di</strong> scoprire nuovi talenti che ha<br />

saputo sempre incoraggiare e avviare ad una proficua attività<br />

Questa miscel<strong>la</strong>nea è il risultato <strong>di</strong> questa attività <strong>di</strong> stimolo del<br />

Prof. <strong>Barberi</strong>. I contributi che vi sono contenuti sono per ciascuno <strong>di</strong><br />

coloro che li ha scritti il risultato <strong>di</strong> un colloquio <strong>di</strong> un suggerimento,<br />

<strong>di</strong> una suggestione venutagli dal contatto con il Prof. <strong>Barberi</strong>: funzione<br />

instancabile che non ha a tutt’oggi avuto un termine.<br />

Noi consideriamo questa miscel<strong>la</strong>nea non il punto finale <strong>di</strong><br />

un’attività, ma un momento <strong>di</strong> riflessione, un momento che con senta<br />

a tutti noi <strong>di</strong> fare un bi<strong>la</strong>ncio. Che <strong>la</strong> sua attività sia ancora nel suo<br />

pieno sviluppo appare evidente dal<strong>la</strong> bibliografia a fin volume: si arriva<br />

al 1976 con <strong>la</strong> recensione, vivacissima, polemica, al volume del<br />

prof. Petrucci « Primo: non leggere », volume che ha suscitato in <strong>Barberi</strong><br />

naturalmente una serie <strong>di</strong> reazioni e <strong>di</strong> contrappunti a <strong>di</strong>mostrare<br />

come tutti i problemi sollevati da Petrucci siano per lui ancora oggi<br />

problemi vivi, noi problemi da trattare in maniera teorica. Per questo<br />

<strong>la</strong> Miscel<strong>la</strong>nea ha un preciso significato: non si è trattato <strong>di</strong> esercizio<br />

accademico, non ha voluto essere un omaggio formale.<br />

74


____________________________________________________________FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA<br />

Ha voluto veramente presentare al Prof. <strong>Barberi</strong> il frutto <strong>di</strong> quanto<br />

egli ha seminato <strong>di</strong>mostrandogli che in tutti questi anni nei quali è stato<br />

« fuori » dall’amministrazione si è continuato a produrre qualche<br />

cosa proprio grazie al<strong>la</strong> sua « presenza » in tutte le se<strong>di</strong> dove si tratta<br />

<strong>di</strong> biblioteche. Sottolineo questa sua presenza « produttiva » stimolo<br />

ad affrontare i problemi, ad inserirli nel vivo del<strong>la</strong> realtà in cui si vive,<br />

ca<strong>la</strong>ti in un <strong>di</strong>scorso politico generali inteso come premessa necessaria<br />

per consentirci <strong>di</strong> uscire dalle secche in cui da sempre siamo impantanati.<br />

Prof. ARMANDO PETRUCCI<br />

Il Catalogo dei manoscritti del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

che io questa sera ho il compito <strong>di</strong> presentare, è un’open importante ed<br />

opportuna, perché rive<strong>la</strong> un fondo assai ricco <strong>di</strong> cui ben pochi « addetti<br />

ai <strong>la</strong>vori » conoscevano fino ad ogg l’esistenza. Esso comprende <strong>la</strong><br />

descrizione <strong>di</strong> circa trecento pezzi in parte già appartenuti al<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong><br />

Comunale, e in parti acquisiti dal<strong>la</strong> <strong>Provinciale</strong> per varie vie, e<br />

soprattutto per acquisto. <strong>La</strong> descrizione dei vari pezzi, opera del Dr.<br />

Pasquale Di Cicco Direttore dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, è accurata<br />

ed attenta sia agli aspetti esterni, sia a quelli interni dei singoli<br />

manoscritti ma vorrei <strong>di</strong>re che il pregio maggiore del volume consiste<br />

ne] l’organicità e unitarietà del fondo che è descritto: un fon<strong>di</strong> legato<br />

<strong>di</strong>rettamente al<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> città che lo ospita e al suo territorio, e<br />

prevalentemente moderno; tranne, forse, l’unico co<strong>di</strong>ce scritto in Toscana<br />

nel 1475, che contiene <strong>la</strong> Vita <strong>di</strong> Dante del Boccaccio (N. 1 del<br />

Catalogo) e che proviene dal<strong>la</strong> biblioteca Zingarelli. In effetti <strong>la</strong> raccolta<br />

<strong>di</strong> manoscritti foggiana è prevalentemente costituita dai fon<strong>di</strong> già<br />

privati appartenuti nel passato a tre stu<strong>di</strong>osi dauni <strong>di</strong> notevole fama ed<br />

importanza: Michele Bellucci, Nico<strong>la</strong> Zingarelli e Romolo Caggese.<br />

