LA TUBERCOLOSI A SCUOLA Leila Bianchi, Claudia Fancelli ...
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<strong>LA</strong> <strong>TUBERCOLOSI</strong> A SCUO<strong>LA</strong><br />
<strong>Leila</strong> <strong>Bianchi</strong>, <strong>Claudia</strong> <strong>Fancelli</strong><br />
Ospedale Pediatrico “Anna Meyer” – Dipartimento di Scienze per la Salute della<br />
Donna e del Bambino - Università degli Studi di Firenze<br />
La tubercolosi (TBC) in età pediatrica, soprattutto nei bambini < 5 anni di età, è considerata un<br />
evento sentinella, indice di recente infezione. La trasmissione del Mycobacterium tuberculosis è<br />
solitamente per via aerea attraverso l’inalazione di particelle di muco, dette droplets nuclei,<br />
che contengono ognuna 2-3 microrganismi, prodotte da un adulto o adolescente con TBC<br />
polmonare bacillifera o TBC laringea. I bambini di età < 10 anni con TBC raramente sono<br />
contagiosi perché le lesioni polmonari sono solitamente piccole e paucibacillari, la tosse spesso<br />
non è produttiva e pochi bacilli o nessun bacillo viene espulso.<br />
L’infezione primaria da Mycobacterium tuberculosis determina la malattia attiva solo in una<br />
piccola percentuale di casi, circa il 10% dei soggetti infettati. Nel restante 90% dei casi il<br />
sistema immunitario contiene l’infezione (che rimane latente) e l’individuo è asintomatico e<br />
non contagioso. Una volta avvenuto il contagio, il rischio di progressione a malattia<br />
tubercolare è più alto subito dopo il periodo di incubazione, che è di circa 6 settimane dal<br />
contatto, quindi declina esponenzialmente nei primi 7 anni per poi persistere più o meno<br />
uguale per tutta la vita. Il maggior rischio si individua tra i 6-12 mesi dopo il contatto e<br />
comunque nei primi 2 anni dall’infezione. Il rischio di progressione dipende inoltre dall’età. I<br />
bambini infatti sono significativamente più a rischio degli adulti di sviluppare la malattia attiva<br />
e questo rischio è circa il 15% negli adolescenti, il 24% nei bambini di 1-5 anni di età e il 40-<br />
50% nei bambini piccoli (< 2 anni). I bambini, soprattutto quelli piccoli, inoltre hanno un<br />
maggiore rischio di sviluppare le forme più gravi come la meningite o la forma miliare. Nei<br />
bambini la tendenza ad evolvere in malattia attiva è più frequente ed il decorso clinico più<br />
rapido. La diagnosi, inoltre, è estremamente difficile in questo gruppo di popolazione e si basa<br />
sull'utilizzo combinato di molteplici test.<br />
L’obiettivo primario del controllo della TBC è l’identificazione tempestiva e il trattamento<br />
adeguato dei nuovi casi di malattia per ridurre il rischio di contagio e quindi la diffusione della<br />
malattia stessa. Obiettivo secondario, importante soprattutto nei paesi a bassa endemia con<br />
maggiori risorse, è quello di identificare e trattare eventuali casi secondari prima che questi<br />
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diventino a loro volta contagiosi. Per questo motivo tutti i programmi di controllo prevedono lo<br />
screening dei contatti dei casi di TBC. Con poche eccezioni, solo i pazienti con TBC polmonare<br />
o delle vie aeree sono contagiosi. La pleurite tubercolare viene considerata come la TBC<br />
polmonare perché anche in assenza di alterazioni polmonari alla radiografia del torace le<br />
culture possono risultare positive. I casi di TBC extrapolmonare isolata non necessitano di<br />
indagini sui contatti, però è necessario eseguire la ricerca del Mycobacterium tuberculosis su<br />
escreato o aspirato gastrico e indagini radiologiche per escludere una concomitante TBC<br />
polmonare.<br />
Lo scopo delle indagini sui contatti di un caso pediatrico è duplice: ricercare gli eventuali casi<br />
