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28.05.2013 Views

Ricerca e clinica vita. È comunque possibile, anche se non ancora dimostrato, che alcuni pazienti con esordio precoce di forme più lievi di allergia possano diventare tolleranti alla frutta secca dopo un periodo di evitamento, analogamente a quanto è stato mostrato in una minoranza di soggetti allergici alle arachidi. La gravità di questo tipo di allergia è documentata dal fatto che tutte le reazioni fatali agli alimenti in individui di età superiore ai 6 anni riportate su un registro nazionale negli Stati Uniti sono state causate dalla frutta secca. Così come le arachidi e gli altri tipi di frutta secca, anche il pinolo è riconosciuto essere fonte di allergeni alimentari. Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione dei pinoli, solo pochi casi di reazioni allergiche ad essi sono stati riportati in letteratura. L’allergia al pinolo infatti è stata poco studiata sia dal punto di vista clinico che epidemiologico. Non è ancora chiaro se le crossreazioni osservate siano il risultato di più eventi sensibilizzanti in soggetti atopici o se esista una crossreattività “vera”. Gli studi clinici condotti sulla crossreattività fra i vari tipi di frutta secca nei soggetti con storia di grave reazione allergica al pinolo sono relativamente pochi ma dai dati riportati in letteratura appare prudente evitare l’assunzione dell’alimento una volta diagnosticata la sensibilizzazione, a meno che non vengano condotti specifi ci test di provocazione orale che confermino la tolleranza clinica. Occorre poi non dimenticare che reazioni quasi L’Associazione Italiana Donne Medico (AIDM), è un’associazione multidisciplinare d’area medica, che, partendo dalla valorizzazione della professionista donna, intende favorire la comunicazione attiva (collaborative innovation) tra elementi del settore sanitario con una modalità innovativa, coinvolgendo il territorio e la realtà ospedaliera così da funzionare da catalizzatori, senza sostituirsi ad altre realtà esistenti. È risaputo che il mondo sanitario vede una prevalenza numerica delle donne nelle varie professioni e che la demografi a futura (rapporto donne/uomini iscritti alle facoltà di medicina, numero crescente di laureate medico donne, i dati sulla gobba pensionistica, la riduzioni delle assunzioni nel settore lavoro “indeterminato”, il blocco del turnover ma anche le attualità in cifre di precariato femminile) ne vedrà un ulteriore aumento. Nell’ottica di un’innovazione di settore, dobbiamo considerare la professionalità delle donne in ambito sanitario non come un ridimensionamento del prestigio della categoria medica, ma piuttosto come una trasformazione nello scenario complessivo, le cui potenzialità vanno sfruttate e inserite in modo sinergico nella realtà in divenire. Tale trasformazione potrebbe essere alla base di un processo di miglioramento complessivo che ha come obiettivo, da un lato, la qualità del servizio offerto dalla professione medica tout court, dall’altro, possa rispondere alle nuove necessità di un bacino d’utenza sempre più esigente e sempre più insoddisfatto ed ostile verso la categoria medica nella sua globalità. Per questa ragione, la nuova sezione fi orentina dell’AIDM in accordo al direttivo nazionale, promuoverà l’organizzazione di seminari, nazionali ed internazionali, tavole rotonde, eventi congressuali campagne di confronto e diffusione 60 Toscana Medica 9/11 fatali dovute all’ingestione di allergeni nascosti non sono rare. Esistono in letteratura molti dati riguardanti le arachidi quali allergeni nascosti molto “pericolosi” ma è necessario tenere a mente che anche altri tipi di frutta secca possono causare queste reazioni. È dunque molto importante che nelle etichette dei cibi in commercio sia riportata la quantità di ogni potenziale allergene presente e che il paziente e la famiglia siano educati ad evitare le ingestioni accidentali, a riconoscere i sintomi precoci di una reazione allergica e a trattare prontamente un’eventuale anafi lassi severa. Le ricerche in corso nel campo dell’immunoterapia (anti-IgE, allergeni ricombinanti e peptidi sintetici per l’allestimento di vaccini desensibilizzanti) potrebbero offrire nuove soluzioni nel trattamento delle allergie alimentari. L’utilizzo per via sottocutanea di estratti naturali o modifi cati di arachidi a scopo immunoterapico è stato tentato, ma la somministrazione ha provocato reazioni sistemiche o gravi effetti avversi. Pertanto la desensibilizzazione non può essere considerata attualmente come un’alternativa alla dieta di eliminazione che rimane di fatto l’unica forma di trattamento dell’allergia alla frutta secca. Bibliografi a Le voci bibliografi che possono essere richieste a: simonabarni@hotmail.com TM Associazione Italiana Donne Medico (AIDM) in maniera multidisciplinare, in modo da coinvolgere un molteplictà di categorie professionali, non solo quelle strettamente sanitarie, nell’ottica di un collaborative-innovation non di closed-innovation per la qualità in sanità. I livelli d’intervento saranno fondamentalmente tre: La formazione continua con il fi ne di rendere la pratica clinica, la comunicazione e la collaborazione tra le fi gure del settore, più effi cace ed effi ciente. La collaborative-innovation come promozione d’innovazione territoriale, lavorando su reti estese per migliorare la qualità della prestazione. La prevenzione anche in collaborazione con altre associazioni nazionale ed internazionali. Info: Dr.ssa Marilù Bartiromo, 347.0438564, www.donnemedico. org.