I problemi <strong>di</strong> conservazione, or<strong>di</strong>namento e catalogazione chi i<br />

fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> manoscritti moderni presentano agli stu<strong>di</strong>osi ed a bibliotecari<br />

sono molteplici e <strong>di</strong> non facile soluzione, anche per <strong>la</strong> <strong>di</strong>versa tipologia<br />

che essi <strong>di</strong> solito presentano. Essi possono infatti, essere semplicemente<br />

dei libri manoscritti, eseguiti a volte ad imitazione del libro a<br />

stampa, soprattutto al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere testi <strong>la</strong> cui stampa era proibita;<br />

possono essere minute, brogliacci, fogli sciolti costituenti <strong>la</strong> prima<br />

stesura d autore <strong>di</strong> opere poi <strong>di</strong>versamente e<strong>la</strong>borate e quin<strong>di</strong> pubblicate<br />

possono consistere in archivi letterari veri e propri, ove, al <strong>di</strong> là dei<br />

puri e semplici carteggi, confluivano materiali vari, a stampi e manoscritti,<br />

raccolti dal singolo personaggio, infine, essere veri e propri archivi<br />

o serie <strong>di</strong> natura archivistica; nel qual caso vari problemi<br />

dell’or<strong>di</strong>namento e del<strong>la</strong> descrizione vanno risolti con meto<strong>di</strong> e criteri<br />

75


FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

archivistici, non bibliotecari, privilegiando i concetti <strong>di</strong> unità organica<br />

e <strong>di</strong> serie, non già quello <strong>di</strong> singolo pezzo.<br />

Sento anche il dovere, a questo punto, <strong>di</strong> rispondere ad un quesito<br />

che forse alcuni o molti dei presenti si pongono: come mai lo stesso<br />

personaggio che qualche tempo fa è stato qui in questa stessa sa<strong>la</strong>, a<br />

<strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> temi assai <strong>di</strong>versi, riguardanti i problemi del<strong>la</strong> pubblica<br />

lettura, a proposito <strong>di</strong> un su libro un po’ « scandaloso » (Primo: non<br />

leggere), scritto insiemi con Giulia Barone, torna oggi fra noi a farci<br />

tutt’altro <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> manoscritti moderni, <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> descrizione e <strong>di</strong><br />

conservazione, ecc. ecc.; come si collegano i due <strong>di</strong>scorsi? Ebbene, io<br />

credo che proprio a proposito <strong>di</strong> un fondo <strong>di</strong> manoscritti come quello<br />

foggiano si possa avviare un <strong>di</strong>scorso sul valore sociale, in rapporto<br />

con il territorio, <strong>di</strong> raccolte <strong>di</strong> documentazione storica quali quel<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

cui stiamo qui <strong>di</strong>scorrendo; poiché, infatti, a me sembra che ove questi<br />

fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> manoscritti mantengano, come in questo nostro caso, <strong>la</strong> loro<br />

integrità nei tempi, essi finiscono per costituire e rappresentare <strong>la</strong><br />

memoria storica <strong>di</strong> una regione, <strong>di</strong> una città, <strong>di</strong> un territorio. Or<strong>di</strong>narli,<br />

catalogarli, stu<strong>di</strong>arli, metterli a <strong>di</strong>sposizione del più vasto pubblico significa<br />

recuperare nelle sue stesse fonti una tra<strong>di</strong>zione storicoculturale<br />

con <strong>la</strong> quale è necessario confrontarsi, anche per avviare processi<br />

<strong>di</strong> rinnovamento su strade tutt’affatto <strong>di</strong>verse da quelle che nelle<br />

fonti rivivono.<br />

Un esempio eloquente del<strong>la</strong> vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tale impostazione è fornito<br />

qui dai due fon<strong>di</strong> Zingarelli e Caggese. Nico<strong>la</strong> Zingarelli, grande stu<strong>di</strong>oso<br />

<strong>di</strong> filologia romanza e dantista, autore <strong>di</strong> un famoso vocabo<strong>la</strong>rio<br />

del<strong>la</strong> lingua italiana, era nato a Cerigno<strong>la</strong>, ma svolse tutta <strong>la</strong> sua attività<br />

<strong>di</strong> letterato e <strong>di</strong> professore fuori del<strong>la</strong> <strong>Puglia</strong>, e morì a Mi<strong>la</strong>no nel<br />

