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CANCRO DEL POLMONE - AppuntiMed

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

<strong>CANCRO</strong> <strong>DEL</strong> <strong>POLMONE</strong><br />

Eziopatogenesi<br />

Fattori genetici:<br />

o Oncogeni (di origine virale)<br />

o Protooncogeni (genoma cellulare).<br />

C’è quindi una tesi genetica:<br />

o Soggetti con familiarità per neoplasie polmonari risultano esposti ad un rischio più elevato<br />

rispetto a quello della popolazione normale.<br />

o Associazione tra carcinoma laringeo e polmonare<br />

o Seconda neoplasie nel parenchima residuo nei pazienti giudicati guariti dopo intervento per<br />

carcinoma polmonare.<br />

Fattori ambientali:<br />

o Fumo di tabacco (nitrosa mine e polonio 210)<br />

o Inquinamento atmosferico<br />

Esposizione professionale Asbesto, cromo, nichel, arsenico, silice, radiazioni ionizzanti (in<br />

particolare da uranio o da radon)<br />

Flogosi croniche del parenchima polmonare ad evoluzione sclerocicatriziale Silicosi, tubercolosi<br />

polmonare.<br />

Incidenza<br />

Nel Regno Unito si hanno 80 casi su 100.000 abitanti. In Nigeria il tasso di incidenza è 0.8.<br />

In Italia la mortalità per cancro del polmone è raddoppiata dal 1965 al 1979, passando da 10‐477 a 22.055<br />

decessi per anno.<br />

Colpiscono principalmente il sesto, settimo e ottavo decennio di vita. I maschi sono più colpiti dalle<br />

femmine, con un rapporto che da 10:1 è passato a 5:1 e che seguita a ridursi progressivamente.<br />

Anatomia patologia macroscopica<br />

Istogenesi Epitelio bronchiale. Derivano sempre dall’epitelio bronchiale.<br />

Si ha inizialmente un accrescimento vegetante endobronchiale. C’è poi infiltrazione della parete bronchiale<br />

e poi del parenchima polmonare.<br />

Si tratta di una massa dura‐fibrosa, compatta o parzialmente colliquata. Il colorito è biancogrigiastro con<br />

aree di necrosi o di emorragia nel suo contesto.<br />

I contorni sono irregolari e limiti indistinti verso il parenchima circostante che appare infiltrato.<br />

Classificazione istologica<br />

Il NSCLC si divide in:<br />

A) Carcinoma spino cellulare È il più frequente (45‐80%). Deriva da una metaplasia dell’epitelio<br />

causata dal fumo. Colpisce grandi e medi bronchi. Le cellule hanno citoplasma abbondante,<br />

cheratinizzazione, perle cornee e assenza di lumi ghiandolari. Dà metastasi linfatiche.<br />

B) Adenocarcinoma Corrisponde al 30‐50% dei cancri del polmone. La localizzazione è periferica.<br />

Comprende cellule di varia morfologia, da cilindriche a piatte, di solito pluristratificate, che<br />

delimitano formazioni ghiandolari. Non presenta caratteristiche distintive nei confronti degli<br />

adenocarcinomi di altri organi. C’è scarsa tendenza ad esfoliare nel lume bronchiale. Metastatizza<br />

precocemente sia ai linfonodi regionali che per via ematica. È frequente la sua evoluzione<br />

ascessuale. Quando raggiunge la pleura viscerale può dar luogo a versamento pleurici contenenti<br />

cellule neoplastiche.<br />

C) Carcinoma indifferenziato Composto da cellule grandi, anaplastiche, con citoplasma abbondante,<br />

con nuclei vescicolosi e mitosi frequenti. Sono riunite in ammassi solidi o cordoni senza formazione<br />

di lumi ghiandolari. È di solito periferico, a palla e diventa spesso un ascesso. La sua frequenza è 10‐<br />

15%. Dà metastasi per via ematica.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

D) Carcinoma bronchiolo‐alveolare È il più raro (1‐3%). Composto da cellule che riproducono<br />

l’epitelio bronchiale cubico o colonnare, con citoplasma granuloso e nucleo piccolo, che si<br />

dispongono lungo i setti alveolari. Diffonde seguendo le pareti dei bronchioli e dei setti alveolari, la<br />

cui architettura viene rispettata (aspetto a vetro smerigliato). Può avere forma nodulare,<br />

plurinodulare o diffusa. Le metastasi ai linfonodi sono frequenti.<br />

Il SCLC è invece un microcitoma La frequenza è 10‐15%. È il più aggressivo. L’ipotesi è che derivi dalle<br />

cellule APUD. Le cellule sono piccole e con piccolo nucleo di tipo linfocitario. Causa ammassi solidi. È<br />

periferico con esfoliazione ed escavazione. Dà metastasi a distanza, oltre a invasione locale. Spesso le<br />

masse linfonodali sono più grandi della massa primitiva che l’ha generata. Il microcitoma è più sensibile alla<br />

chemioterapia ma, se c’è l’indicazione chirurgica, la terapia chirurgica è comunque la scelta da fare.<br />

Classificazione<br />

A) Cancro dei grossi bronchi (ilare) Origina sui bronchi principali o lobari. L’accrescimento è<br />

vegetante endobronchiale. Si ha poi infiltrazione della parete con stenosi progressiva del lume fino<br />

all’ostruzione.<br />

B) Cancro dei medi bronchi Origina sui bronchi segmentari. Si ha una precoce occlusione del<br />

bronco. Si ha quindi atelettasia a valle (collasso polmonare con riassorbimento di aria). Causa<br />

infiltrazione della parete. L’accrescimento è peribronchiale.<br />

C) Cancro dei piccoli bronchi o periferici Origina dai piccoli bronchi. Si accresce nel parenchima<br />

polmonare. Ha forma rotondeggiante (“coin lesion”, “cancro a palla”, “cancro ascesso”).<br />

Vie di diffusione<br />

• Per continuità Infiltrazione tissutale, permeazione linfatica. C’è l’invasione dei vasi, bronchi, del<br />

polmone e della pleura viscerale.<br />

• Per contiguità Si superano i limiti del parenchima polmonare. Si dirige:<br />

o Verso il mediastino Ilo polmonare, trachea, pericardio, aorta, cava, nervo frenico, nervo<br />

vago.<br />

o Verso la parete Pleura parietale, coste, sterno, nervi intercostali, vertebre, plesso<br />

brachiale, diaframma.<br />

• Per via linfatica:<br />

o I° livello (N1) Linfonodi intraparenchimali segmentari, lobari e ilari. C’è ancora<br />

l’indicazione chirurgica.<br />

o II° livello (N2) Linfonodi mediastinici omolaterali, carenali, laterotracherali, finestra<br />

aortopolmonare e ricorrenziali. L’indicazione chirurgica c’è solo se sono poco interesati.<br />

o III° livello (N3) Linfonodi controlaterali, sovraclaveari, ascellari, sottodiaframmatici. Non<br />

c’è più l’indicazione chirurgica.<br />

• Per via ematica Raggiunge:<br />

o Cervello<br />

o Ossa<br />

o Fegato<br />

o Surrene<br />

o Polmone controlaterale<br />

• Per via endocelomatica:<br />

o Esfoliazione della superficie tumorale nella pleura.<br />

o Inversione della direzione del flusso linfatico C’è una linfangite carcinomatosa o<br />

