Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
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Opinioni a confronto<br />
cando la malattia in 4 stadi progressivi di gravità,<br />
l’approccio terapeutico iniziale si basa nelle forme<br />
più lievi sull’impiego al bisogno dei broncodilatatori<br />
a breve durata di azione, successivamente entrano<br />
in gioco i broncodilatatori a lunga durata di azione<br />
attivi su tutte le classi di recettori bronchiali coinvolti<br />
nella malattia, al fi ne di ritardare l’esordio<br />
della dispnea causata dall’iperinsuffl azione. Infi ne<br />
entrano in gioco gli steroidi inalatori con lo scopo<br />
precipuo di prevenire le riacutizzazioni della malattia.<br />
Nella BPCO è infatti necessario prevenire per<br />
quanto possibile le fasi di riacutizzazione, le quali<br />
rappresentano altrettanti scalini discendenti lungo<br />
un percorso purtroppo spesso non più percorribile in<br />
senso opposto.<br />
Nelle fasi più avanzate è necessario mettere in<br />
campo le risorse di maggiore impegno, anche economico,<br />
quali l’ossigenoterapia domiciliare e l’approccio<br />
chirurgico alla malattia.<br />
In tutto il percorso di cura di fondamentale importanza<br />
appare una adeguata riabilitazione respiratoria,<br />
attività purtroppo economicamente non<br />
vantaggiosa per il servizio sanitario pubblico. In<br />
Toscana si è cercato di affrontare il problema con<br />
l’accreditamento di strutture private di validissima<br />
effi cacia che però al momento non riescono a soddisfare<br />
tutte le richieste ricevute.<br />
Tutto il discorso fatto fi nora ovviamente non può<br />
assolutamente prescindere dall’abbandono dell’abitudine<br />
al fumo, da ottenere oltre che con appositi<br />
interventi farmacologici anche con azioni mirate di<br />
carattere psicologico e psicoterapico.<br />
BERNI – Una breve annotazione: gli steroidi inalatori,<br />
indicati nelle fasi 3 e 4 della malattia,(vedi linee<br />
guida GOLD) in alcuni casi possono essere utili<br />
anche nella fase 2, secondo quando indicato, in determinati<br />
casi, dalle indicazioni fornite dall’AIFA.<br />
MARINAI – Secondo me va aperto anche un discorso<br />
sulla somministrazione di antibiotici a pazienti<br />
con BPCO. In alcuni casi vediamo trattamenti molto<br />
prolungati che non sembrano riferirsi alle fasi di<br />
riacutizzazione della patologia. A mio parere indicazioni<br />
anche sui farmaci da utilizzare sarebbero utili<br />
vista la forte variabilità della prescrizione.<br />
TOSCANA MEDICA – In campo terapeutico esistono<br />
oggi delle novità di rilievo?<br />
ANZALONE – Ancora oggi non è completamente<br />
chiarito quale sia l’eziopatogenesi di situazioni che,<br />
seppure colpiscano il medesimo organo bersaglio,<br />
sono responsabili della comparsa di condizioni cliniche<br />
estremamente diverse quali la bronchite cronica,<br />
ostruttiva e no, l’enfi sema e le bronchiettasie. La<br />
ricerca oggi cerca di chiarire se alla base di queste<br />
diverse espressioni cliniche ci siano predisposizioni<br />
genetiche differenti a fronte di una noxa patogena<br />
isolata: individuare i diversi fenotipi potrebbe avere<br />
infatti implicazioni importantissime anche in campo<br />
terapeutico.<br />
Sul mercato dovrebbero presto arrivare dei nuovi<br />
farmaci basati su questa impostazione di fondo, destinati<br />
però soltanto ad una particolare classe di<br />
pazienti con BPCO, vale a dire quelli con una condizione<br />
clinica caratterizzata da una prevalente componente<br />
bronchitica infi ammatoria ed ipersecretiva.<br />
14<br />
Toscana Medica 9/11<br />
BERNI – I farmaci che si stanno affacciando oggi sul<br />