1935; ebbene, anche l’attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso dello Zingarelli, apparentemente<br />

lontana dagli interessi specifici del territorio dauno, serve a<br />

rappresentare al vivo <strong>la</strong> figura <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> quei tanti intellettuali pugliesi<br />

trasferitisi al Nord fra Ottocento e Novecento, a <strong>di</strong>segnare il profilo <strong>di</strong><br />

una figura caratteristica del panorama culturale italiano e del<strong>la</strong> élite<br />

colta meri<strong>di</strong>onale del primo Novecento. Un tale <strong>di</strong>scorso vale ancora<br />

<strong>di</strong> più per Romolo Caggese, nato ad Ascoli Satriano, anche lui professore<br />

universitario, anche lui morto a Mi<strong>la</strong>no nel 1938, e protagonista<br />

<strong>di</strong> una vicenda culturale e politica assai più complessa <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

Zingarelli, che lo vide prima socialista è poi anche fascista e vicino a<br />

Giovanni Gentile. Ebbene, conoscere meglio, attraverso le lettere, i<br />

documenti, gli appunti personali, l’archivio privato, le vicende intellettuali<br />

e politiche <strong>di</strong> uomini come Zingarelli o Caggese non è in<strong>di</strong>fferente<br />

a quel<strong>la</strong> presa <strong>di</strong> coscienza del proprio passato che è primo dovere<br />

<strong>di</strong> una comunità cosciente del proprio ruolo storico in una società<br />

democratica.<br />

76


FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

E’ evidente a tutti che <strong>la</strong> ricostruzione del<strong>la</strong> civiltà culturale <strong>di</strong> una<br />

qualsiasi realtà geografico-politica è possibile soltanto se se ne ricostruiscono,<br />

or<strong>di</strong>nano, stu<strong>di</strong>ano gli archivi delle testimonianze. Ed io ritengo<br />

che sarebbe <strong>di</strong> grande importanza se qui a <strong>Foggia</strong> <strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong><br />

<strong>Provinciale</strong> e l’Archivio d Stato, attraverso opera <strong>di</strong> acquisti, ma anche<br />

<strong>di</strong> rilevamento in loco e <strong>di</strong> riproduzioni, provvedessero a costituire un<br />

archivio delle testimonianze del<strong>la</strong> cultura scritta del<strong>la</strong> Daunia <strong>di</strong> ogni<br />

tempo, delle iscrizioni c<strong>la</strong>ssiche e me<strong>di</strong>evali, ai documenti, a quadernetti<br />

del movimento sionista del Manduzio <strong>di</strong> Sannicandro; e ciò in<br />

parte già si sta facendo, e ho fiducia che si continuerà a fare.<br />

Prof. BARBERI<br />

Ringrazio <strong>di</strong> cuore, prima <strong>di</strong> tutto, dell’invito che mi è stato rivolto<br />

a questa manifestazione; in secondo luogo, con commozione, delle<br />

troppo benevole parole che nei miei riguar<strong>di</strong> hanno avuto il Presidente<br />

dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, il Presi. dente del<strong>la</strong> sezione pugliese<br />

dell’AIB, il Direttore del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> amico Celuzza e <strong>la</strong> signora<br />

Vinay, Presidente nazionale del l’Associazione.<br />

Penso che non si potesse celebrare in modo migliore il quarantesimo<br />

anniversario del<strong>la</strong> fondazione del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />

che presentando un’opera, <strong>la</strong> quale ha il valore scientifico che Armando<br />

Petrucci ha sottolineato, e secondo me ne ha anche un altro. Nel<strong>la</strong><br />

descrizione dei manoscritti — il fondo più pregevole del<strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong><br />

— mi sembra <strong>di</strong> cogliere un nesso con <strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> Comunale, che fu<br />

riunita a questa dopo cento anni dal<strong>la</strong> sua nascita. Questo è bello: <strong>di</strong>mostra,<br />

come meglio non si potrebbe, come una biblioteca viva, assume<br />

e valorizza l’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> istituti più modesti, che in passato assolsero<br />

una nobile funzione. <strong>La</strong> Comunale, infatti, fondata nel 1833, per<br />

oltre un secolo custodì gelosamente il suo patrimonio librario.<br />

L’amico Celuzza, in modo toccante, mi ha provocato riesumando<br />

alcuni ricor<strong>di</strong>. A essi, se permettete, vorrei aggiungerne qualche altro.<br />

Fui soprintendente del<strong>la</strong> <strong>Puglia</strong> e del<strong>la</strong> Lucania dal 1935 al ‘43. Torno<br />

a <strong>Foggia</strong> dopo trentaquattro anni. Nel luglio del 1943 mi recavo da<br />

