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LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17:09 Pagina 272 Parte Terza - Epidemiologia e prevenzione dei fattori di rischio un’alcolemia ragguardevole (intorno a 0.8-1.0 g/l). Sotto le condizioni viste, ed altre che tratteremo in seguito,diventerà problematico anche il decidere in che modo reagire alla situazione contingente, qualora questo fosse necessario. La bontà delle nostre decisioni, poi, non sarà pari a quella che di solito esprimiamo da sobri. Sarà più scadente, aumenteranno gli errori. E nel fare quello che, finalmente, abbiamo deciso di fare, non daremo certo il meglio di noi stessi. Si osservi bene che non stiamo qui riportando opinioni o raccomandazioni dettate da chissà quale modo di vedere o interpretare la vita: stiamo parlando di come vanno le cose, di come esse vanno quando le esaminiamo oggettivamente. E le cose “vanno così”, e vale per tutti, perché biologicamente siamo fatti in un certo modo e viviamo in un mondo in cui esistono leggi precise, indipendenti da quello che ognuno di noi può pensare o desiderare. Sembra quindi assai razionale aver ben chiari questi processi di base, cruciali non solo per la guida, e mantenersi sempre in condizioni tali da poterne favorire al meglio lo svolgimento. Note 1 Non si adirino, accusandoci di maschilismo terminologico, le gentili lettrici. Qui “Uomo” è inteso nel senso di H.sapiens, e non ha nulla a che vedere con il sesso (pardon, con il genere). 2 per semplicità di trattazione, svolgeremo il discorso supponendo in genere che il veicolo sia un’automobile. 3 Stiamo semplificando molto, per motivi didattici, le cose. In realtà, anche persone che non hanno le braccia o le gambe (o né braccia, né gambe) possono riuscire a guidare in sicurezza in base ad uno speciale addestramento e ad ausili forniti dalle moderne tecnologie. Nel nostro paese, un pioniere in questo senso è stato Antonio Ridolfi, coordinatore dei Centri di Mobilità FIAT-Auto, che ha permesso a migliaia di disabili di poter iniziare a guidare un veicolo o di ritornare a guidarlo dopo aver subito una grave menomazione (si veda al proposito l’articolo di Ridolfi “Disabilità, patente e tecnologie per la guida”, contenuto in questo stesso volume). Questa attività, promossa dalla nostra azienda automobilistica nazionale, è fecondamente attiva su tutto il territorio italiano. Incidentalmente, vogliamo osservare che mentre l’assenza degli arti (anche se totale) può non inibire la possibilità di guidare un veicolo, questo avviene frequentemente nel caso di un cervello parzialmente danneggiato. 272
LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17:09 Pagina 273 Obiettivo dell’Unione Europea per il 2010: i limiti di una valutazione basata soltanto sulla riduzione percentuale del numero di morti in incidenti stradali di Franco Taggi Istituto Superiore di Sanità Riassunto Alcuni anni fa l’Unione Europea propose ai paesi che la costituiscono di promuovere azioni per la riduzione del numero degli incidenti stradali e delle loro conseguenze sanitarie e sociali (morti, feriti, invalidi, ecc.). L’obiettivo principale di questa sfida ancora in corso è quello di ridurre per il 2010 del 50% la mortalità derivante da questi eventi. L’attività dei diversi paesi viene attentamente monitorata dall’Unione, che - anche con appositi gruppi di studio - ne valuta azioni e progressi. A nostro parere, tuttavia, l’attenzione appare troppo focalizzata sulla riduzione percentuale della mortalità. Certamente si tratta di un dato importante; ma in assenza di altri elementi si rischia di fornire indicazioni, in termini valutativi e di comunicazione, che possono portare ad una distorsione dei fatti. Il presente lavoro chiarisce il perché di questo nostro punto di vista e mostra come considerando accanto alla riduzione percentuale della mortalità per incidente stradale anche il tasso di mortalità di partenza si possa avere un quadro più fedele di come stiano andando effettivamente le cose nei vari paesi impegnati a raggiungere questo importante obiettivo. Introduzione Da qualche anno tutta l’Europa si è impegnata a combattere gli incidenti stradali. L’obiettivo che unisce in questo i paesi dell’Unione Europea è ridurre per il 2010 del 50% le conseguenze sanitarie e sociali di tale grave fenomeno. In termini più precisi, quello che si vuole è che, preso come base l’anno 2001, nel 2010 si dimezzi il numero di morti derivanti dagli incidenti stradali (e di conseguenza il 273
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Parte Terza - Epidemiologia e prevenzione dei fattori di rischio<br />
un’alcolemia ragguardevole (intorno a 0.8-1.0 g/l).<br />
Sotto le condizioni viste, ed altre che tratteremo in seguito,diventerà problematico<br />
anche il decidere in che modo reagire alla situazione contingente, qualora<br />
questo fosse necessario. La bontà delle nostre decisioni, poi, non sarà pari a quella<br />
che di solito esprimiamo da sobri. Sarà più scadente, aumenteranno gli errori.<br />
E nel fare quello che, finalmente, abbiamo deciso di fare, non daremo certo il<br />
meglio di noi stessi.<br />
Si osservi bene che non stiamo qui riportando opinioni o raccomandazioni dettate<br />
da chissà quale modo di vedere o interpretare la vita: stiamo parlando di<br />
come vanno le cose, di come esse vanno quando le esaminiamo oggettivamente.<br />
E le cose “vanno così”, e vale per tutti, perché biologicamente siamo fatti in un<br />
certo modo e viviamo in un mondo in cui esistono leggi precise, indipendenti da<br />
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Sembra quindi assai razionale aver ben chiari questi processi di base, cruciali non<br />
solo per la guida, e mantenersi sempre in condizioni tali da poterne favorire al<br />
meglio lo svolgimento.<br />
Note<br />
1 Non si adirino, accusandoci di maschilismo terminologico, le gentili lettrici. Qui<br />
“Uomo” è inteso nel senso di H.sapiens, e non ha nulla a che vedere con il sesso<br />
(pardon, con il genere).<br />
2 per semplicità di trattazione, svolgeremo il discorso supponendo in genere che<br />
il veicolo sia un’automobile.<br />
3 Stiamo semplificando molto, per motivi didattici, le cose. In realtà, anche persone<br />
che non hanno le braccia o le gambe (o né braccia, né gambe) possono riuscire<br />
a guidare in sicurezza in base ad uno speciale addestramento e ad ausili forniti<br />
dalle moderne tecnologie. Nel nostro paese, un pioniere in questo senso è<br />
stato Antonio Ridolfi, coordinatore dei Centri di Mobilità FIAT-Auto, che ha permesso<br />
a migliaia di disabili di poter iniziare a guidare un veicolo o di ritornare a<br />
guidarlo dopo aver subito una grave menomazione (si veda al proposito l’articolo<br />
di Ridolfi “Disabilità, patente e tecnologie per la guida”, contenuto in questo<br />
stesso volume). Questa attività, promossa dalla nostra azienda automobilistica<br />
nazionale, è fecondamente attiva su tutto il territorio italiano. Incidentalmente,<br />
vogliamo osservare che mentre l’assenza degli arti (anche se totale) può non inibire<br />
la possibilità di guidare un veicolo, questo avviene frequentemente nel caso<br />
di un cervello parzialmente danneggiato.<br />
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