Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
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Qualità e professione Toscana Medica 9/11<br />
alla quantità di bisogni di salute espressi dai<br />
gruppi più poveri della popolazione. L’aumento di<br />
effi cienza del sistema ospedaliero toscano rischia<br />
pertanto di generare iniquità.<br />
L’equità verticale<br />
La mera inclusione delle persone all’interno<br />
di un sistema sanitario universalistico non è garanzia<br />
di equità nella salute (perché intervengono<br />
altri determinanti – non sanitari – della salute),<br />
ma neppure di equità nell’assistenza sanitaria<br />
(perché si assiste a un crescente gap tra differenti<br />
gruppi di popolazione nell’utilizzazione dei servizi<br />
e nella qualità delle prestazioni). Poichè ognuno<br />
dovrebbe ricevere i servizi in relazione al bisogno,<br />
ne deriva che le persone di più bassa classe sociale,<br />
in genere portatrici di un maggiore carico di<br />
problemi di salute, dovrebbero essere destinatarie<br />
di un maggior volume di servizi, e quindi benefi -<br />
ciari di una maggiore quantità di spesa sanitaria<br />
(equità verticale). La Figura 2 dimostra che ciò<br />
non avviene.<br />
Suddividendo le famiglie toscane in decili in<br />
relazione al reddito (Fam. I = più povera; Fam. X<br />
= più ricca) si osserva che non vi sono signifi cative<br />
differenze nella spesa sanitaria pubblica tra i<br />
differenti decili, mentre la spesa sanitaria privata<br />
cresce in proporzione al reddito delle famiglie. In<br />
conclusione le famiglie più ricche arrivano a disporre<br />
di una spesa sanitaria (pubblica + privata)<br />
superiore a quella delle famiglie più povere.<br />
Conclusioni<br />
La presenza di differenze di salute legate alle<br />
condizioni sociali della persona rappresenta una<br />
delle maggiori iniquità della nostra società. Perché<br />
non è giusto che allo svantaggio sociale si<br />
leghino minori aspettative di vita e un maggior<br />
26<br />
carico di malattia, e perché non è equo che ad un<br />
maggior bisogno non corrisponda un maggior impiego<br />
di risorse sanitarie effi caci.<br />
Sul primo punto sono necessarie politiche di<br />
contrasto della diffusione di fattori di rischio e<br />
stili di vita nocivi che richiedono sforzi al di là del<br />
solo settore di stretta pertinenza sanitaria. Occorre<br />
spostare risorse nell’ambito dei servizi sociali,<br />
dell’educazione sanitaria, dell’istruzione e di quello<br />
che oggi si defi nisce empowerment della comunità.<br />
Il secondo punto richiama più direttamente le<br />
politiche sanitarie volte a garantire l’equità nell’accesso<br />
e una particolare attenzione ai bisogni delle<br />
persone attraverso la “sanità d’iniziativa”: signifi ca<br />
che un paziente viene attivamente seguito nel percorso<br />
assistenziale e aiutato nel rispettare determinati<br />
stili di vita, controlli e procedure.<br />
Le differenze importanti di mortalità per vari<br />
indicatori socio-economici, sono conseguenza di<br />
svantaggi nella salute che originano fi n dalla nascita<br />
e si accumulano nel corso della vita. Sono<br />
causate principalmente dalla differente esposizione<br />
a fattori sfavorevoli cui vanno incontro i<br />
soggetti socialmente svantaggiati: condizioni materiali,<br />
psicosociali e comportamentali.<br />
Come contrastare questi fattori, così potenti<br />
nel determinare una spirale di eventi che portano<br />
a compromissioni della salute e che si manifestano<br />
nel corso di tutta la vita, è un tema che richiede<br />
azioni non solo sanitarie, a cominciare dall’istruzione,<br />
e una non facile riallocazione di risorse dal<br />
versante della tutela sanitaria al versante della<br />
prevenzione anche sociale.<br />
Bibliografi a<br />
Le voci bibliografi che possono essere richieste a:<br />
gavino.maciocco@alice.it<br />
TM<br />
Figura 2 – Toscana.<br />
Spesa in salute, pubblica<br />
e privata, per livello di<br />
reddito. 2007 - Milioni di<br />
Euro. Fonte: IRPET