Bari in Abruzzo, pochi giorni dopo un <strong>di</strong>sastroso bombardamento <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>. Il treno fu fermato al<strong>la</strong> stazione prima, perché <strong>la</strong> ferrovia era<br />

saltata: come deportati in Siberia, <strong>di</strong> notte, attraversammo <strong>la</strong> città deserta<br />

e ridotta ad allucinanti cumuli <strong>di</strong> macerie, dalle quali emanava un<br />

fetore <strong>di</strong> cadaveri. Questo ricordo, che si affaccia per primo, accresce<br />

<strong>la</strong> mia ammirazione per una città oggi fiorente e per questa <strong>Biblioteca</strong>,<br />

78


____________________________________________________________FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA<br />

<strong>la</strong> cui realizzazione spettacolosa dovrebb’essere conosciuta non solo<br />

dai bibliotecari e dagli amministratori italiani, anche settentrionali, ma<br />

da quegli stranieri che conoscono una realtà bibliotecaria italiana assai<br />

<strong>di</strong>versa.<br />

Nei ricor<strong>di</strong> che mi legano a questa città torno volentieri agli anni <strong>di</strong><br />

fervida operosità, quando <strong>la</strong> mia attività <strong>di</strong> soprintendente fu affiancata<br />

dal<strong>la</strong> iniziativa, che il Preside (così allora si chiamava) del<strong>la</strong> Provincia,<br />

Giustiniano Serrilli, — uomo <strong>di</strong> lettere e umanista <strong>di</strong> San Marco<br />

in <strong>La</strong>mis — coraggiosamente intraprese <strong>di</strong> creare una <strong>Biblioteca</strong><br />

<strong>Provinciale</strong>: una iniziativa nel<strong>la</strong> quale fu sostenuto dal prefetto Avenanti,<br />

fascita tutto d’un pezzo, che andò volontario in Russia, <strong>di</strong> dove<br />

non fece ritorno. I prefetti, in generale, non amano le biblioteche, tagliano<br />

dai bi<strong>la</strong>nci comunali i modesti stanziamenti che le riguardano<br />

(mai, però, quelli per le squadre <strong>di</strong> calcio); ma Avenanti faceva eccezione<br />

al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>: una volta redarguì severamente il podestà <strong>di</strong> San<br />

Giovanni Rotondo, il quale, alle prese con <strong>la</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle tessere<br />

annonarie, si era mostrato insofferente verso <strong>di</strong> me, che ero andato a<br />

par<strong>la</strong>rgli del<strong>la</strong> povera biblioteca comunale (dopotutto, aveva ragione<br />

lui).<br />

Delle biblioteche, in partico<strong>la</strong>re <strong>di</strong> capoluogo <strong>di</strong> provincia, quel<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> mi dette le maggiori sod<strong>di</strong>sfazioni, anche se non potevo<br />

prevedere che il seme gettato avrebbe poi dato frutti così eccezionali.<br />

Era fin da allora intenzione del Preside Serrilli <strong>di</strong> dare al<strong>la</strong> <strong>Provinciale</strong><br />

una sede più degna dì quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> pa<strong>la</strong>zzo Dogana; <strong>la</strong> guerra travolse il<br />

progetto e, in parte, <strong>la</strong> <strong>Biblioteca</strong> stessa. Al nome <strong>di</strong> Serrilli va doverosamente<br />

associato quello del bravissimo, ze<strong>la</strong>nte incaricato del<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

Arturo Marcone — spentosi quarantaduenne, perché sofferente<br />

<strong>di</strong> cuore — e anche quello dell’anziano <strong>di</strong>rettore del<strong>la</strong> Comunale<br />

Rodolfo Santollino: bibliotecario <strong>di</strong> vecchio stampo, che, tormentato<br />

dal conflitto interiore <strong>di</strong> chi, geloso custode del<strong>la</strong> sua biblioteca, doveva<br />

<strong>di</strong>staccarsene, pur convinto <strong>di</strong> ciò che rappresentava <strong>di</strong> positivo il<br />

passaggio del vecchio istituto al nuovo.<br />

In un primo tempo il Preside Serrilli pensò <strong>di</strong> affidare <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> questa al migliore bibliotecario del<strong>la</strong> <strong>Puglia</strong>, Giambattista Gifuni <strong>di</strong><br />

