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LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano

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<strong>LIBRO</strong> <strong>ULISSE</strong> <strong>NOVEMBRE</strong> <strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>28</strong>-<strong>11</strong>-<strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>17</strong>:09 Pagina 242<br />

Parte Terza - Epidemiologia e prevenzione dei fattori di rischio<br />

richiedono risposte rapide, puntando principalmente su azioni di modifica profonda<br />

del sistema (parlo, senza giraci troppo intorno, di educazione, comunicazione,<br />

piani di traffico, recupero dei “valori” e così via dicendo)?<br />

Io penso di no, in quanto dette azioni necessitano di tempo per portare ad effetti<br />

concreti, di molto tempo. Ma, paradossalmente, proprio per questo tali azioni<br />

vanno anch’esse attivate prontamente, anche perché costituiscono un complemento<br />

irrinunciabile alle azioni da promuovere nel breve, azioni che hanno<br />

necessariamente un carattere di repressione.<br />

Desidero essere molto chiaro a questo riguardo, in quanto non voglio essere<br />

frainteso: non sto dicendo che azioni di educazione, comunicazione e altro non<br />

servano o non debbano essere promosse: vanno fatte, prima possibile e con carattere<br />

di continuità. Quello che intendo è che se si pensa che con tali azioni si possano<br />

contrastare nel breve la velocità eccessiva, il guidare ubriachi, il non portare<br />

le cinture, e così via dicendo, si fa un peccato di profonda ingenuità.<br />

E numerose ricerche scientifiche svolte al riguardo lo confermano.<br />

Chi beve eccessivamente, tanto per riferirci al fattore più importante dell’insicurezza<br />

stradale, non lo fa perché poi deve guidare: bere è il suo modo di vivere, di<br />

essere. Un alcolista, ad esempio, beve perché bere gli è necessario; poi magari si<br />

trova a guidare. Che effetti possiamo sperare abbiano messaggi o informazioni<br />

specifiche su soggetti di tal fatta? Anche volendo essere a tutti i costi ottimisti, la<br />

risposta è una ed una sola: nulla. Soggetti di questo tipo, una volta individuati,<br />

non debbono guidare: prima di riavere la patente – se ha senso restituirgliela -<br />

debbono dimostrare di aver risolto il problema che hanno con l’alcol (e questo lo<br />

deve certificare un alcologo o un esperto di dipendenze!). E se, ciononostante,<br />

questi soggetti dimostrano poi di insistere nel manifestare comportamenti ad<br />

alta pericolosità per gli altri, allora vanno esclusi come conducenti – per lunghi<br />

periodi o definitivamente – dal sistema circolazione.<br />

E lo stesso dovrebbe valere per la guida sotto l’influsso di droghe, per la velocità<br />

eccessiva, per altri rischi elevati, soprattutto per chi si renda responsabile di<br />

incidenti stradali gravi.<br />

Se un cuoco si ammala di epatite virale o di AIDS, deve cambiare mestiere perché<br />

non è più idoneo a svolgere il suo. E ciò è giusto, perché non può più continuare<br />

ad esercitare tale attività senza mettere a rischio la sicurezza degli altri. E<br />

perché, allora, se un ubriaco alla guida ammazza delle persone, può riottenere la<br />

patente, anche più volte, continuando ad uccidere, come un recente caso ha<br />

mostrato?<br />

Conclusioni<br />

Questo breve esame della situazione della sicurezza stradale del nostro paese<br />

tende a raccomandare caldamente l’attivazione parallela di azioni nel breve e nel<br />

lungo termine in quanto, se si riflette un attimo, esse si completano e si rinforza-<br />

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