secondari (malattia attiva o infezione latente), soprattutto se il bambino è grande o<br />
adolescente, e ricercare l’eventuale caso fonte se il bambino è piccolo (< 5 anni). Solitamente<br />
le indagini sui contatti vengono effettuate dall’Igiene Pubblica subito dopo la notifica di un caso<br />
di TBC (da cui deriva l’importanza della tempestiva denuncia di malattia infettiva). Per definire<br />
la tempistica e l’estensione delle indagini sui contatti viene inizialmente assegnata una priorità.<br />
Questa si basa sul grado di contagiosità del caso (alta priorità in caso di esame microscopico<br />
positivo, TBC cavitaria), della suscettibilità alla malattia dei contatti se infettati (alta priorità<br />
per bambini < 5 anni, soggetti immunodepressi) e del tipo di esposizione (la probabilità di<br />
infezione dipende da intensità, frequenza e durata dell’esposizione). L’estensione inoltre<br />
dipende dalla proporzione di positivi all’indagine. Contatti stretti sono considerati quelli<br />
familiari che condividono lo stesso spazio abitativo, ma possono essere considerati stretti<br />
anche quelli che sono stati ripetutamente e per periodi prolungati a contatto in uno spazio<br />
ristretto con il caso indice (colleghi di lavoro, scuola, ospedali, carceri). Le indagini sui contatti<br />
sono condotte secondo la teoria dei centri concentrici. Il cerchio interno, quello più piccolo,<br />
rappresenta i contatti stretti, quelli da indagare con assoluta priorità. Solo se da questa<br />
indagine risultano dei casi secondari anche i contatti del cerchio medio (contatti casuali)<br />
vengono presi in considerazione. I contatti invece a bassa priorità (quelli del terzo cerchio, più<br />
esterno) verranno a loro volta indagati solo se ci saranno casi secondari tra i contatti a media<br />
priorità.<br />
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Il test alla tubercolina, o intradermoreazione secondo Mantoux, è lo strumento più<br />
frequentemente usato per la diagnosi di infezione tubercolare in persone asintomatiche e viene<br />
quindi utilizzato come primo screening nelle indagini sui contatti. Esso consiste nell’iniezione<br />
intradermica, sulla superficie volare dell’avambraccio, di 5U di tubercolina. La lettura deve<br />
essere eseguita dopo 48-72 ore da personale esperto misurando il diametro dell’indurimento<br />
trasversalmente all’asse maggiore dell’avambraccio. Il risultato deve essere espresso in<br />
millimetri e non solo come positivo o negativo. Un test alla tubercolina positivo indica che il<br />
bambino è stato infettato dal micobatterio, ma non indica necessariamente malattia. Un test<br />
negativo non esclude mai né l’infezione latente, né la malattia tubercolare. Il 10-15% dei<br />
pazienti con TBC documentata tramite coltura non reagisce inizialmente al test. La giovane<br />
età, la malnutrizione, l’immunosoppressione, le infezioni virali (soprattutto varicella, influenza<br />
e morbillo) o una forma di TBC grave e disseminata possono ridurre la reattività alla<br />
tubercolina. Molti bambini con co-infezione da M. tuberculosis e HIV sono frequentemente<br />
anergici alla tubercolina. Nella maggior parte dei bambini la reattività alla tubercolina si rende<br />
evidente dopo 3-6 settimane dall’infezione primaria, ma occasionalmente possono essere<br />
necessari fino a 3 mesi. Risultati falsi positivi possono esserci in infezioni asintomatiche da<br />
micobatteri non tubercolari o in caso di pregressa vaccinazione con BCG.<br />
Sono stati recentemente introdotti nella pratica clinica nuovi test diagnostici che rilevano, in<br />
vitro, la risposta immunitaria all'infezione tubercolare mediante il dosaggio con tecnica ELISA<br />
(QuantiFERON-TB GOLD ® , Cellestis Limited, Carnegie, Victoria, Australia) o ELISPOT (T-<br />
