Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
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Francesco Francesca,<br />
Direttore U.O.<br />
Urologia Ospedaliera,<br />
AOUP. Laurea<br />
in <strong>Medici</strong>na e Chirurgia,<br />
1979. Specialista<br />
in Urologia,<br />
1982. Specialista in<br />
Chirurgia Generale,<br />
1987. Campi di interesse:<br />
Oncologia,<br />
Endourologia.<br />
Antigene prostatico<br />
specifi co - PSA -<br />
trent’anni dopo<br />
Il PSA fu “ scoperto” da un ricercatore statunitense<br />
nel 1982. Nel 1986 la Food and<br />
Drug Administration (FDA) ha approvato il<br />
suo utilizzo nel monitoraggio del carcinoma<br />
prostatico dopo trattamento curativo o pal-<br />
liativo. Solo nel 1992 la<br />
stessa FDA ne approvò<br />
l’uso anche in ambito<br />
diagnostico. Dopo quasi<br />
trent’anni l’utilizzo del<br />
PSA nel monitoraggio post-trattamento conserva<br />
tutto il suo valore; in ambito diagnostico invece è<br />
in corso un acceso dibattito scientifi co sulla sua<br />
reale utilità.<br />
Questo perché il PSA è un marcatore organospecifi<br />
co ma non specifi co di malattia: pertanto<br />
in ambito diagnostico deve essere considerato<br />
insieme ad altri segni e sintomi senza sopravvalutarne<br />
le potenzialità. Essendo di facile acquisizione<br />
e di basso costo è sempre stato utilizzato<br />
nella diagnosi precoce dei tumori prostatici fi no<br />
a diventare il fulcro di qualsiasi screening individuale<br />
o di gruppo.<br />
Ma è utile lo screening nel carcinoma prostatico?<br />
L’obiettivo primario di qualsiasi screening è<br />
quello di ridurre la mortalità nella popolazione<br />
in cui viene effettuato. Lo screening può essere<br />
di gruppo o individuale. Molti uomini fanno uno<br />
screening individuale sottoponendosi al test per<br />
il suo valore predittivo negativo: cioè per essere<br />
tranquillizzati da un valore basso – oggi possiamo<br />
dire < 2,5 ng/ml – essendo i tumori maligni della<br />
prostata che non esprimono valori elevati di PSA<br />
solo il 6-8% del totale. Se per alcuni tumori come<br />
il carcinoma del collo dell’utero e del colon è scientifi<br />
camente provato che lo screening determina<br />
una riduzione della mortalità, per il carcinoma<br />
prostatico la questione è più delicata.<br />
Oggi sappiamo che lo screening del carcinoma<br />
prostatico basato sul PSA determina una ridu-<br />
FRANCESCO FRANCESCA<br />
Direttore U.O. Urologia Ospedaliera<br />
Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana<br />
36<br />
Toscana Medica 9/11<br />
zione della mortalità di circa il 20% – quindi è<br />
utile ed effi cace – ma per salvare un soggetto occorre<br />
trattarne inutilmente almeno 12.<br />
Questo perché vengono diagnosticati un certo<br />
numero di tumori “clinicamente<br />
insignifi canti”<br />
che per le loro caratteristiche<br />
rimangono silenti<br />
per tutta la vita del<br />
soggetto e pertanto non necessiterebbero di alcun<br />
trattamento. Di contro il trattamento curativo del<br />
carcinoma prostatico comporta conseguenze serie<br />
per la qualità della vita: basti pensare alla incontinenza<br />
(20% circa dei soggetti operati) e al defi cit<br />
erettile (dall’85 al 20% secondo il tipo di trattamento<br />
adottato). In conclusione per una quota di<br />
soggetti sottoposta a screening il trattamento non<br />
solo non è utile ma determina conseguenze che<br />
peggiorano la qualità della vita.<br />
Alla luce di queste considerazioni emerse con<br />
evidenza scientifi ca a metà del 2009 ci si domanda<br />
quanto sia utile e giustifi cato dosare il PSA<br />
nei soggetti asintomatici, facendo di fatto uno<br />
screening del carcinoma prostatico.<br />
La comunità dei medici di medicina generale<br />
e degli urologi toscani sollecitata dall’Istituto Toscano<br />
Tumori ha pertanto preparato un documento<br />
informativo sul PSA al fi ne di rendere edotto<br />
ogni soggetto sulle conseguenze che il dosaggio<br />
del PSA potrà avere sulla sua vita: in pratica un<br />
PSA alterato condurrà alle biopsie prostatiche<br />
che, se positive, avvieranno ad un trattamento<br />
che potrà essere in alcuni casi non solo inutile<br />
quoad vitam, ma dannoso per le conseguenze sulla<br />
qualità della sua vita.<br />
Un documento che una volta validato dagli organi<br />
scientifi ci prima e amministrativi regionali<br />
poi auspichiamo che sia somministrato a tutti i<br />
soggetti per permettere loro di esplicitare un consenso<br />
informato prima di sottoporsi al test.<br />
TM