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LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano

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<strong>LIBRO</strong> <strong>ULISSE</strong> <strong>NOVEMBRE</strong> <strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>28</strong>-<strong>11</strong>-<strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>17</strong>:09 Pagina 274<br />

Parte Terza - Epidemiologia e prevenzione dei fattori di rischio<br />

numero di feriti, di invalidi, ed altro ancora). (1)<br />

Questa azione promossa dall’Unione Europea appare assai opportuna in quanto,<br />

come dimostrato sin dagli anni ’70, la prevenzione degli incidenti stradali e<br />

delle loro conseguenze sulla salute è largamente possibile. Ma più che di “opportunità”<br />

bisognerebbe parlare di “necessità”, perché questi eventi – a parte<br />

l’aspetto umano - hanno un costo sanitario e sociale assai rilevante. Nei paesi<br />

europei gli incidenti stradali sono infatti la prima causa di morte (o una delle<br />

cause di morte più importanti) sotto i 40 anni di età; rappresentano nei giovani<br />

la fonte primaria di disabilità; i costi ad essi associati (per danni alle persone e<br />

alle cose) sono dell’ordine del 2-3% del Prodotto Interno Lordo (2, 3).<br />

Naturalmente, a fronte delle azioni che i diversi Governi mettono in atto, si cerca<br />

di seguire l’andamento del fenomeno in modo da evidenziare come stiano<br />

andando le cose: sin dall’anno di inizio del programma (2001), è stata posta grande<br />

attenzione sull’andamento nel tempo dell’incidentalità stradale nei diversi<br />

paesi, producendo in merito numerosi rapporti tecnici.<br />

In molti di questi rapporti sono sovente presentate delle “graduatorie” per mettere<br />

meglio in luce quanto le azioni attuate dai diversi paesi stiano riuscendo a<br />

ridimensionare il fenomeno.<br />

Noi crediamo che i criteri adottati in queste valutazioni, pur essendo ineccepibili<br />

da un punto di vista statistico, possano essere ulteriormente migliorati al fine<br />

di comprendere maggiormente il significato delle variazioni considerate.<br />

A tal fine, in questa breve nota mostreremo come il riferirsi ad un unico criterio<br />

(la variazione percentuale) possa talora essere, oltre che fuorviante, riduttivo ed<br />

anche demotivante per paesi che nel passato hanno fatto moltissimo per accrescere<br />

la sicurezza stradale dei propri territori.<br />

Variazioni nel tempo e livello di sicurezza globale<br />

Inizieremo il nostro discorso prendendo spunto da una frase riportata in un<br />

recente rapporto dell’ETSC (European Transport Safety Council), che tratta della<br />

riduzione delle morti per incidente stradale ottenuta tra 2001 e 2006 dai paesi<br />

dell’Unione, come pure da paesi che non ne fanno parte (4).<br />

A pag. 3 di tale rapporto, in relazione ad una classifica basata sulla riduzione percentuale<br />

del numero di morti tra 2001 e 2006, si legge: “The UK is the only large<br />

Western European country among the last third of the 29 European countries covered<br />

under the Road Safety PIN”.<br />

Questa affermazione, pur essendo vera in termini contabili, appare a nostro parere<br />

ingenerosa. Quello che intendiamo dire è che se si considerano le sole riduzioni<br />

percentuali ciò che sembra discendere dai dati è che l’UK non stia facendo al<br />

meglio quello che fa. E questo non riflette a fondo la realtà delle cose.<br />

Facciamo un esempio banale, ma illuminante: supponiamo di avere due paesi<br />

simili in cui nel 2001 nel primo tutti portavano già le cinture di sicurezza mentre<br />

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