atelectasia che può causare un’inversione del flusso dei vasi linfatici verso la pleura<br />

causando un versamento e un attecchimento delle cellule.<br />

• Per via endoluminale Esfoliazione endoluminale, impianti su lesione di continuo, adesione a un<br />

substrato, riproduzione.<br />

Sintomi cancro ai bronchi principali<br />

Dispnea Dipende da vari fattori come:<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

o Età Un anziano tollera meno una massa.<br />

o Patologie associate Paziente con BPCO sentirà prima la dispnea.<br />

È una dispnea progressiva. A riposo non si sente la mancanza di O2.<br />

Tosse È il sintomo costante. Quando il muco non viene espulso si può avere una<br />

broncopolmonite.<br />

Sintomi legati all’invasione e all’infiltrazione delle strutture vicine:<br />

o Esofago Disfagia<br />

o Vene cava superiore Edema a mantellina, turgore giugulare<br />

o Trachea Dispnea con sibilo (molto raro)<br />

o Nervo frenico Alterazione della contrazione del diaframma<br />

o Nervi ricorrenti Alterazioni della voce. Si può avere anche per ingrossamento dei<br />

linfonodi della finestra aortopolmonare. Ci sono vari tipi di afonia. Bisogna valutare:<br />

Contesto (eta, ecc…)<br />

Se non si risolve con i farmaci<br />

Se tende a peggiorare.<br />

Dolore Se c’è infiltrazione della parete toracica. È ingravescente. Difficilmente diminuisce con<br />

antidolorifici.<br />

Cianosi Solo in situazioni avanzate.<br />

Emorragia Sia per erosione dei vasi che per rottura dei vasi neoformati dal tumore. Si manifesta<br />

con emoftoe ed emottisi (stessa roba). È irregolare e di colore rosso vivo (se viene ingerito può<br />

essere più scuro) e sempre accompagnata da tosse. È pericoloso perché si può morire per<br />

soffocamento. Si agisce con ABC:<br />

o Airway Si controlla che le vie aeree siano pervie<br />

o Breathing Si controlla la ventilazione<br />

o Circulation Si agisce sull’emorragia Ultima cosa.<br />

Si può dividere la sintomatologia in:<br />

‐ Fase preostruttiva Tosse irritativa, stizzosa, secca. Espettorato striato di sangue.<br />

‐ Fase ostruttiva Wheezing, dispnea. Emottisi e febbre.<br />

Sintomi di un cancro ai medi bronchi<br />

• Dispnea Difficile che sia importante.<br />

• Non c’è dolore finché non arriva alla pleura.<br />

• Emottisi<br />

• Tosse<br />

• Broncopolmonite.<br />

Si riconosce:<br />

‐ Fase preostruttiva Emoftoe, tosse produttiva.<br />

‐ Fase ostruttiva Espisodi recidivanti (sovrinfezioni) con febbre, dolori toracici, tosse produttiva.<br />

Sintomi di un cancro ai piccoli bronchi<br />

I sintomi respiratori sono più tardivi. Tutta la sintomatologia dei grossi bronchi viene meno (poca dispnea,<br />

poco sanguinamento, niente sibilo). Nella maggior parte dei casi è asintomatico. La scoperta è occasionale.<br />

Può causare un pneumotorace per erosione della pleura viscerale. Il versamento pleurico causa dispnea,<br />

tosse ma niente dolore (c’è nel versamento non neoplastico ma infiammatorio).<br />

Si può manifestare:<br />

‐ Ascessualizzando<br />

‐ Invadendo la pleura e la parete<br />

‐ Invadendo il mediastino o il diaframma<br />

‐ Dando metastasi a distanza<br />

‐ Con sindromi paraneoplastiche.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

Sindromi da diffusione endotoracica<br />

In direzione della parete:<br />

• Diffusione endocavitaria Versamento pleurico (dolore toracico, febbricola, dispnea, ottusità alla<br />

percussione)<br />

• Infiltrazione pleura parietale o della parete toracica Dolore toracico localizzato e nevralgico<br />

rispettivamente.<br />

• Sindrome di Pancoast Sindrome provocata dall’infiltrazione delle radici del plesso brachiale da<br />

parte dei tumori del solco polmonare superiore (nell’apice del polmone). Causa:<br />

o Dolore e parestesie alla spalla, irradiati al lato ulnare del braccio (territorio di T1).<br />

o Se interessa anche la radice C8 si ha dolore al lato ulnare dell’avambraccio e della mano.<br />

o Tende a sconfinare precocemente verso la cupola pleurica. Tipica invasione della prima e<br />

seconda costa, le radici C8‐T1 e T2.<br />

o Se c’è infiltrazione del ganglio stellato si associa la sindrome di Bernard‐Horner (miosi,<br />

enoftalmo, restringimento della rima palpebrale).<br />

Anche in questo caso, se ci sono le indicazioni chirurgiche, si opera e la prognosi è buona.<br />

In direzione del mediastino:<br />

• Ostruzione della cava superiore Turgore delle giugulari, sviluppo di circolo venosi sottocutanei,<br />

edema a mantellina.<br />

• Infiltrazione del nervo frenico Paralisi del diaframma<br />

• Infiltrazione dell’esofago Disfagia<br />

• Infiltrazione del pericardio Versamento.<br />

Sindromi paraneoplastiche<br />

Insieme delle manifestazioni extraregionali di una neoplasie, correlate con essa ma non dipendenti da<br />

metastasi. Sono causate da:<br />

• Secrezione di sostanze ormonali<br />

• Fenomeni autoimmuni<br />

• Riflessi neuromuscolari.<br />

Le sindromi paraneoplastiche del cancro del polmone sono:<br />

• Endocrino‐metaboliche Ginecomastia, quadri clinici da ipercorticosurrenalismo, ipercalcemia,<br />

iposodiemia.<br />

• Dermatologiche Sclerodermia, ipercheratosi palmare, acantosi nigricans e dermatomiosite.<br />

• Neuromuscolari Polinevriti, miastenia, miositi<br />

• Osteoarticolari Osteoartropatia ipertrofica, reumatalgie.<br />

• Ematologiche e vascolari Poliglobulia, ipercoagulabilità, flebiti.<br />

Sindromi da metastasi a distanza<br />

• Neurologiche per metastasi cerebrali Cefalea, crisi Jacksoniane, segni di lato<br />

• Dolori per metastasi vertebrali o ad altri segmenti ossei<br />

• Le metastasi epatiche sono a lungo asintomatiche.<br />

Diagnosi<br />

Si inizia come sempre dall’anamnesi di un paziente che normalmente arriva perché ha una radiografia con<br />

un’opacità da indagare. Bisogna valutare:<br />

‐ Fumo Il 90% dei cancri al polmone è causato dal fumo<br />

‐ Familiarità<br />

‐ Presenza di sintomi<br />

‐ Neoplasie pregresse<br />

‐ Radiografie precedente Si considera come limite 2 anni. Se sono state fatte a 3 mesi per esempio<br />

e la massa non si è ingrandita non vuol dire che non possa essere un cancro perché 3 mesi sono<br />

poco pochi. Se non è cresciuta in 2 anni invece è già diverso.<br />

Se non ci sono radiografie a più di 2 anni di distanza si indaga con la TAC. È importante per valutare:<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

o Dimensioni esatte<br />

o Caratteristiche<br />

o Collocazione anatomica Utile per il broncoscopista e per il chirurgo.<br />

o Se è vascolarizzata e le caratteristiche della vascolarizzazione.<br />

o Coinvolgimento dei linfonodi Ci può essere un coinvolgimento grossolano (cioè la neoplasia<br />

supera la capsula e i linfonodi si agglomerano) dei linfonodi carenali (tra i due bronchi principali).<br />

