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Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze

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Saper fare saper essere<br />

L’esperienza professionale, comprovata da<br />

ricerche cliniche che hanno portato a numerose<br />

pubblicazioni in importanti riviste mediche e<br />

psicologiche, ha convinto il prof Pargament che<br />

la “ricerca del sacro”, come egli ha defi nito la<br />

spiritualità, sia un fattore da tenere presente e<br />

trattare come specifi co, non riducendolo ad altro,<br />

nella pratica psicoterapeutica; tale fattore<br />

può favorire sia strategie di coping positivo ed<br />

evolutivo ma anche favorire aspetti confl ittuali e<br />

possibile regressione. È importante sottolineare<br />

come Pargament comprenda all’interno della dimensione<br />

del sacro non solo la religione che la<br />

persona segue ma anche una religiosità naturale<br />

dove il sacro è identifi cato come la scintilla che<br />

mette in azione il motore umano, quella “cosa”<br />

(aspirazione, passione, desiderio) a cui la persona<br />

offre tutta la sua devozione. Su questo egli ha<br />

presentato il suo modello di assessment e intervento,<br />

cui gli interessati possono riferirsi per un<br />

confronto (Spiritually Integrated Psychotherapy:<br />

Understanding and Addressing the Sacred, by<br />

Kenneth I. Pargament, 2007).<br />

Ma il Professore dell’Ohio ha cercato di fare di<br />

più, presentando anche riscontri empirici secondo<br />

il modello dei trial randomizzati. In particolare<br />

una sua recente ricerca suggerisce un diverso innalzamento<br />

della soglia del dolore e una diversa<br />

riduzione degli episodi di cefalea (in soggetti cefalalgici)<br />

quando si utilizzino diversi “oggetti” per<br />

una pratica meditativa di 20 minuti giornalieri<br />

per un mese. Questo risultato contraddice il pensiero<br />

prevalente oggi rispetto alla pratica della<br />

meditazione, che in diverse forme sta conquistando<br />

campo e interesse in psicoterapia e in psicologia<br />

clinica.<br />

Secondo quanto Pargament ha esplicitamente<br />

commentato, l’aspettativa era che gli effetti della<br />

meditazione sullo stato di salute fossero indipendenti<br />

da ciò cui la pratica meditativa si indirizzava.<br />

È risultato invece che il gruppo che meditava<br />

su Dio (spetterà alla pubblicazione scientifi ca del<br />

66<br />

Toscana Medica 9/11<br />

Professore spiegare come egli ha operazionalizzato<br />

questo nel suo studio) aveva risultati migliori<br />

dei gruppi che meditavano su altro e del gruppo<br />

che seguiva esclusivamente tecniche di rilassamento<br />

muscolare progressivo. Pargament ha condotto<br />

dagli anni ’90 ad oggi numerose ricerche in<br />

gruppi di pazienti con HIV-AIDS, artrite reumatoide,<br />

tumore del seno, asma, o che avevano subito<br />

interventi di cardiochirurgia, e ha costantemente<br />

rilevato come strategie di coping che usino positivamente<br />

la dimensione religiosa siano associate<br />

ad outcome positivi per la salute fi sica e psichica.<br />

L’aspetto importante è appunto quest’ultimo,<br />

che è stato anche tradotto in uno strumento di<br />

assessment specifi co – RCOPE –: distinguere la<br />

confl ittualità religiosa potenzialmente innescata<br />

proprio dall’evento malattia, a vari livelli (“Perchè<br />

[tu o Dio] non hai pietà per me?”, “Perché la<br />

mia comunità non mi aiuta?”, “Che colpa ho commesso?”),<br />

dalla religione come risorsa positiva<br />

per fronteggiare, adattarsi, superare la malattia.<br />

Sulla prima allo psicoterapeuta spetta intervenire<br />

come è ben addestrato a fare per la confl ittualità<br />

in genere, riconoscendo però la specifi cità del<br />

confl itto e non riducendolo ad altri. Sulla seconda<br />

l’invito di Pargament è ad allargare le proprie capacità<br />

di valorizzare le risorse dei propri pazienti,<br />

imparare a interagire con essi anche su questi<br />

piani, di nuovo senza frapporre barriere o riduzionismi,<br />

perché si tratta, nella sua esperienza, di<br />

risorse preziose per la terapia.<br />

Non si promette niente, si cerca di capire e si<br />

imposta un piano di valutazione empirica delle<br />

proprie ipotesi di comprensione e cura dell’uomo<br />

malato. D’altra parte si rompe una sorta di tabù,<br />

quello che su questi aspetti un discorso pubblico<br />

non si possa più fare se non in termini, spesso<br />

molto insoddisfacenti, di confronto etico. L’augurio<br />

è che nelle nuove generazioni di medici e psicologi<br />

qualcuno sappia cogliere l’occasione per un<br />

discorso nuovo, e andare avanti. TM<br />

Pubblichiamo insieme i contributi del Dott. Lopes e del Dott. Miccinesi che, pur provenendo<br />

da esperienze professionali e ideali diverse, affrontano un tema di grandissima<br />

importanza. Nell’epoca dei maggiori trionfi della tecnica, che consentono alla medicina<br />

risultati impensabili anche pochi anni fa, il rapporto del medico con la spiritualità del<br />

paziente rappresenta un elemento rilevantissimo nella relazione di cura. Con questi articoli<br />

auspichiamo di iniziare un dibattito aperto e profi cuo.

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