È cambiata la prognosi della fibrosi cistica? - Primula Multimedia
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Novità del<strong>la</strong> genetica applicata: <strong>la</strong> diagnosi precoce, <strong>la</strong> diagnosi di forme “atipiche” e...<br />
1989 individuato sul braccio lungo del cromosoma<br />
7 (1). Esso si estende per 250 kilobasi e contiene<br />
27 esoni. La proteina codificata è composta da<br />
1.480 aminoacidi. Le mutazioni del gene CFTR<br />
sono molto numerose: ad oggi ne sono state individuate<br />
circa 2.000. La frequenza re<strong>la</strong>tiva delle<br />
mutazioni è quanto mai variabile in re<strong>la</strong>zione all’area<br />
geografica. La prima mutazione identificata che<br />
è anche <strong>la</strong> più frequente fu <strong>la</strong> ∆F508, causata dal<strong>la</strong><br />
delezione di 3 paia di basi, cui corrisponde una<br />
delezione di feni<strong>la</strong><strong>la</strong>nina in posizione 508. Essa è<br />
più frequente nell’Europa settentrionale, meno in<br />
quel<strong>la</strong> meridionale. Alcune mutazioni risultano<br />
molto più rappresentate in alcune popo<strong>la</strong>zioni,<br />
altre sono estremamente rare. In Italia <strong>la</strong> ∆F508 ha<br />
una frequenza di circa 51%; essa ed altre 11 mutazioni<br />
caratterizzano il 73% degli alleli affetti, con<br />
differenze abbastanza rilevanti tra regioni limitrofe<br />
ed addirittura all’interno del<strong>la</strong> stessa regione (2).<br />
Le mutazioni sono di vario tipo: missense (sostituzione<br />
di una base del DNA che dà origine ad un<br />
codone codificante per un diverso aminoacido), non<br />
sense (sostituzione di una base di DNA che introduce<br />
un codone di stop) frameshift (delezioni o<br />
inserzioni di un numero di bp non multiplo di 3, che<br />
altera <strong>la</strong> lettura dei codoni) e mutazioni che alterano<br />
lo splicing. In base al difetto di produzione e/o<br />
funzione del<strong>la</strong> CFTR sono state divise in 5 c<strong>la</strong>ssi (3):<br />
1. Mutazioni di I c<strong>la</strong>sse con difetto di produzione<br />
del<strong>la</strong> CFTR;<br />
2. Mutazioni di II c<strong>la</strong>sse con e<strong>la</strong>borazione difettosa<br />
del<strong>la</strong> proteina;<br />
3. Mutazioni di III c<strong>la</strong>sse con rego<strong>la</strong>zione difettosa;<br />
4. Mutazioni di IV c<strong>la</strong>sse con difetto del<strong>la</strong> conduttanza;<br />
5. Mutazioni di V c<strong>la</strong>sse che determinano riduzione<br />
del mRNA.<br />
La mutazione più frequente, ∆F508, appartiene<br />
al<strong>la</strong> II c<strong>la</strong>sse.<br />
Non tutte le variazioni di sequenza codificante si<br />
associano ad un quadro clinico c<strong>la</strong>ssico o addirittura<br />
compatibile con <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia: esiste un numero<br />
non trascurabile di varianti nucleotidiche, polimorfismi,<br />
o mutazioni che sono associate a forme atipiche<br />
o per cui non esistono dati sufficienti a definirne<br />
il ruolo patogenetico.<br />
Inoltre <strong>la</strong> corre<strong>la</strong>zione genotipo-fenotipo non è sufficientemente<br />
affidabile per consentire giudizi prognostici<br />
su sopravvivenza e coinvolgimento respiratorio.<br />
Segnaliamo che alcune mutazioni sono associate a<br />
sufficienza pancreatica, a livelli borderline o anche normali<br />
del test del sudore ed a fertilità del maschio.<br />
Queste osservazioni hanno portato a supporre<br />
l’intervento di geni modificatori e di fattori<br />
ambientali che modu<strong>la</strong>no il gene CFTR (4).<br />
Il ruolo del<strong>la</strong> genetica nel<strong>la</strong> diagnosi<br />
precoce<br />
<strong>È</strong> opinione consolidata che <strong>la</strong> diagnosi precoce<br />
influenzi positivamente <strong>la</strong> <strong>prognosi</strong>, l’evoluzione e<br />
<strong>la</strong> sopravvivenza del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia oltre che permettere<br />
una consulenza genetica precoce e tempestiva<br />
per le famiglie (5).<br />
La diagnosi precoce si realizza attraverso lo screening<br />
neonatale, strategia diagnostica finalizzata ad<br />
identificare, in una popo<strong>la</strong>zione di soggetti apparentemente<br />
sani, alcuni individui a rischio di essere<br />
affetti da una data ma<strong>la</strong>ttia da giustificare ulteriori<br />
procedure diagnostiche nei loro confronti.<br />
Non fornisce diagnosi definitiva di ma<strong>la</strong>ttia ma sottolinea<br />
l’indicazione ad approfondimenti che pongano<br />
o escludano <strong>la</strong> diagnosi.<br />
Lo screening neonatale per <strong>la</strong> FC è inserito in un<br />
contesto legis<strong>la</strong>tivo nazionale: legge 104 del<br />
05/02/1992 (prevenzione dell’handicap) e legge<br />
548 del 23/12/1993 (prevenzione e cura del<strong>la</strong> FC).<br />
Esso si basa sul dosaggio ematico su spot di tripsina<br />
immunoreattiva (IRT) eseguito in 3-5° giornata<br />
di vita e ripetuto in 20-25° giornata se elevato.<br />
Valori di tripsina elevati anche al secondo prelievo<br />
avviano al test del sudore e contemporaneamente<br />
al test genetico (6).<br />
Vale <strong>la</strong> pena sottolineare come l’utilizzo del test<br />
genetico nell’iter diagnostico dello screening neonatale<br />
possa condurre all’identificazione di neonati<br />
portatori con un genitore sicuramente portatore<br />
e a un ramo dell’albero familiare in cui segrega<br />
il gene del<strong>la</strong> FC. Comunque è mandatario eseguire<br />
il test del sudore, anche con screening negativo,<br />
in presenza di sintomi evocativi.<br />
La diagnosi di forme atipiche<br />
La forma “tipica” di <strong>fibrosi</strong> <strong>cistica</strong> presenta le caratteristiche<br />
cliniche fondamentali del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia: test del<br />
sudore francamente patologico, broncopneumopatia<br />
cronica, insufficienza digestiva, presenza di almeno<br />
una mutazione del gene CFTR nel genotipo (7).<br />
Oggi si fa sempre più spesso diagnosi di forme<br />
“atipiche”: sono infatti sempre più numerosi gli<br />
adolescenti o gli adulti per i quali il sospetto diagnostico<br />
si è posto sul<strong>la</strong> base di sintomi sfumati o<br />
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