È importante per la prognosi e per la terapia. Se sono coinvolti in maniera grossolano non si<br />

interviene di solito chirurgicamente perché il rischio che ci siano metastasi è elevato.<br />

Se la TAC ci fa sospettare un tumore maligno si può effettuare una broncoscopia. È una procedura invasiva<br />

con rischio di:<br />

‐ Broncocostrizione<br />

‐ Crisi vagali Si fa prima un ECG<br />

‐ Sanguinamenti Si fa un test della coagulazione.<br />

Si effettua un esame citologico che però spesso è negativo anche se c’è il tumore. Se il bronco è troppo<br />

piccolo o si inserisce un ago o si fa un lavaggio. Spesso queste procedure non danno positività. Per le<br />

neoplasie periferiche è quindi poco utile. Utile per neoplasie grosse e per mappare quindi il tumore (diversi<br />

tipi di intervento).<br />

Si effettua per una questione di medicina legale. Anche se è negativo e dalla TAC è molto probabile che il<br />

tumore sia maligno si consiglia comunque un’operazione chirurgica.<br />

La RMN non si fa più.<br />

Esistono nuove metodiche come la TC‐PET Si inserisce uno zucchero marcato con fluoro. Viene assorbito<br />

dalle cellule attive, come le cellule tumorali (che devono dividersi) e le cellule infiammatorie. Si calcola il<br />

SUV (l’uptake). Maggiore è il consumo, maggiore è l’attività delle cellule. Le cellule tumorali consumano di<br />

più delle cellule infiammatorie. Il SUV è alto nei tumori (37) mentre è basso nei tubercolosi (3). Si valuta in<br />

questo modo l’attività metabolica della neoplasia, la presenza di metastasi ai linfonodi e in altri distretti.<br />

Per valutare l’encefalo non si può utilizzare.<br />

Si può inoltre effettuare una biopsia TC‐guidata Se proprio si vuole fare una diagnosi. Viene effettuata se<br />

le masse sono periferiche. Si inserisce un ago per effettuare una biopsia. Anche in questo caso, anche se è<br />

negativo l’esame non è detto che non sia un cancro.<br />

Bisogna quindi porre il paziente davanti ad una scelta: intervento chirurgico (percentuale di decessi 3%) o<br />

assenza di terapia o terapia farmacologia. Non si può avere una diagnosi al 100% di tumore maligno ma<br />

l’operazione è comunque la scelta più corretta.<br />

Per quanto riguarda la diagnostica invasiva c’è:<br />

‐ Broncoscopia<br />

‐ Angiobiopsia TC‐guidata o Eco‐guidata<br />

‐ Toracentesi per esame istologico Se c’è un versamento si deve valutare per vedere se ci sono<br />

cellule neoplastiche. Se ci sono, il paziente non è operabile.<br />

‐ Toracoscopia<br />

‐ Toracostomia<br />

‐ Mediastinoscopia Per vedere i linfonodi mediastinici si fa un taglio a livello del manubrio dello<br />

sterno e si entra per osservare i linfonodi.<br />

‐ Mediastinotomia Si utilizza sempre per valutare i linfonodi mediastinici. Si effettua il taglio sopra<br />

ai linfonodi aorto‐polmonari.<br />

Tabella di rischio<br />

Esiste una tabella in cui si inseriscono dei dati e ci permette di calcolare il rischio che quella massa<br />

polmonare sia un tumore maligno. È una stima abbastanza attendibile della probabilità che il nodulo si una<br />

neoplasia maligna. I dati da immettere sono:<br />

• Rischio generico della popolazione di contrarre cancro del polmone<br />

• Età Maggiore è l’età, maggiore è il rischio<br />

• Numero di sigaretta fumate<br />

• Emottisi o no<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

• Neoplasie maligne passate<br />

• Dimensione della lesione<br />

• Localizzazione della lesione<br />

• Caratteristiche della lesione (liscia, lobulata, spiculata)<br />

• Caratteristiche di crescita<br />

• Spessore della parete<br />

• Presenza di calcificazioni<br />

• Assunzione di mezzo di contrasto<br />

• PET.<br />

È importante anche da punto di vista medico legale. Non c’è mai una diagnosi ma una ipotesi diagnostica.<br />

Stadiazione<br />

• Stadio I:<br />

o A T1 (


Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

COIN LESIONS POLMONARI<br />

Opacità polmonari periferiche di diametro compreso entro i 3cm. Hanno un aspetto simile sia alle lesioni<br />

benigne che a quella maligne. Se si tratta di lesioni maligne non hanno infatti ancora fatto in tempo a<br />

manifestare delle irregolarità visibili.<br />

È un termine un po’ vecchio, perché ora le lesioni fino a 1cm (che con l’RX sono coin lesions) vengono poi<br />

indagate con la TC che spesso chiarisce. Sotto il centimetro inizia ad avere problemi anche la TC.<br />

I problemi riguardano le procedure diagnostiche ma anche l’approccio al paziente. Una volta c’era un<br />

eccesso di zelo e si toglievano tutte le opacità visibili con la TC. Spesso però sono dei noduli transitori e<br />

quindi ci si fa ingannare dalla troppa sensibilità dello strumento.<br />

Eziologia<br />

Le patologie responsabili di queste lesioni sono moltissime.<br />

A) Patologie benigne:<br />

a. Tubercolomi<br />

b. Ascesso polmonare<br />

c. Amartocondromi<br />

d. Granulomi infettivi<br />

e. Coccidiomicosi<br />

f. Ascaridi<br />

g. Fistola A‐V<br />

h. Sequestrazione polmonare<br />

i. Tumori pleurici<br />

j. Polmonite atipica<br />

k. Nodulo reumatoide<br />

l. Lipomi<br />

m. Granulomatosi di Wagwner<br />

n. Infarto polmonare<br />

o. Aspergilloma<br />

p. Ecchinococcosi<br />

q. Cisti broncogena<br />

r. Emiloidosi<br />

s. Tumori parietali<br />

B) Patologie maligne:<br />

a. Carcinoma broncogeno<br />

i. Carcinoide<br />

ii. Sarcoma<br />

b. Metastasi solitarie da Tumori del colon, polmone, tiroide, mammella, prostata, rene,<br />

sarcomi delle parti molli.<br />

Valutazione anamnestica<br />

‐ Confronto con radiografie precedenti<br />

‐ Sintomi a riferimento toracico<br />

‐ Precedenti neoplastici<br />

‐ Analisi dei fattori di rischio.<br />

Mezzi di diagnosi<br />

o TC del torace Valuta diametro, margini, densità, omogeneità, calcificazioni, broncogramma<br />

aereo, aree di necrosi, retrazione pleura viscerale, infiltrazione parietale. Specificità dell’85%.<br />

o PET Utilizza il glucosio marcato. Analizza le lesioni di diametro maggiore di 5cm. La sensibilità è<br />

del 95%, la specificità del 85%.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

o Broncoscopia con bronco aspirato Se l’esame endoscopico negativo e la biopsia diretta non è<br />

eseguibile. Brushing e/o bronco aspirato sono positivi nel 50% dei carcinomi. Agobiopsia<br />

transbronchiale sotto guida radioscopica ha sensibilità 37‐98%. Le complicanze sono emorragia e<br />

pneumotorace.<br />

o Broncoscopia con biopsia transbronchiale<br />

o Agobiopsia transtoracica Guida TC. Prelievo con ago sottile per esame citologico o con throug cut<br />

per esame istologico. Falsi negativi 3‐11%. Le complicanze possibili sono emorragia e<br />

pneumotorace.<br />

o Biopsia chirurgica toracoscopia<br />

o Biopsia chirurgica toracotomia.<br />

L’intervento chirurgico dipende dal paziente e dai vari fattori di rischio.<br />

