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Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze

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Lettere al direttore<br />

Toscana Medica 9/11<br />

Ancora sulla Slow <strong>Medici</strong>ne<br />

Condivido totalmente il fondo del Presidente<br />

Antonio Panti, “Slow <strong>Medici</strong>ne,<br />

ovvero elogio della lentezza”, apparso<br />

su Toscana Medica n. 7, luglio-agosto<br />

2011.<br />

Alcune delle rifl essioni ivi contenute sono riprese<br />

ed ampliate nell’intervento del medesimo,<br />

in occasione del giuramento dei neolaureati iscritti<br />

all’<strong>Ordine</strong> di <strong>Firenze</strong> il 28 marzo 2011.<br />

Sono circa trent’anni che la professione medica<br />

è notevolmente mutata per gli enormi progressi<br />

scientifi ci e tecnologici e la “cura” delle malattie<br />

si è sempre più limitata alla applicazione di nozioni<br />

e tecniche diagnostiche raffi nate e di terapie<br />

standard secondo “linee guida”, tenendo presenti<br />

criteri economico-aziendali.<br />

Non mi è mai piaciuta la dizione Azienda USL:<br />

la cura della persona che soffre non è come la<br />

gestione di una azienda manifatturiera o industriale.<br />

La Sanità pubblica non ha come obiettivo il<br />

guadagno, ponendo attenzione all’uso corretto delle<br />

risorse, ma impegnarsi sempre per il migliore<br />

trattamento diagnostico-terapeutico del paziente.<br />

Dicevo sopra persona, e non malato in questo<br />

organo o in quell’apparato, un corpo che la medicina<br />

specialistica ha scisso in tante componenti,<br />

perdendo di vista l’assoluta unità psico-fi sica<br />

dell’uomo.<br />

Ogni sofferenza del corpo è anche sofferenza<br />

della Mente (anima, psiche) e ogni sofferenza<br />

mentale ha profonde ripercussioni sul corpo (Psicosomatica).<br />

Ogni uomo è diverso dagli altri ed irripetibile<br />

nella sua Personalità, come si è strutturata dalla<br />

nascita su basi genetiche ed esperienze ambientali<br />

fi no alla morte.<br />

Allora è fondante che il medico, ogni medico (di<br />

famiglia, ospedaliero, universitario, libero professionista)<br />

deve ascoltare una persona che soffre.<br />

L’ascolto richiede il giusto tempo per ogni persona<br />

che fornisce al medico sempre le indicazioni<br />

per una diagnosi, poi confortata dai necessari supporti<br />

tecnologici donde deriva una terapia individuale.<br />

Il Presidente Panti e altri colleghi hanno fondato<br />

una Associazione per la Slow <strong>Medici</strong>ne, dovremmo<br />

tutti aderire e cambiare la nostra forma<br />

mentis che segue i fasti della tecnica, della velocità,<br />

dell’effi cienza, della competizione, etc.<br />

Del resto non solo la Prassi medica è impron-<br />

71<br />

tata a questi mistifi canti criteri, ma la vita intera<br />

delle Società occidentali percorre questa strada<br />

che porta anche a molte patologie fi siche e psichiche<br />

in costante aumento.<br />

Il Presidente ricorda “…considerare il tempo<br />

del colloquio come tempo di cura, forse il più importante<br />

nel rapporto con il paziente”.<br />

È quanto la medicina greco-ellenistica (V- III<br />

sec a.C.) aveva indicato nel mirabile “Corpus Hippocraticum”<br />

(Prognostico, Sull’antica <strong>Medici</strong>na,<br />

Sulle arie, acque, luoghi, etc.) sinossi delle Scuole<br />

di Cnido, Cos e Pergamo che avevano ereditato e<br />

ampliato le conquiste della Scuola di Alessandria.<br />

Il tempo dell’ascolto è tempo vissuto, più importante<br />

del tempo fi sico, secondo la magistrale<br />

distinzione di Eugene Minkowski.<br />

Ogni medico deve vivere il tempo con il suo<br />

paziente come hanno fatto i miei Maestri Mario<br />

Tobino e Adolfo Pazzagli ciascuno con profonda<br />

formazione, cultura ed esperienza basate sulla<br />

Clinica.<br />

Hanno vissuto e lavorato per quaranta e più<br />

anni in ospedale, clinica, studio ascoltando la<br />

persona che soffre, non seguendo schemi, tabelle,<br />

standard terapeutici, protocolli strumentali, ma<br />

cogliendo l’individualità originale del singolo e<br />

“curando” quella persona secondo i suoi specifi ci<br />

caratteri.<br />

La <strong>Medici</strong>na è stata da Ippocrate a pochi decenni<br />

fa defi nita Arte.<br />

L’Arte Medica prevede per essere esercitata<br />

non solo competenza specifi ca, ma anche libertà<br />

di giudizio, di scelta, di approccio diagnostico, di<br />

fantasia, di creatività, di originalità che ogni medico<br />

deve esprimere nella propria professione, nel<br />

rapporto con tutti i pazienti.<br />

Occorre ritornare a quella un tempo chiamata<br />

<strong>Medici</strong>na Umanistica, ossia <strong>Medici</strong>na dell’Uomo e<br />

per l’Uomo, in aiuto del quale è sorta e si è espressa<br />

mirabilmente nei secoli, arricchita da scoperte<br />

e da progressi tecnologici, preziosi se inquadrati<br />

ed adoperati correttamente, senza mitizzazioni e<br />

illusioni di onnipotenza, una <strong>Medici</strong>na dell’ascolto<br />

e della rifl essione.<br />

Franco Bellato<br />

Vice Presidente Fondazione Mario Tobino<br />

Apriamo davvero un dibattito sulle necessarie<br />

modifi che del nostro moderno modo di esercitare<br />

la professione.<br />

Antonio Panti

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