LIBRO ULISSE NOVEMBRE 2011 28-11-2011 17 ... - Governo Italiano
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<strong>LIBRO</strong> <strong>ULISSE</strong> <strong>NOVEMBRE</strong> <strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>28</strong>-<strong>11</strong>-<strong>20<strong>11</strong></strong> <strong>17</strong>:09 Pagina 239<br />
Sicurezza stradale: le azioni nel breve e nel lungo termine<br />
sta domanda è totalmente affermativa.<br />
Sostanzialmente, da quanto maturato, si evidenziano due strategie parallele:<br />
* la prima riguarda il ridimensionamento nel breve di alcune situazioni che<br />
determinano un irragionevole, inaccettabile, eccesso di mortalità e morbosità;<br />
* la seconda è relativa all’operare nel lungo termine per far sì che il sistema “circolazione”,<br />
come pure la Società nel suo complesso, presenti caratteristiche virtuose<br />
tali da evitare, per quanto possibile, il manifestarsi di ciò vorremmo non<br />
fosse.<br />
E’ chiaro che nel determinare, per l’una e per l’altra strategia, quali siano le azioni<br />
da mettere in atto bisogna partire dall’eziologia dell’incidentalità stradale.<br />
Quali sono le cause che la determinano?<br />
Orbene, come molti sapranno, la guida di un veicolo è basata sull’interazione di<br />
tre macro-fattori: l’Uomo, il Veicolo e l’Ambiente.<br />
All’origine della genesi dell’incidentalità stradale vi sono forzature e/o discrasie<br />
che riguardano i detti macro-fattori (riassuntivi di innumerevoli fattori e microfattori<br />
sottostanti), come pure la loro reciproca dipendenza.<br />
Per quanto è dato a vedere, il macro-fattore “Uomo” (detto anche “Umano”),<br />
predomina su tutti. Nei fatti, è quasi sempre il comportamento dei conducenti<br />
che, direttamente o indirettamente, porta al realizzarsi dell’incidente stradale. E<br />
non si tratta sempre del solo comportamento dei singoli, ma anche di comportamenti<br />
indotti nel singolo da comportamenti modali (tanto per fare un inciso, se la<br />
gran parte dei conducenti viaggia a velocità eccessiva - come oggi purtroppo avviene -<br />
come si fa in condizioni di traffico strutturato, ad esempio su un raccordo anulare, a<br />
rispettare, anche volendolo, i limiti di velocità?).<br />
Sembrerebbe quindi razionale, al fine di ottenere nel breve risultati che normalizzino<br />
la situazione corrente, intervenire con decisione su tale macro-fattore.<br />
In effetti, l’esame dei dati, dei lavori e dei documenti che trattano a fondo la questione<br />
indirizzano senza possibilità di dubbio verso tale direzione (un modo per<br />
costruirsi un proprio punto di vista, corretto ed utile, è certo far riferimento ai documenti<br />
ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Unione Europea, ai rapporti<br />
di organizzazioni di prestigio, quali NHTSA (National Highway Traffic Safety<br />
Administration, USA) o TRL (Transport Research Laboratory, UK); e per quel che<br />
riguarda le pubblicazioni scientifiche, a riviste accreditate sul tema, prima tra tutte<br />
“Accident Analysis and Prevention”).<br />
Operare nel breve e nel lungo termine: due aspetti complementari<br />
Dunque… il macro-fattore “Uomo”. Ma in che modo esso si esprime nel determinare<br />
quella che, senza esagerare, potremmo indicare come una “mattanza”?<br />
Al presente, sempre in relazione alle conseguenze sanitarie degli incidenti stra-<br />
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