Lesioni sotto il cm<br />

Per le lesioni da 1 a 3cm, l’approccio al paziente è sostanzialmente lo stesso dell’approccio di una massa più<br />

grande (radiografie vecchi, anamnesi, TC, broncoscopia, ecc…).<br />

Per lesioni di diametro inferiore a 1cm, è l’unico caso in cui è consigliato aspettare tre mesi e vedere se<br />

cresce.<br />

Idealmente si dovrebbe utilizzare la stessa macchina per RX per poter comparare le masse. A volte ci sono<br />

dei software che quantificano le dimensioni e permettono di compararle.<br />

TC e TC‐PET con gli anni migliorano e quindi saremmo in grado di valutare adeguatamente anche questo<br />

tipo di masse.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

PNEUMOTORACE<br />

Raccolta di aria nel cavo pleurico, per soluzione di continuo della pleura viscerale o parietale, con collasso<br />

parziale o totale del polmone verso l’ilo.<br />

Può essere:<br />

Pneumotorace spontaneo:<br />

o Primitivo o semplice Non c’è apparentemente una causa clinica. È dovuto alla rottura<br />

delle cosiddette blebs, bolle della pleura parietale. Colpisce individui maschi, longilinei e<br />

nella tarda adolescenza ed inizio dell’età adulta.<br />

o Secondario Rottura del cavo pleurico di lesioni polmonari note:<br />

Bolle di enfisema<br />

Caverne tubercolari<br />

Ascessi<br />

Asma<br />

Cancro del polmone Raro<br />

Cisti aeree<br />

Sindrome di Boerhaave Rottura spontanea dell’esofago per sforzo di vomito.<br />

Pneumotorace acquisito:<br />

o Iatrogeno Generalmente provocato da manovre mediche diagnostiche o terapeutiche:<br />

Toracentesi<br />

Posizionamento di un catetere venoso centrale<br />

Posizionamento di un pacemaker<br />

Barotrauma da ventilazione meccanica nei pazienti intubati<br />

Manovre di dilatazione a carico dell’esofago con conseguente passaggio di aria e<br />

liquido nel cavo pleurico.<br />

o Traumatico:<br />

Da trauma chiuso (incidenti automobilistici, cadute dall’alto, incidenti sportivi) Si<br />

verifica una soluzione di continuo a carico della pleura viscerale con meccanismo<br />

da scoppio o in alternativa da azione tagliente di un moncone di frattura costale.<br />

Da trauma penetrante (ferite da arma da fuoco, ferite da arma bianca, corpi<br />

taglienti, ecc…) La lesione è sempre a carico della pleura parietale<br />

eventualmente associata a quella viscerale.<br />

Fisiopatologia<br />

C’è un collasso parziale o totale del polmone in seguito alla riduzione della negatività pleurica con riduzione<br />

della superficie alveolare che provoca un effetto shunt.<br />

Due tipi di pneumotorace:<br />

Iperteso È la forma più grave. Il flusso è unidirezionale nella pleura con un effetto “a valvola”<br />

secondo il quale l’aria continua ad entrare nel cavo pleurico senza mai uscire. Si ha lo spostamento<br />

del cuore e del mediastino verso la parte opposta che comporta:<br />

o Una compressione delle cave con stasi venosa a monte fino allo shock cardiogeno (si muore<br />

di shock cardiogeno e non per insufficienza respiratoria)<br />

o Un effetto compressivo esercitato sul polmone controlaterale.<br />

Aperto In questa situazione durante l’inspirazione il cavo si distende e si ritrae durante<br />

l’espirazione. Ciò determina uno sbandieramento del mediastino ed anche qui una stasi venosa,<br />

una riduzione della gittata cardiaca e quindi uno shock cardiogeno.<br />

Sintomatologia<br />

È in funzione dell’entità del collasso polmonare e della situazione respiratoria del paziente, in genere di tipo<br />

evolutivo in senso peggiorativo.<br />

‐ Dolore improvviso di tipo pungente<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

‐ Dispnea Causata dal collasso del polmone e dalla compressione dell’altro polmone. Dipende dalla<br />

capacità polmonare dell’individuo (soggetti giovani possono andare dal medico anche 4‐5 giorni<br />

dopo).<br />

‐ Cianosi<br />

‐ Senso d’angoscia, agitazione.<br />

Esame obiettivo<br />

o Ispezione:<br />

o Cianosi<br />

o Enfisema sottocutaneo (soluzione di continuo della pleura parietale)<br />

o Turgore giugulare<br />

o Aumento di volume dell’emitorace, che può essere ipomobile.<br />

o Presenza di ferita soffiante in caso di pneumotorace traumatico da trauma penetrante<br />

o Palpazione:<br />

o Fremito vocale tattile ridotto o abolito<br />

o Percussione<br />

o Ipertimpanismo<br />

o Auscultazione:<br />

o Murmure vescicolare ridotto o assente<br />

o A volte soffio anforico, determinato dal passaggio dell’aria dal polmone nel cavo pleurico e<br />

che sarà quindi di tipo inspiratorio.<br />

Diagnosi strumentale<br />

Se c’è tempo di può effettuare:<br />

RX torace Si osserva:<br />

o Aria nel cavo pleurico<br />

o Collasso del polmone parziale o totale verso l’ilo<br />

o Sbandamento mediastinico controlaterale<br />

o Abbassamento del diaframma<br />

o Allargamento degli spazi intercostali<br />

o Enfisema sottocutaneo.<br />

TC Consigliata nel caso:<br />

o Traumatizzato<br />

o Enfisema sottocutaneo.<br />

Trattamento<br />

Nell’emitorace iperteso si deve agire subito con il ripristino delle condizioni fisiologiche iniziali e quindi<br />

l’evacuazione dell’aria presente nel cavo pleurico e la riespansione polmonare tramite:<br />

‐ Toracostomia Si drena l’aria inserendo un ago. Si consiglia di effettuarlo lungo la linea ascellare<br />

media mai sotto la linea intermammillare nel maschio né sotto la linea sottomammaria nella<br />

femmina.<br />

‐ Intervento chirurgico Consigliato nei pazienti giovani al secondo episodio. Nel pneumotorace<br />

secondario non è indicato l’intervento chirurgico. Se si fa, si fa per curare la causa.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

EMPIEMA<br />

Presenza di pus nella cavità pleurica. Non è detto che ci debbano essere batteri.<br />

Se effettuando un drenaggio trovo del liquido che non è francamente pus, ma ha una certa limpidità, vado<br />

a dosare i globuli bianchi nel liquido. Se sono elevati si tratta di un empiema lo stesso.<br />