Diceva Albert Einstein che “I problemi che abbiamo oggi non li potremo mai superare all’interno della stessa cultura che li ha generati”. Sacrosante parole, che possono costituire la cornice ideale per una rifl essione sull’attuale deriva, forse ancora non percepita da molti di noi. Ci stiamo rendendo conto, cari colleghi, della progressiva de- generazione mercantile della Sanità, della Medicina, della Cura? Riusciamo a percepire il nuovo paradigma culturale, con la riduzione a meri prodotti di consumo di quelli che dovrebbero essere i cardini per ristabilire o mantenere la salute, quali ad esempio i test diagnostici o i farmaci? Ce la facciamo a cogliere le insidie, sempre meno occulte, anzi sempre più palesi, che ci arrivano dal cosiddetto “Mercato”? Se qualcuno di noi non fosse già avvertito del rischio che la nostra professione – ma soprattutto la salute di tutti noi – stanno correndo, l’esempio delle offerte commerciali al ribasso che da un po’ di tempo compaiono in rete, soprattutto ad opera del colosso americano del settore, la Groupon, ne sono un esempio molto calzante. Non voglio certo fare una difesa corporativa del nostro mondo professionale e non m’interessa neanche stabilire se sul piano formale siano rispettate o meno le regole che disciplinano la pubblicità sanitaria. M’interessa, invece, sollecitare l’attenzione su ciò che sottende questa, come tante altre operazioni: si tratta di scoprire il velo sulla gravità della trasformazione culturale in atto. La Salute sta diventando sempre più un bene di consumo, soggetta alle regole del mercato, per cui il bene lo si deve produrre con la massima effi cienza mercantile possibile. Allora, vai con le offerte delle ecografi e a prezzi stracciati, come nelle campagne sottocosto dei supermercati, vai con i trattamenti odontoiatrici offerti con le stesse modalità con cui si promuove un week-end con tanto di cena per due con bevande incluse. E l’appropriatezza? E l’effi cacia? Ed il rapporto medico-paziente? Tutti retaggi inutili, da sacrifi care sull’altare del dio mercato? E sul fronte della Sanità Pubblica, cosa facciamo noi medici? Assistiamo muti ai tagli ragionieristici delle risorse, che iniquamente toccano sia i percorsi virtuosi che quelli inappropriati? Stiamo zitti di fronte allo spreco di denaro pubblico che continua a fi nan- Saper fare saper essere Toscana Medica 9/11 La salute non è una merce “Credere in un’economia di mercato in cui l’acquirente è sovrano è una delle più convincenti forme di truffa.” John K. Galbraith, L’economia della truffa, Rizzoli 2004 ALFREDO ZUPPIROLI Direttore dipartimento cardiologico Azienda Sanitaria di Firenze 61 ziare prestazioni inutili, inappropriate, a volte dannose, senza avere il coraggio di chiedere serie verifi che di esito delle nostre cure? Ci voltiamo dall’altra parte, di fronte alle continue dimostrazioni di disuguaglianze nella salute, e lasciamo fare al “mercato”? Da molti anni Gianfranco Domenighetti ci ammonisce con una semplice verità: in Sanità certi consumi aumentano tanto maggiore è lo svan- taggio socio-economico, che si accompagna a minori capacità di esigere ed ottenere informazioni. Pensiamo che iniziative quali quelle della Groupon vadano nella direzione dell’educazione alla Salute, di un’informazione chiara ed obiettiva dei pazienti in merito alle opzioni possibili, di un coinvolgimento consapevole dei cittadini nelle decisioni che riguardano la loro salute? È aderendo alle offerte speciali di prestazioni mediche, delle quali magari non abbiamo neanche un vero bisogno clinico, e che abbiamo comunque già pagato attraverso la fi scalità generale, che guadagneremo Salute? Invece di difendere e cercare di migliorare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, mediante una rigorosa verifi ca della sua effi cienza, anche nell’erogazione di ciò che rientra nei LEA, lasciamo che la concorrenza delle campagne promozionali si affi anchi al Servizio Pubblico e s’incentivi quella spesa out-of-pocket già tutt’altro che trascurabile nel nostro Paese? Se avvertiamo il disagio che domande del genere suscitano, allora abbiamo il dovere di opporci, di denunciare con forza ciò che sta avvenendo nel campo della Cura, dopo lo scempio che dell’Alimentazione ha fatto la (in)cultura dei fast food. Cibo e cure, accomunati sul fi lo di rasoio di un disastroso abbandono ad un mercato la cui unica regola è il profi tto, sempre più soggetti ad analisi del loro prezzo (con regolari e sciagurate offerte speciali al ribasso) e sempre più spogliati del loro valore. La Cura, come l’Alimentazione, espropriata del suo signifi cato culturale, ridotta a bene di consumo, con il rischio di consumare davvero un bene, quello rappresentato dalla nostra autonomia, dalla nostra libertà di scelta, sempre più consumatori inconsapevoli e sempre meno responsabilmente coinvolti nella costruzione della nostra Salute. “…si muore di classe, come sulla tolda del Titanic…”: da oltre trent’anni Giulio Alfredo Maccacaro ci richiama a questa verità, purtroppo sempre attuale. Alfredo Zuppiroli, Presidente della Commissione di Bioetica della Regione Toscana.