SPOT.TB ® , Oxford Immunotec, Oxford, UK) dell’interferone- rilasciato dai linfociti sensibilizzati<br />
del sangue intero incubato per 24 h con antigeni tubercolari specifici. Da vari studi, sia sugli<br />
adulti, che sui bambini, emerge che questi test immunologici sono efficienti nell’individuare<br />
l’infezione tubercolare e sono più specifici della Mantoux, ma non permettono di distinguere tra<br />
TBC latente e malattia in fase attiva. La principale applicazione di questi test in aree non<br />
endemiche, dove l’eliminazione della malattia è un obiettivo realistico, dovrebbe essere lo<br />
screening di gruppi con esposizione alla TBC accertata o presunta per identificare e trattare le<br />
forme latenti.<br />
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La diagnostica per immagini riveste un ruolo fondamentale nella diagnosi di malattia<br />
tubercolare. L’evidenza radiologica di TBC polmonare solitamente include linfadenopatia (ilare<br />
o mediastinica) e modificazioni del parenchima polmonare quali atelettasie, consolidamento<br />
alveolare, versamento pleurico o empiema e, più raramente, masse localizzate. La formazione<br />
di caverne è rara nei bambini, ma più comune negli adolescenti, che possono sviluppare una<br />
malattia post-primaria come quella dell’adulto. Anche la TC con mdc può risultare utile nella<br />
dimostrazione della malattia polmonare mettendo in evidenza l’interessamento endobronchiale,<br />
la cavitazione e le bronchiettasie laddove le radiografie del torace sono normali o non chiare.<br />
Il periodo finestra è l’intervallo tra l’acquisizione dell’infezione da Mycobacterium tuberculosis e<br />
il momento in cui la risposta immunologica si rende evidente. In caso di un’iniziale negatività<br />
della Mantoux o dei test immunologici in vitro, una seconda valutazione deve essere effettuata<br />
dopo che sono passate 8 settimane dall’ultimo contatto con il caso indice. Secondo le linee<br />
guida americane del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) tutti i bambini di età<br />
inferiore ai 5 anni devono eseguire anche una radiografia del torace e viene prescritta terapia<br />
preventiva, solitamente con isoniazide, anche nel periodo finestra.<br />
Quando c’è un caso di TBC a scuola, l’indagine sui contatti è sempre difficile soprattutto per<br />
l’elevato numero di soggetti da indagare in poco tempo, per l’ansia dei genitori e per<br />
l’attenzione dei mass media che tali indagini provocano. I principi dell’indagine sono gli stessi<br />
di qualsiasi altro caso, come precedentemente descritto. Ai compagni di classe o a tutti gli<br />
studenti (se caso indice è insegnante) viene generalmente attribuita un’alta o media priorità e<br />
facilmente le indagini vengono ampliate. Quando c’è un caso a scuola la trasmissione può<br />
avvenire in un notevole numero di casi. Importante è dare la priorità secondo il reale grado di<br />
esposizione (basato sul numero di ore condivise nella stessa classe la settimana). L’Igiene<br />
pubblica dovrebbe come prima cosa visitare la scuola per controllare gli spazi interni, osservare<br />
le condizioni generali e valutare la ventilazione insieme al personale addetto alla<br />
manutenzione. Le informazioni riguardo la collocazione delle classi, gli spazi a comune (mensa,<br />
palestra, biblioteca)e le eventuali attività oltre l’orario scolastico sono importanti per assegnare<br />
la giusta priorità. Fondamentale è la comunicazione delle procedure di controllo e di<br />
prevenzione allo staff scolastico, ai genitori e al pubblico in generale per evitare inutile ansietà<br />
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ed esagerata attenzione dei mass media che possono trasmettere informazioni sbagliate.<br />
Quando il caso è un bambino (soprattutto < 5 anni) e il caso fonte non è stato trovato tra i<br />