Eziologia<br />

Batteri aerobi<br />

o Gram positivi<br />

Streptococco pneumococco<br />

Stafilococco aureo (nei bambini soprattutto)<br />

o Gram negativi<br />

Escherichia coli<br />

Pseudomonas<br />

Batteri anaerobi.<br />

Gli empiemi da batteri aerobi si presentano con sintomi più acuti rispetto ai batteri anaerobi.<br />

Patogenesi<br />

Può essere:<br />

• Primitivo<br />

• Secondario<br />

o Via diretta<br />

o Via linfatica<br />

o Via ematica.<br />

Una classica causa di empiema è la complicanza di una broncopolmonite. I sintomi sono gli stessi (tosse,<br />

febbre, dolore, a volte dispnea ed espettorato purulento). Ci si accorge che è diventata un empiema perché<br />

i sintomi, che già c’erano precedentemente, peggiorano.<br />

Stadi<br />

Stadio IPresenza di un essudato dovuta ad una aumentata permeabilità della pleura infiammata.<br />

Corrisponde ai versamenti parapneumonici non complicati ed è inizialmente sterile.<br />

Inizia un blando deposito di fibrina sulle superficie pleuriche.<br />

Stadio II Inizia l’invasione batterica e dei globuli bianchi che sono in numero maggiore a 500 cellule per<br />

microlitro. Il peso specifico è superiore a 1018 ed il livello di proteine è più grane di 2‐5 grammi per<br />

decilitro. Il pH scende al di sotto di 7.2. La lattico deidrogenasi raggiunge le 1000 unità per litro. Il deposito<br />

di fibrina sulle superfici pleuriche è accelerato ulteriormente.<br />

Stadio III Una settimana dopo l’’inizio dell’infezione ma in alcuni casi, ad evoluzione particolarmente<br />

rapida, anche dopo 2‐3 giorni. Il versamento diventa purulento con un numero di globuli bianchi superiore<br />

alle 15000 cellule per microlitro. Il pH scende al di sotto di 7, il glucosio al di sotto dei 50 milligrammi per<br />

decilitro e la lattico deidrogenasi aumentata al di sopra di 1000 unità internazionali per litro. I depositi di<br />

fibrina incominciano ad organizzarsi e ad incarcerare il sottostante polmone. Il processo termina dopo circa<br />

3‐4 settimane quando i depositi di fibrina sono completamente organizzati e formano una vera e propria<br />

cotenna. In questa fase il versamento pleurico è grossolanamente purulento ed almeno il 75% di esso è<br />

costituito da una parte corpuscolata.<br />

Stadio IV (fase della cronicizzazione) Si ha fibrosi interna, contrazione ed intrappolamento del polmone,<br />

atelettasia, infezione polmonare prolungata, riduzione delle dimensioni dell’emitorace.<br />

Diffusione<br />

‐ Verso la parete toracica<br />

‐ Verso il polmone e i bronchi<br />

‐ Verso il pericardio ed il mediastino (causando pericardite e mediastinite).<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

Evoluzione in guarigione<br />

o Con pachi pleurite e spessa cotenna formata da tessuto connettivale<br />

o Con retrazione polmonare<br />

o Con bronchiectasie<br />

o Con retrazione della parete toracica<br />

o Con restitutio ad integrum.<br />

Evoluzione in cronicizzazione<br />

o Persistenza del processo suppurativo<br />

o Mancata espansione del polmone.<br />

Sintomatologia<br />

Febbre<br />

Dispnea<br />

Tosse<br />

Dolore toracico<br />

Delle forme acute i segni e i sintomi di uno stato tossico (ansietà, tachicardia, dispnea).<br />

Diagnosi differenziale<br />

Tutti i sintomi dell’empiema sono presenti anche nella broncopolmonite. Di conseguenza l’accentuazione o<br />

il prolungamento dei sintomi sopradescritti in un paziente con una broncopolmonite devono allertare il<br />

medico per quanto riguarda la possibilità di un empiema.<br />

Bisogna ricordare inoltre che l’esordio clinico è diverso a seconda che gli agenti responsabili siano di tipo<br />

aerobio o anaerobio. Nel primo caso la sintomatologia sarà infatti di tipo acuto con febbre improvvisa,<br />

dolore toracico, espettorato e leucocitosi. Nel secondo caso essa sarà più graduale tanto da portare i<br />

pazienti all’attenzione del medico anche dieci giorni dopo l’insorgenza dell’infezione. Questa modalità di<br />

esordio è tipica di pazienti dediti all’etilismo o di perdita di coscienza, di dimagrimento e presentano una<br />

modica anemia.<br />

Diagnosi<br />

‐ Clinica Si chiede al paziente tutte le caratteristiche del dolore.<br />

‐ Clinica del versamento libro o saccato Difficile capirlo. Si vede con la TAC.<br />

‐ RX torace<br />

‐ TC torace<br />

‐ Ecografia La toracentesi non è sempre facile. Si può quindi fare sotto guida ecografica. Farla con<br />

la percussione è difficile e pericoloso.<br />

Trattamento<br />

Obiettivi:<br />

• Controllo dell’infezione primitiva Si chiede subito la colorazione di Gram per effettuare subito<br />

una prima terapia antibiotica.<br />

• Evacuazione del materiale infetto<br />

• Eliminazione del cavo pleurico con riespansione del polmone<br />

Si ha in questo modo l’eliminazione delle complicazioni e della cronicizzazione.<br />

Si effettua con:<br />

‐ Broncoscopia Per eliminare i possibili corpi estranei che hanno causato l’infezione primitiva. A<br />

volte si può effettuare un prelievo migliore.<br />

‐ Toracentesi<br />

‐ Toracostomia<br />

‐ Toracostomia e urochinasi L’urochinasi scioglie la fibrina.<br />

‐ Sbrigliamento in VATS (toracoscopia) Se non si scioglie la fibrina con l’urichinasi si può toglierla<br />

manualmente.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

‐ Pleurectomia o decorticazione Stessa funzione dello sbrigliamento in VATS.<br />

Le indicazioni alla toracotomia sono:<br />

o Liquido francamente purulento alla toracentesi<br />

o Colorazione per Gram positiva<br />

o pH inferiore a 7.2<br />

o Rapido riaccumularsi del liquido<br />

o Stato tossico.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

MESOTELIOMA<br />

I tumori delle pleure sono:<br />

• Primitivi mesoteliali:<br />

o Maligni Mesotelioma maligno 99%<br />

o Benigno Mesotelioma benigno<br />

• Primitivi sottomesoteliali:<br />

o Benigni Fibromi, lipomi, angiomi<br />

o Maligni Fibrosarcomi o liposarcomi.<br />

• Secondari Da cancro del polmone, mammella, rene…<br />

Il mesotelioma è un tumore maligno che origina dalle cellule mesoteliali. Rappresenta il tumore primitivo<br />

della pleura più frequente.<br />

È in rapporto con l’esposizione all’asbesto. Predilige il sesso maschile nel 75% dei casi. Può evolvere sia in<br />

senso epiteliale che connettivale.<br />

Anatomia patologica<br />

Può essere:<br />

Diffuso<br />

Localizzato<br />

Epidemiologia<br />

C’è un evidente rapporto con l’esposizione all’asbesto e i suoi derivati (amianto). Non c’è altra causa.<br />