Ricerca e clinica<br />

vita. È comunque possibile, anche se non ancora<br />

dimostrato, che alcuni pazienti con esordio precoce<br />

di forme più lievi di allergia possano diventare<br />

tolleranti alla frutta secca dopo un periodo di<br />

evitamento, analogamente a quanto è stato mostrato<br />

in una minoranza di soggetti allergici alle<br />

arachidi. La gravità di questo tipo di allergia è<br />

documentata dal fatto che tutte le reazioni fatali<br />

agli alimenti in individui di età superiore ai 6 anni<br />

riportate su un registro nazionale negli Stati Uniti<br />

sono state causate dalla frutta secca. Così come<br />

le arachidi e gli altri tipi di frutta secca, anche il<br />

pinolo è riconosciuto essere fonte di allergeni alimentari.<br />

Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione<br />

dei pinoli, solo pochi casi di reazioni allergiche ad<br />

essi sono stati riportati in letteratura. L’allergia al<br />

pinolo infatti è stata poco studiata sia dal punto di<br />

vista clinico che epidemiologico.<br />

Non è ancora chiaro se le crossreazioni osservate<br />

siano il risultato di più eventi sensibilizzanti<br />

in soggetti atopici o se esista una crossreattività<br />

“vera”. Gli studi clinici condotti sulla crossreattività<br />

fra i vari tipi di frutta secca nei soggetti con<br />

storia di grave reazione allergica al pinolo sono<br />

relativamente pochi ma dai dati riportati in letteratura<br />

appare prudente evitare l’assunzione<br />

dell’alimento una volta diagnosticata la sensibilizzazione,<br />

a meno che non vengano condotti specifi<br />

ci test di provocazione orale che confermino la<br />

tolleranza clinica.<br />

Occorre poi non dimenticare che reazioni quasi<br />

L’Associazione Italiana Donne<br />

Medico (AIDM), è un’associazione<br />

multidisciplinare d’area medica,<br />

che, partendo dalla valorizzazione<br />

della professionista donna,<br />

intende favorire la comunicazione<br />

attiva (collaborative innovation)<br />

tra elementi del settore<br />

sanitario con una modalità innovativa,<br />

coinvolgendo il territorio e<br />

la realtà ospedaliera così da funzionare<br />

da catalizzatori, senza sostituirsi<br />

ad altre realtà esistenti.<br />

È risaputo che il mondo sanitario<br />

vede una prevalenza numerica<br />

delle donne nelle varie<br />

professioni e che la demografi a<br />

futura (rapporto donne/uomini<br />

iscritti alle facoltà di medicina,<br />

numero crescente di laureate<br />

medico donne, i dati sulla gobba<br />

pensionistica, la riduzioni delle<br />

assunzioni nel settore lavoro “indeterminato”,<br />

il blocco del turnover<br />

ma anche le attualità in cifre<br />

di precariato femminile) ne vedrà<br />

un ulteriore aumento.<br />

Nell’ottica di un’innovazione<br />

di settore, dobbiamo considerare<br />

la professionalità delle donne<br />

in ambito sanitario non come un<br />

ridimensionamento del prestigio<br />

della categoria medica, ma piuttosto<br />

come una trasformazione<br />

nello scenario complessivo, le cui<br />

potenzialità vanno sfruttate e<br />

inserite in modo sinergico nella<br />