contatti familiari, l’indagine sarà volta anche a trovare l’eventuale fonte di contagio e pertanto<br />
tutti gli adulti dovranno essere indagati.<br />
I dati in letteratura sulla TBC a scuola sono molto eterogenei per i diversi metodi di screening<br />
utilizzati, l’età della popolazione studiata e il tipo di contagiosità. Nella maggior parte dei casi<br />
esaminati in letteratura i soggetti malati per i quali sono state eseguite le indagini erano adulti<br />
(soprattutto insegnanti) o adolescenti. Secondo Ewer et al. in Inghilterra e Higuchi et al. in<br />
Giappone i nuovi test immunologici in vitro (Elispot e QFT rispettivamente) in una popolazione<br />
con alta prevalenza di vaccinazione BCG, correlano maggiormente rispetto alla Mantoux con<br />
l’esposizione al Mycobacterium (durata e vicinanza del contatto). Tutti gli autori sono concordi<br />
nel dimostrare un rischio di contagio tanto maggiore quanto più è stretto il contatto con il caso<br />
indice (in accordo con la teoria dei cerchi concentrici utilizzata per le indagini).<br />
Dal 2007 al 2011 l’ambulatorio di Malattie Infettive dell’Ospedale Pediatrico Anna Meyer di<br />
Firenze ha collaborato con l’Igiene Pubblica nello screening di 14 scuole, di cui 3 istituti<br />
superiori, 2 scuole media, 1 scuola elementare, 4 scuole materne e 4 asili nido. Tutti i casi per<br />
i quali sono state eseguite le indagini erano bambini o adolescenti. In 2 casi l’esame<br />
microscopico dell’aspirato gastrico era positivo ed in altri 3 era positivo solo l’esame colturale.<br />
Negli altri casi era stata posta diagnosi di TBC sulla base della clinica, esami radiologici,<br />
Mantoux e/o Quantiferon, ma non era stato ritrovato il Mycobacterium tuberculosis. Nella<br />
nostra casistica i casi secondari latenti sono stati quasi esclusivamente nelle suole superiori.<br />
L’unico caso di malattia attiva identificato con lo screening dei contatti è stato in un asilo nido,<br />
ma non è stato possibile attribuirlo con certezza al contagio scolastico.<br />
In conclusione secondo le principali linee guida attualmente disponibili (CDC 2005, European<br />
Consensus 2010, NICE 2011, ) di fronte ad un caso di TBC a scuola, alta priorità nelle indagini<br />
va data ai contatti più stretti di casi con microscopico positivo e le raccomandazioni si<br />
focalizzano su questa situazione. Grande importanza viene data alla collaborazione tra Igiene<br />
Pubblica, specialisti di Malattie Infettive e autorità scolastiche. Fondamentale è la<br />
comunicazione delle indagini a tutto lo staff della scuola, ai genitori e ai mass media per<br />
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evitare inutili allarmismi. L’importante ruolo del pediatra di libera scelta è quello di<br />
accompagnare le famiglie in questo percorso, spiegando, rassicurando e ricordando che queste<br />
indagini sono uno strumento di tutela per la salute dei propri figli.<br />
Bibliografia:<br />
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investigation in low prevalence countries: a European consensus. Eur Respir J 2010;<br />
36:925-949.<br />
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SS, McMillan JA, eds. Red Book: 2009 Report of the Committee on Infectious Diseases.<br />
28 th Ed. Elk Grove Village, IL: American Academy of Pediatrics; 2009.<br />
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http://guidance.nice.org.uk/CG117/NICEGuidance/pdf/English<br />
5. Ewer k, Deeks J, Alvarez L, et al. Comparison of T-cell-based assay with<br />
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tuberculosis outbreak. Lancet 2003; 361: 1168-73<br />
Higuchi K, Kondo S, Wada M, et al. Contact investigation in a primary school using a whole<br />
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