Diffusione regionale Si solito dove ci sono dei porti poiché l’amianto veniva usato per rivestire le navi.<br />

Predilige il sesso maschile.<br />

Eziopatogenesi<br />

‐ Inalazione delle fibre di asbesto Non dipende dal tempo di esposizione ma dalla quantità. Anche<br />

pochi mesi sono sufficienti se la quantità di fibre inalate è alta.<br />

‐ Predisposizione individuale (alcuni soggetti sviluppano placche ialine, altri invece il mesotelioma)<br />

‐ L’effetto carcinogenico delle fibre deriva dalla forma e dalle dimensioni di queste piuttosto che<br />

dalla loro composizione chimica<br />

‐ Le fibre inalate non possono essere rimosse facilmente dalle vie respiratorie e diffondono<br />

esternamente verso l’endotelio distale dove possono penetrare nel tessuto interstiziale e nella<br />

pleura viscerale<br />

‐ Quando le fibre sono fagocitate dai macrofagi, esse provocano delle alterazioni strutturali a<br />

macrofagi, cui consegue il rilascio di citochine, radicali liberi ed enzimi. Questi elementi provocano<br />

una reazione infiammatoria cui conseguono delle reazioni fibrotiche.<br />

‐ Il periodo di latenza per il mesotelioma è piuttosto lungo, 20‐40 anni tra l’esposizione e<br />

l’espressione della malattia<br />

‐ Le fibre di asbesto possono anche trasportare sostanza carcinogenetiche, che possono a loro volta<br />

contribuire alla carcinogenesi e che possono spiegare la relazione tra associazione asbesto e fumo<br />

di sigaretta ed alta incidenza di cancro del polmone.<br />

‐ Rispetto alla popolazione normale l’incidenza del cancro del polmone è cinque volte superiore nei<br />

lavoratori con esposizione all’asbesto.<br />

Origina prima dalla pleura parietale e poi invade la viscerale.<br />

Tipi istologici<br />

• Epiteliali Meno aggressivi<br />

• Connettivali Più aggressivo.<br />

• Misti<br />

Comunque la sopravvivenza di vita è 13 mesi.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

Aspetto macroscopico e vie di diffusione<br />

Nelle fasi iniziali sono dei piccoli noduli multipli localizzati sulla pleura parietale o viscerale. Crescono e<br />

confluiscono per formare noduli di dimensioni maggiori che coinvolgono sia la pleura parietale che la pleura<br />

viscerale. Ciò avviene per via endocelomatica con precoce diffusione a tutta la sierosa.<br />

La progressione tumorale continua per continuità infiltrando i connettivi sottosierosi ed il polmone che<br />

viene via via incarcerato.<br />

Nelle fasi avanzate della malattia il processo procede per contiguità determinando l’infiltrazione della<br />

parete toracica, del mediastino e del diaframma e da qui all’addome.<br />

Le metastasi sono in genere tardive, per via linfatica ai linfonodi mediastinici, per via ematica al fegato. Una<br />

volta si pensava che non desse metastasi linfatica, invece non è così.<br />

Sintomatologia<br />

‐ Dolore localizzato continuo non modificato dalla posizione e resistente agli analgesici<br />

‐ Dispnea prima da sforzo e poi a riposo da:<br />

o Compressione del polmone da versamento (tipica)<br />

o Costrizione della gabbia toracica<br />

o Versamento pericardico.<br />

Diagnosi<br />

‐ Anamnesi Esposizione all’amianto.<br />

‐ Sintomatologia Dispnea e dolore.<br />

‐ Segni di versamento Come tutti i versamenti neoplastici non c’è febbre. Si effettua una<br />

toracentesi ma spesso è negativa.<br />

‐ RX torace<br />

‐ TC torace Permette di vedere la pachi pleurite che coinvolge anche le scissure tra i lobi polmonari<br />

‐ Biopsia pleurica eco o TC guidata<br />

‐ Toracoscopia Biopsia Spesso difficile perché si prende una porzione ricca di fibrina ma con<br />

poche cellule.<br />

‐ Biopsia chirurgica<br />

‐ Valutazione dei prelievi<br />

‐ Microscopio elettronico e immunoistochimica Per la diagnosi differenziale con adenocarcinoma.<br />

Terapia<br />

Non c’è una terapia ma solo degli interventi palliativi:<br />

‐ Pleurectomia Una volta si eseguiva la pleuropneumectomia, in cui si toglieva pleura, polmone,<br />

diaframma e pericardio ma si è visto che non serve e quindi non si fa più.<br />

‐ Talcaggio Si inserisce talco nelle pleure in modo da infiammarle. Si forma una sinfisi tra le pleure<br />

e così non si genera il versamento.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

VERSAMENTI PLEURICI<br />

Formazione del versamento<br />

• Dai capillari della pleura parietale o viscerale<br />

• Dagli spazi interstiziali del polmone<br />

• Dalla cavità peritoneale attraverso dei piccolissimi fori del diaframma.<br />

Eziopatogenesi<br />

‐ Aumento della pressione idrostatica dei capillari Scompenso cardiaco.<br />

‐ Aumentata permeabilità<br />

‐ Ridotta pressione oncotica<br />

Essudato vs trasudato<br />

Una volta di utilizzava il peso specifico Maggiore di 1015 era considerato essudato. Ora si utilizza:<br />

‐ Rapporto tra proteine pleuriche e plasma superiore a 0.5<br />

‐ Rapporto tra lattico deidrogenasi pleurica e plasmatica superiore a 0.6<br />

‐ Concentrazione LDH nel liquido pleurico superiore ai due terzi della concentrazione plasmatica.<br />

Tutti i versamenti neoplastici e infiammatori sono essudati. Un trasudato si può avere per esempio nello<br />

scompenso cardiaco.<br />

Versamenti neoplastici<br />

Possono essere:<br />

• Sieroso Ostruzione della rete linfatica (atelectasia, linfangite carcinomatosa o compressione da<br />

parte dei linfonodi).<br />

• Sieroematico<br />

• Ematico Invasione diretta della pleura da parte del tumore e/o sanguinamento diretto da parte<br />

dello stesso tumore.<br />

Caratteristiche chimico‐fisiche<br />

Di regola sono essudati con ricca componente proteica. Il pH in genere è minore di 7.3. I bassi valori di pH<br />

sono in genere indice di una cattiva prognosi ed indice di probabile fallimento della pleurodesi chimica.<br />

Una piccola quota dei versamenti neoplastici (5‐10%) ha le caratteristiche del trasudato anziché<br />

dell’essudato. Questo perché si aggiunge una porzione trasudatizia che diluisce l’essudato.<br />

I versamenti neoplastici sono provocati da una ostruzione linfatica precoce, da atelettasia da costruzione<br />

bronchiale, dalla concomitante presenza di una insufficienza cardiaca.<br />

Sintomatologia<br />

‐ Dispnea da sforzo con tendenza all’aggravamento.<br />

‐ Dolore toracico<br />

Esordio in assenza di febbre.<br />

Diagnosi<br />

• Anamnesi<br />

• RX torace<br />

• TC torace Per vedere se i versamenti sono saccati. Ci aiuta anche ad evidenziare la causa.<br />

