Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
ENPAM<br />
te a pagare le pensioni e solo residualmente ad<br />
incrementare il patrimonio dell’ente.<br />
Invece nel Secondo Pilastro i contributi, versati<br />
volontariamente dai singoli professionisti, vengono<br />
a costituire un fondo di accumulo personale<br />
indirizzato a un investimento fi nanziario deciso<br />
dal singolo iscritto, secondo il proprio profi lo di<br />
rischio.<br />
Essendo detto fondo ad “accumulo” con interessi<br />
composti è facilmente comprensibile che anche<br />
piccole cifre versate negli anni possano determinare<br />
nel tempo un discreto patrimonio da cui ottenere<br />
un’adeguata integrazione pensionistica.<br />
Deriva da questa caratteristica l’importanza<br />
di accendere quanto prima una di queste posizioni<br />
pensionistiche.<br />
Un Maestro. Non so<br />
trovare parola più<br />
adeguata per ricordare<br />
Bruno<br />
Caini, scomparso<br />
all’improvviso in un pomeriggio<br />
del torrido agosto 2011. Se<br />
ne è andato con lo stile misurato<br />
e sobrio che sempre lo ha<br />
accompagnato, mantenendo<br />
fi no in fondo quel dolce sorriso,<br />
quasi impercettibile, che<br />
bene illustrava la lucida ironia con cui sapeva leggere<br />
i fatti della vita.<br />
L’ho conosciuto a metà degli anni ’70, ero appena<br />
laureato e cominciavo la specializzazione in Cardiologia.<br />
Subito mi colpì per le sue intuizioni e per<br />
le conseguenti scelte organizzative attuate nel Centro<br />
Cardiologico di S. Giovanni di Dio, allora situato<br />
nella splendida sede di Borgo Ognissanti. Quelle<br />
che oggi sembrano novità, nello scenario dell’organizzazione<br />
sanitaria, Bruno Caini le aveva già<br />
messe in atto in anni in cui non solo non esistevano<br />
le Aziende Sanitarie ma era ancora di là da venire<br />
la legge 833 con l’istituzione del Servizio Sanitario<br />
Nazionale. Grazie alla sua lungimiranza ed al suo<br />
impegno, già nei primi anni ’70 presso la Cardiologia<br />
da lui diretta si svolgevano attività allora dette<br />
di “<strong>Medici</strong>na Sociale” e che oggi chiameremmo di<br />
“<strong>Medici</strong>na d’Iniziativa”. I pazienti che presentavano<br />
particolari patologie (ad esempio, ipertensione,<br />
vasculopatia aterosclerotica polidistrettuale) venivano<br />
invitati a frequentare gratuitamente il Centro<br />
Cardiologico secondo periodici programmi di educazione<br />
sanitaria gestiti dagli infermieri. Questi<br />
gruppi, sempre molto partecipati, stabilivano con<br />
gli infermieri del Centro un rapporto interattivo,<br />
per cui l’infermiere era in grado di fi ltrare le problematiche<br />
che via via si presentavano ed indirizzare<br />
eventualmente i pazienti a quello che oggi chiameremmo<br />
il “percorso clinico appropriato”. Una bella<br />
anticipazione di quell’autonomia professionale de-<br />
70<br />
Toscana Medica 9/11<br />
Certo si potrà obbiettare che il giovane professionista<br />
abbia necessità di investire molto nel<br />
proprio lavoro e nella famiglia, ma bisogna considerare<br />
il guadagno in termini immediati, rappresentato<br />
dalla detraibilità fi scale di quanto versato<br />
e quindi un risparmio sull’aliquota marginale e<br />
la possibilità di poter adeguare la cifra versata<br />
alle proprie necessità; di fatto è possibile anche<br />
sospendere il versamento per qualche periodo o<br />
ridurlo a un minimo.<br />
Questioni di spazio editoriale costringono a<br />
rimandare a un’altra volta un’esamina più dettagliata<br />
dei Fondi Pensione, ma comunque si spera<br />
di aver stimolato i lettori a prendere in seria considerazione<br />
l’argomento.<br />
TM<br />
Ricordo di Bruno Caini<br />
gli infermieri, solo oggi pienamente riconosciuta!<br />
Un altro cardine del lavoro giornaliero era la<br />
cura del rapporto con i medici di medicina generale:<br />
tutti i cardiologi da lui diretti sapevano che altrettanto<br />
importante del referto tecnico era la relazione<br />
clinica, dove il dato oggettivo doveva accompagnare<br />
ma non sostituire le fasi fondamentali dell’anamnesi<br />
e dell’inquadramento prognostico. Era perciò<br />
obbligatoria una lettera, scritta a macchina, al<br />
medico curante, garanzia di una comunicazione<br />
chiara e destinata a durare nel tempo, in epoca precomputer.<br />
Le sue grandi doti intellettuali non si limitavano<br />
ad eccellenti capacità logiche, ma erano<br />
anche e soprattutto alimentate da una prodigiosa<br />
intelligenza emotiva. Aveva un’eccezionale capacità<br />
di leggere i contesti in cui si trovava, di capire immediatamente<br />
le persone con cui entrava in relazione,<br />
consapevole che una parte importantissima<br />
della visita sta nell’ascolto del paziente, un ascolto<br />
che Lui sapeva indirizzare non solo ai fatti di rilevanza<br />
medico-sanitaria, ma anche e soprattutto al<br />
contesto umano del paziente. Ciò che oggi va sotto il<br />
nome di <strong>Medici</strong>na Narrativa, di individualizzazione<br />
della cura, Lui ed i suoi collaboratori lo attuavano<br />
con successo già molti decenni fa! Già allora aveva<br />
intravisto i rischi di un’eccessiva tecnicizzazione<br />
della Cardiologia e in proposito Lui soleva dire: “saremo<br />
sempre più chiamati a fare i cardiologi per<br />
gli altri cardiologi”. Intendeva che un’applicazione<br />
fredda ed acritica delle tecnologie non poter bastare,<br />
per cui il paziente avrebbe ricercato chi avesse<br />
voluto/saputo/potuto integrare i tanti dati strumentali<br />
o di laboratorio secondo una prospettiva clinica<br />
più ampia.<br />
Bruno Caini è stato un Maestro, dunque molto<br />
“di più” – magis – di un docente, cioè di chi insegna<br />
e basta. È stato anche e soprattutto una guida, nella<br />
diffi cile ricerca della strada che porta alla profonda<br />
comprensione del malato di cuore piuttosto che<br />
alla semplice spiegazione della malattia cardiovascolare.<br />
Alfredo Zuppiroli