Lucera, morto pochi mesi fa in età molto avanzata. Gifuni era affezionatissimo<br />

al<strong>la</strong> sua città e al<strong>la</strong> sua biblioteca, e stimato cultore <strong>di</strong> storia<br />

non soltanto locale; era perciò dubbioso se accettare l’incarico. Chi lo<br />

<strong>di</strong>ssuase fu l’amico Benedetto Croce, il quale gli <strong>di</strong>sse: — che cosa<br />

andate a fare a <strong>Foggia</strong>? <strong>Foggia</strong> non ha le tra<strong>di</strong>zioni culturali <strong>di</strong> Lucera.<br />

— Il filosofo napoletano concepiva le tra<strong>di</strong>zioni culturali come qualcosa<br />

<strong>di</strong> statico, e <strong>la</strong> biblioteca volta esclusivamente al passato, riservata<br />

a una élite <strong>di</strong> intellettuali, sia pure <strong>di</strong> provincia; non si rendeva<br />

conto del<strong>la</strong> missione che in una città-capoluogo <strong>la</strong> biblioteca pubblica<br />

assolve soprattutto verso i giovani, ma anche verso quelli che Giuseppe<br />

Lombardo-Ra<strong>di</strong>ce chiamava gli analfabeti avvocati, e perfino verso<br />

ceti proletari che si affacciavano al mondo dell’alfabeto e<br />

dell’istruzione.<br />

79


FRANCESCO BARBERI E LA PUGLIA____________________________________________________________<br />

Questo, in una provincia dove qualche decennio prima il bracciante<br />

Giuseppe Di Vittorio aveva scoperto il vocabo<strong>la</strong>rio. Che Benedetto<br />

Croce avesse torto non solo in teoria ma anche <strong>di</strong> fatto lo <strong>di</strong>mostrò il<br />

numero dei lettori che prima del<strong>la</strong> crisi bellica, che impose riduzioni<br />

<strong>di</strong> nevamo le lezioni io, Marcone e Santollino.<br />

Per dare un riconoscimento e una valorizzazione al<strong>la</strong> nascente<br />

<strong>Provinciale</strong>, nel 1939 proposi al Ministero <strong>di</strong> tenere<br />

<strong>Foggia</strong> il corso annuale per <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> biblioteche popo<strong>la</strong>ri. I corso<br />

riuscì in modo sorprendente, perché maestre e aspiranti maestre,<br />

che dal certificato <strong>di</strong> frequenza si ripromettevano i mezzo punto per <strong>la</strong><br />

loro carriera e i loro concorsi, parteciparono con vivo interesse, “scoprirono”<br />

<strong>la</strong> biblioteconomia e <strong>la</strong> bibliografia, si appassionarono a casi<br />

<strong>di</strong>fficili <strong>di</strong> catalogazione. Tenevamo le lezioni io, Marcone e Santallirio.<br />

<strong>La</strong>sciai <strong>la</strong> <strong>Puglia</strong> nel 1943; mi successe Beniamino D’Amato colto<br />

e appassionato del suo <strong>la</strong>voro; Celuzza lo ha ricordato poco fa, rammaricandosi<br />

per <strong>la</strong> grave per<strong>di</strong>ta che <strong>la</strong> sua morte immatura rappresentò<br />

per <strong>la</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e ovviamente non solo per essa.<br />

Alle figure scomparse che ho ricordato vorrei aggiungere un’altra,<br />

non <strong>di</strong> bibliotecario professionista e non foggiano: Giovanni Tancre<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Monte S. Angelo. Egli fu insieme apostolo del<strong>la</strong> biblioteca popo<strong>la</strong>re<br />

— che aveva fondato e gestiva con sacrificio nel<strong>la</strong> sua città — e raccoglitore<br />

instancabile delle sue testimonianze orali, scritte, iconografiche,<br />

artigiane. Ho pubblicato anni fa su una rivista <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> una lunga<br />

lettera, che il Tancre<strong>di</strong> mi scrisse e nel<strong>la</strong> quale si mesco<strong>la</strong>va stranamente<br />

il pessimismo dell’intellettuale meri<strong>di</strong>onale e una spolveratura<br />

<strong>di</strong> fascismo. L’opera <strong>di</strong> Giovanni Tancre<strong>di</strong> va ricordata da questa<br />

<strong>Biblioteca</strong>, che ne ha assunto e sviluppato <strong>la</strong> duplice attività pionieristica.<br />

Concludo questi brevi ricor<strong>di</strong> con le parole del Poeta: quel che è<br />

scomparso, ri<strong>di</strong>viene (per un momento) reale, « und was verschwand,<br />

wird mir zu Wirtalich, keiten ». Grazie.<br />

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