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Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze

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Toscana Medica 9/11 Opinioni a confronto<br />

processo decisionale del medico in linea con la valutazione<br />

multidimensionale di cui la fenotipizzazione<br />

rappresenta la concretizzazione nella pratica clinica.<br />

Continuando a ribadire la fondamentale importanza<br />

degli steroidi, vorrei sottolineare il grande<br />

interesse che oggi suscitano, e soprattutto nel prossimo<br />

futuro susciteranno, le associazioni tra antinfi<br />

ammatori steroidei e broncodilatatori.<br />

ROTI – A livello di Sanità di Iniziativa come amministrazione<br />

regionale siamo andati a verifi care i<br />

percorsi diagnistico-terapeutico-assistenziali per la<br />

BPCO elaborati dalle Aziende toscane e ci siamo accorti<br />

che praticamente nessuno di essi esplicitava in<br />

maniera signifi cativa le linee guida di trattamento<br />

farmacologico per la malattia, essendo quindi stati<br />

creati dei modelli centrati verosimilmente più sul<br />

follow up infermieristico che sulla gestione medica<br />

complessiva della condizione morbosa.<br />

Molto importante appare anche la questione della<br />

compliance alla terapia, soprattutto per quanto<br />

riguarda gli steroidi inalatori che con il passare del<br />

tempo fi niscono in percentuali signifi cative per essere<br />

“dimenticati” dai pazienti, spesso soggetti anziani<br />

e con importanti polipatologie associate.<br />

ANZALONE – Sempre per continuare a parlare di<br />

compliance alla terapia, ricordo che dati recenti provenienti<br />

dalla farmacie relativi al consumo di farmaci<br />

inalatori hanno dimostrato che in Italia i pazienti<br />

con BPCO in media non si curano per 10,4 mesi<br />

15<br />

all’anno. Per questo ben vengano gli sforzi dell’industria<br />

sia per produrre farmaci innovativi che per prolungare<br />

l’effi cacia di quelli già disponibili al fi ne di<br />

ridurre il numero delle somministrazioni quotidiane.<br />

Anche l’appropriatezza prescrittiva rappresenta<br />

oggi un problema di non trascurabile entità se è vero<br />

che un lavoro italiano presentato in sede internazionale<br />

l’anno scorso ha purtroppo dimostrato che nel<br />

nostro Paese specialisti e medici di base tengono in<br />

pochissima o nessuna considerazione le indicazioni<br />

delle linee-guida: non per niente nelle fasi 1 e 2 della<br />

malattia le associazioni broncodilatatori a lunga durata<br />

di azione/steroide inalatorio rappresentano ben<br />

il 70% delle prescrizioni e lo steroide in monoterapia<br />

viene parimente usato con enorme frequenza in tutte<br />

le fasi nonostante non esista alcuna evidenza che ne<br />

giustifi chi un simile impiego. Sfortunatamente molti<br />

di questi assai discutibili comportamenti prescrittivi<br />

derivano dalla scarsa attitudine al dialogo tra i vari<br />

professionisti che si prendono cura di questi complessi<br />

pazienti, per cui magari il cardiologo elimina<br />

nel soggetto broncopatico ostruttivo con polipatologia<br />

associata il Beta-2 stimolante per paura dell’insorgenza<br />

di possibili crisi aritmiche, mantenendo<br />

tuttavia il solo steroide inalatorio che però, come già<br />

detto, non serve assolutamente a niente.<br />

Tra l’altro non bisogna a questo ultimo proposito<br />

dimenticare che i pazienti devono anche essere opportunamente<br />

istruiti al corretto uso degli inalatori,<br />

cosa che a Prato stiamo sperimentando all’interno<br />

delle iniziative del CCM, sulla scorta di quanto già

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