• Toracentesi Se non si preleva del liquido potrebbe voler dire che: non c’è versamento o non si è<br />

raggiunto, si è entrati nel parenchima polmonare, quella porzione del versamento si è organizzato<br />

in materiale solido.<br />

• Toracentesi eco guidata<br />

• Toracoscopia Biopsia.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

TUMORI BENIGNI <strong>DEL</strong> <strong>POLMONE</strong><br />

Incidenza<br />

I tumori benigni sono rari e la loro incidenza ha un rapporto dell’ordine di 1 a 100 rispetto alle neoplasie<br />

maligne.<br />

Istogenesi<br />

In base all’istogenesi possono essere classificati in:<br />

‐ Epiteliali<br />

‐ Connettivali<br />

‐ Nervosi<br />

‐ Amartomatosi Più frequenti.<br />

Tumori epiteliali<br />

Papilloma Estremamente raro. Origina dalle cellule dell’epitelio delle ghiandole bronchiali. Si localizza nei<br />

grossi bronchi. Ha un aspetto di polipo aggettante nel lume. Può essere unico o diffusa. Nel caso sia diffuso<br />

può essere espressione di una papillomatosi tracheobronchiale.<br />

Tumori connettivali<br />

Lipomi, fibromi, condromi, angiomi e miomi Sono neoformazioni di piccolo diametro, di forma<br />

rotondeggiante, ,munite di capsula e ben delimitate. Possono essere a sviluppo endobronchiale ed<br />

assumere allora un aspetto polipoide. Possono localizzarsi in periferia nell’ambito del parenchima ed avere<br />

uno sviluppo del tutto extrabronchiale, come è tipico dell’angioma.<br />

Tumori nervosi<br />

Neurinomi, neurofibromi e ganglioneuromi Si localizzano preferenzialmente in sede periferica,<br />

sottopleurica.<br />

Tumori amartomatosi<br />

Amartoma Lesione disontogenetica formata da tessuti normalmente presenti nel polmone, mescolati tra<br />

loro senza nessuna forma di coordinai zone.<br />

Caratteristiche:<br />

‐ Accrescimento non indefinito<br />

‐ Formazioni nodulari uniche o più raramente multiple<br />

‐ Localizzazione periferica<br />

‐ Diametro variabile fino a 5 cm<br />

‐ Capsulate e ben circoscritte rispetto ai tessuti circostanti<br />

‐ Localizzazione intrabronchiale rara<br />

‐ Istologicamente sono elementi cartilaginei (amartoma condroma toso) rappresentati in grande<br />

quantità e in diversi stadi di evoluzione, con aree di calcificazione e fenomeni di ossificazione. Ci<br />

sono aree formate da elementi epiteliali, linfoidi, muscolari, adiposi, fibrosi.<br />

Sintomatologia<br />

Sono asintomatici e la scoperta è quindi occasionale (indagine radiografica eseguita per altri motivi).<br />

Possono dare dei sintomi che sono diversi a seconda che si tratti di forme a localizzazione periferica o<br />

intrabronchiale.<br />

Localizzazione periferica Sintomatologia tardiva che si manifesta con dolore toracico.<br />

Localizzazione endobronchiale Si riconosce:<br />

‐ Fase preostruttiva Ha una lunga durata. In questo periodo sono completamente silenti. Ci può<br />

essere tosse di tipo irritativo e emoftoe.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

‐ Fase ostruttiva Atelettasia con tosse produttiva, broncopolmoniti recidivanti e, se il bronco<br />

ostruito è di grosso calibro,dispnea.<br />

‐ Atelettasia di lunga durata Alterazioni anatomopatologiche irreversibili che portano alla fibrosi<br />

polmonare parenchimale e alla dilatazione bronchiectasica a valle dell’ostruzione.<br />

Diagnosi<br />

Anamnesi<br />

Radiologia Opacità omogenee e a margini netti<br />

Broncoscopia per le forme a sviluppo endobronchiale si può effettuare l’esame bioptico, per le<br />

forme a sviluppo periferico la broncoscopia è negativa.<br />

Biopsia trans parietale, toracoscopia o toracotomia.<br />

Terapia<br />

Dipende dalla sede e dall’esistenza o meno di alterazioni del parenchima polmonare.<br />

• Sede intrabronchiale Asportati per via endoscopica. Sono rare le complicanze e le recidive.<br />

L’asportazione può essere incompleta per i tumori ostruenti con atelettasia.<br />

• Sede periferica Exeresi chirurgica per necessità di esaminare istologicamente il nodulo. Non si sa<br />

se è benigno o maligno e si toglie lo stesso.<br />

Adenoma bronchiale<br />

Tumori ad istologia diversa che hanno in comune la caratteristiche di avere la possibilità di dare metastasi,<br />

anche se tardivamente, pur avendo in genere un aspetto morfologico sia macroscopico che microscopico di<br />

neoplasia benigna.<br />

Incidenza<br />

Sono il 5% di tutti i tumori primitivi del polmone. Colpisce i giovani prima dei 40 anni.<br />

Anatomia patologia macroscopica<br />

Colpisce i bronchi di grosso e medio calibro, ma anche in sede periferica, in pieno parenchima polmonare.<br />

Nel bronco principale compare una neoformazione vegetante di forma rotondeggiante od ovalare,<br />

superficie liscia o polilobata, con base di impianto più o meno larga.<br />

Nei bronchi lobari e segmentari, c’è erosione precoce della parete bronchiale, accrescimento sia intra che<br />

extra‐bronchiale. La porzione extrabronchiale della neoplasia spesso è più grande di quella che protrude<br />

nell’interno del lume (tumori ad “iceberg”).<br />

I tumori periferici sono i meno frequenti. Originano nell’interno dei bronchi di piccolo calibro. Erodono<br />

precocemente la parete accrescendosi essenzialmente al di fuori delle vie aeree, nell’ambito del<br />

parenchima polmonare, assumendo un aspetto “a palla”.<br />

Classificazione<br />

Carcinoide Oltre il 90% dei casi. Deriva da cellule neuroendocrine presenti nell’epitelio<br />

respiratorio. Non contengono grosse quantità di 5‐idrossitriptamina e quindi non danno sintomi<br />

cutanei come il carcinoide dello stomaco.<br />

o Carcinoide “tipico” o “centrale” Elementi cellulari di media grandezza, aspetto uniforme,<br />

forma cubica, cilindrica o poliedrica, citoplasma chiaro, debolmente acidofilo, contenente<br />

fini granulazioni che possono essere argentaffini. I granuli contengono 5‐idrossitriptamina o<br />

altre amine vasoattive. Lo stroma è riccamente vascolarizzato.<br />

o Carcinoide “atipico” o “periferico” Presenta pleomorfismo nucleare, mitosi e necrosi<br />

tumorali e un’architettura poco organizzata. Ci sono segni di infiltrazione della capsula o dei<br />

vasi. È il più cattivo.<br />

Caratteristiche generali del carcinoide:<br />

o Comportamento biologico intermedio<br />

o Crescita lenta<br />

o Tendenza a dare metastasi ai linfonodi ilomedistinici e successivamente a quelli<br />

extraregionali<br />

o Metastatizzazione più rara e tardiva nei carcinoidi tipici.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

o Possibili metastasi per via ematica al fegato.<br />

Cilindroma Origina dalle ghiandole tubulo‐acinose della mucosa della trachea o dei grossi<br />

bronchi. Le cellule sono piccole, poliedriche o stellate, con scarso citoplasma che si dispongono a<br />