realtà in divenire. Tale trasformazione<br />

potrebbe essere alla base<br />

di un processo di miglioramento<br />

complessivo che ha come obiettivo,<br />

da un lato, la qualità del servizio<br />

offerto dalla professione medica<br />

tout court, dall’altro, possa<br />

rispondere alle nuove necessità<br />

di un bacino d’utenza sempre più<br />

esigente e sempre più insoddisfatto<br />

ed ostile verso la categoria<br />

medica nella sua globalità.<br />

Per questa ragione, la nuova<br />

sezione fi orentina dell’AIDM in<br />

accordo al direttivo nazionale, promuoverà<br />

l’organizzazione di seminari,<br />

nazionali ed internazionali,<br />

tavole rotonde, eventi congressuali<br />

campagne di confronto e diffusione<br />

60<br />

Toscana Medica 9/11<br />

fatali dovute all’ingestione di allergeni nascosti<br />

non sono rare. Esistono in letteratura molti dati<br />

riguardanti le arachidi quali allergeni nascosti<br />

molto “pericolosi” ma è necessario tenere a mente<br />

che anche altri tipi di frutta secca possono causare<br />

queste reazioni. È dunque molto importante che<br />

nelle etichette dei cibi in commercio sia riportata<br />

la quantità di ogni potenziale allergene presente e<br />

che il paziente e la famiglia siano educati ad evitare<br />

le ingestioni accidentali, a riconoscere i sintomi<br />

precoci di una reazione allergica e a trattare prontamente<br />

un’eventuale anafi lassi severa.<br />

Le ricerche in corso nel campo dell’immunoterapia<br />

(anti-IgE, allergeni ricombinanti e peptidi<br />

sintetici per l’allestimento di vaccini desensibilizzanti)<br />

potrebbero offrire nuove soluzioni nel<br />

trattamento delle allergie alimentari. L’utilizzo<br />

per via sottocutanea di estratti naturali o modifi<br />

cati di arachidi a scopo immunoterapico è stato<br />

tentato, ma la somministrazione ha provocato<br />

reazioni sistemiche o gravi effetti avversi. Pertanto<br />

la desensibilizzazione non può essere considerata<br />

attualmente come un’alternativa alla dieta di<br />

eliminazione che rimane di fatto l’unica forma di<br />

trattamento dell’allergia alla frutta secca.<br />

Bibliografi a<br />

Le voci bibliografi che possono essere richieste a:<br />

simonabarni@hotmail.com<br />

TM<br />

Associazione Italiana Donne Medico (AIDM)<br />

in maniera multidisciplinare, in<br />

modo da coinvolgere un molteplictà<br />

di categorie professionali, non<br />

solo quelle strettamente sanitarie,<br />

nell’ottica di un collaborative-innovation<br />

non di closed-innovation<br />

per la qualità in sanità.<br />

I livelli d’intervento saranno<br />

fondamentalmente tre:<br />

La formazione continua<br />

con il fi ne di rendere la pratica<br />

clinica, la comunicazione e la collaborazione<br />

tra le fi gure del settore,<br />

più effi cace ed effi ciente.<br />

La collaborative-innovation<br />

come promozione d’innovazione<br />

territoriale, lavorando su<br />

reti estese per migliorare la qualità<br />

della prestazione.<br />

La prevenzione anche<br />

in collaborazione con altre associazioni<br />

nazionale ed internazionali.<br />

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