mercato, soprattutto i Beta-2 stimolanti ad azione<br />
prolungata e gli inibitori della fosfodiesterasi, necessitano<br />
a mio parere di ulteriori conferme essendo ad<br />
oggi stati testati senza alcuna selezione nei confronti<br />
delle sensibilità individuali legate al fenotipo delle<br />
singole classi di pazienti affetti da BPCO.<br />
RECCHIA – L’OMS, oltre a sottolineare l’enorme impatto<br />
che avrà la BPCO negli anni a venire, recentemente<br />
ha condotto anche un’analisi sulle priorità<br />
complessive delle linee di ricerca in relazione alle<br />
opzioni terapeutiche al momento disponibili ed ha<br />
evidenziato che in questa classifi ca la terapia della<br />
BPCO occupava addirittura il terzo posto.<br />
Come azienda siamo da anni impegnati nella ricerca<br />
sulle malattie respiratorie e le nostre direttrici<br />
strategiche si muovono oggi in due direzioni specifi<br />
che, il miglioramento complessivo dei farmaci già<br />
disponibili e l’innovazione terapeutica secondo linee<br />
di ricerca innovative.<br />
Nel primo caso abbiamo da tempo collaborato in<br />
più di 50 ASL italiane (purtroppo però al momento<br />
non in Toscana) ad un progetto che ha coinvolto i medici<br />
specialisti e quelli di medicina generale che hanno<br />
fornito i propri database e le proprie esperienze<br />
riguardanti i pazienti con BPCO, monitorizzati per<br />
periodi di tempo determinati al fi ne di valutare con<br />
appositi indicatori il loro miglioramento eventuale in<br />
termini di qualità globale della vita.<br />
Dalle nostre valutazioni applicate alla medicina<br />
generale, abbiamo inoltre rilevato che solo il 25% dei<br />
pazienti con BPCO viene correttamente identifi cato<br />
e trattato e che l’adozione delle linee guida può<br />
portare ad un risparmio di circa 300 Euro annui per<br />
ogni singolo paziente.<br />
Altri fi loni di ricerca sono rappresentati dalla fenotipizzazione<br />
dei pazienti al fi ne di stabilire condotte<br />
terapeutiche sempre più personalizzate ed effi caci<br />
e dal miglioramento della compliance alle terapie<br />
proposte. Questo secondo aspetto appare particolarmente<br />
importante visto che i dati della Letteratura<br />
riportano percentuali di aderenza al trattamento farmacologico<br />
della BPCO dopo un anno oscillanti tra il<br />
10 ed 40%. La scelta di investire risorse nella ricerca<br />
sui fenotipi della BCPO è stata dettata soprattutto<br />
dall’osservazione degli “unmet medical needs” esplicitati<br />
dalla comunità scientifi ca che si occupa del trattamento<br />
della BPCO. Il dato spirometrico, infatti, se<br />
da una parte rappresenta il necessario requisito per<br />
la prima stadiazione del paziente con BPCO, dall’altra<br />
risulta, se considerato da solo, strumento non<br />
suffi ciente a defi nire il quadro completo della gravità<br />
della malattia. Dovrebbe essere sempre accompagnato<br />
dalla conoscenze del fenotipo del paziente con<br />
BCPO ad esempio del fenotipo con comorbidità (come<br />
ricordato dal dott. Giustini) o del fenotipo frequente<br />
riacutizzatore come dimostrato recentissimamente<br />
per la prima volta dallo studio ECLIPSE (Hurst JR,<br />
et al. N Engl J Med. 2010;363:1128-38). L’edizione<br />
del 2011 delle linee guida GOLD, inoltre, conterrà un<br />
diagramma di defi nizione della gravità del paziente<br />
non più basata sul solo valore del FEV1 (valutazione<br />
monodimensionale del rischio), ma anche sull’impatto<br />
della malattia (valutazione bidimensionale della<br />
gravità). Strumenti per la defi nizione della Qualità<br />
della Vita, come il questionario CAT, hanno dimostrato<br />
di adiuvare la comprensione dell’impatto e il