formare strutture ghiandolari di forma cilindrica. Atteggiamento maggiormente infiltrante rispetto<br />

al carcinoide. Metastatizzano sia per via linfatica che per via ematica. Anche le metastasi hanno<br />

però un decorso generalmente lento.<br />

Mucoepidermoide È estremamente raro. Deriva dalle ghiandole mucose della trachea e delle vie<br />

aeree superiori. La costituzione è mista (cellule squamose, intermedie e mucose). In base all’attività<br />

mitotica, alla presenza di pleomorfismo cellulare o di necrosi, si distinguono istologicamente due<br />

gradi di malignità, basso ed alto.<br />

Sintomatologia<br />

• Preostruttiva Per molti anni non dà sintomi. Se sono presenti, i segni clinici sono modesti e del<br />

tutto aspecifici, come tosse secca di tipo irritativo, emoftoe recidivante anche abbondante per la<br />

notevole vascolarizzazione del tumore. Nel carcinoide è possibile, anche se molto raro, una<br />

sindrome da carcinoide con vampate di rossore cutaneo, diarrea, dolori addominali, broncospasmo,<br />

tachicardia, lesioni valvolari cardiache.<br />

• Ostruttiva È esclusiva delle forme a localizzazione ilare o parailare. Ci sono i segni clinici<br />

dell’atelettasia polmonare e dai conseguenti fenomeni di suppurazione del parenchima non aerato.<br />

C’è dispnea se è interessato un bronco principale ed episodi di broncopolmonite recidivante con<br />

febbre, tosse, espettorato purulento. Con l’instaurarsi di bronchiettasie gli episodi suppurativi<br />

divengono sempre più frequenti e possono complicarsi con il quadro dell’ascesso polmonare o<br />

dell’empiema pleurica.<br />

Diagnosi radiologica<br />

Si nota un’opacità rotondeggiante, omogenea, a limiti netti.<br />

Nelle forme a sede ilare o parailare la radiografia diretta risulta spesso negativa poiché l’opacità provocata<br />

dal tumore può essere mascherata dal sovrapporsi dell’ombra mediastinica (indicazione alla TC torace).<br />

Quando esiste un’ostruzione bronchiale la radiografia del torace evidenzia l’opacità provocata<br />

dall’atelettasia polmonare che però, quando l’atelettasia è di vecchia data e il parenchima polmonare è<br />

andato incontro ad una retrazione fibrosa, può essere di piccole dimensioni e confondersi con l’ombra<br />

mediastinica.<br />

Gli adenomi a localizzazione periferica vengono evidenziati come ombre rotonde o opacità a palla.<br />

Diagnosi broncoscopia<br />

Se la localizzazione è endobronchiale c’è la visione diretta della neoformazione. Si vede una passerella di<br />

colore roseo, a superficie liscia e non ulcerata.<br />

Il prelievo bioptica deve essere eseguito con molta prudenza a causa della ricca vascolarizzazione di queste<br />

neoplasie.<br />

Terapia<br />

È la stessa del cancro perché c’è la possibilità che diano metastasi.<br />

‐ Lobectomia o pneumonectomia con linfoadenectomia ilo‐mediastinica<br />

‐ Resezione‐anastomosi bronchiale senza sacrifico di parenchima<br />

‐ Escissione endoscopica laser.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

Le neoplasie timiche sono:<br />

Timoma non invasivo:<br />

o A predominanza epiteliale<br />

o A predominanza linfocitica<br />

o Tipo “spindle cell”<br />

o Misto linfoepitaliale.<br />

Timoma invasivo:<br />

o A predominanza epiteliale<br />

o A predominanza linfocitica<br />

o Misto linfoepitaliale<br />

Carcinoma timico:<br />

o A bassa malignità<br />

o Ad alta malignità<br />

Tumori di origine neuroendocrina:<br />

o Carcinoidi<br />

o A piccole cellule.<br />

TIMOMA<br />

Caratteristiche distintive<br />

• Carcinoma timico Caratteristiche citologiche di malignità (mitosi, pleomorfismo, alterazione della<br />

citoarchitettura).<br />

• Timoma invasivo e non invasivo In entrambi i casi l’aspetto citologico è di benignità. La<br />

distinzione tra le due forme si basa sull’aspetto macroscopico della neoplasia ovvero sulla presenza<br />

o meno di infiltrazione della capsula. Si sa solo dopo l’asportazione.<br />

Epidemiologia<br />

Interessa i pazienti al di sopra dei 40 anni. Il 40% di questi si collocano fra la quinta e la settima decade.<br />

Uguale distribuzione tra maschie e femmine. Raramente coinvolge i bambini.<br />

Timoma invasivo<br />

Diffusione<br />

Alla infiltrazione della capsula segue l’infiltrazione del tessuto adiposo circostante, del pericardio, dei grossi<br />

vasi, della pleura parietale e del polmone. I timomi invasivi possono anche manifestarsi con degli impianti<br />

pleurici (versamento) e molto raramente come metastasi al fegato, alle ossa, ai reni o al cervello.<br />

Tipicamente le cellule del timoma maligno sono di aspetto normale fatta eccezione per alcune atipie delle<br />

cellule epiteliali nel 3% dei casi.<br />

Sintomatologia<br />

Forma asintomatica 50‐60%<br />

Forma aspecifica Vago dolore toracico e tosse.<br />

Sindrome mediastinica:<br />

o Ostruzione della vena cava<br />

o Infiltrazione del nervo frenico<br />

o Infiltrazione del nervo ricorrente.<br />

Sindromi paratimiche:<br />

o Miastenia nel 30% dei pazienti Anche molto grave, fino alla compromissione della<br />

ventilazione.<br />

o Ipogammaglobulinemia nel 10% dei pazienti<br />

o Anemia da soppressione dell’eritrogenesi<br />

o Altre forme rare di tipo autoimmune, lupus.<br />

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Chirurgia Toracica IV° anno Stefano Bottosso<br />

Stadiazione<br />

‐ Stadio 1a Tumore incapsulato<br />

‐ Stadio 1b Tumore incapsulato con aderenze<br />

‐ Stadio 2 Tumore invasivo completamente resecato<br />

‐ Stadio 3a Tumore invasivo con resezione incompleta.<br />

‐ Stadio 3b Tumore invasivo‐biopsia<br />

‐ Stadio 4a Adenopatia sovraclaverare con impianti pleurici.<br />

‐ Stadio 4b Metastasi a distanza.<br />

Diagnosi<br />

• Anamnesi<br />

• RX torace Si vedono:<br />

o Alterazioni del profilo mediastinico unilateralmente<br />

o Opacità di massa che occupa il mediastino anteriore<br />

o Allargamento del profilo mediastinico che mima un allargamento del profilo cardiaco<br />

o Disomogeneità della opacità di massa per presenza di aree cistiche o emorragiche.<br />

• TC e RMN (soprattutto TC, RMN si fa raramente) Si effettua quando il timoma è sospettato su<br />

base clinica ma non evidenziato dalla radiografia del torace. Definisce meglio le caratteristiche<br />

morfologiche del timoma ed i rapporti con gli organi circostanti. Valutazione per la miastenia.<br />

Trattamento<br />

‐ Asportazione chirurgica<br />

‐ Radioterapia<br />

‐ Chemioterapia.<br />

BOTTOSSO STEFANO<br />

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